martedì 28 ottobre 2008

CISL, UIL, E UGL SOTTOSCRIVONO UN VERGOGNOSO PROTOCOLLO CON IL GOVERNO SUI RINNOVI CONTRATTUALI

PER PROTESTARE CONTRO QUESTA SVENDITA SI RESTITUISCANO LE TESSERE DI QUESTI SINDACATI! E’ L’UNICO LINGUAGGIO CHE COMPRENDONO

RAFFORZIAMO IL SINDACALISMO INDIPENDENTE

Dopo aver fatto passare quasi sotto silenzio i gravi provvedimenti contro i lavoratori pubblici conte-nuti nella legge 133 (Brunetta), CISL, UIL e UGL (ma questi ultimi chi rappresentano?) hanno aderito al protocollo presentato dal governo sui rinnovi contrattuali pubblici e sulla riforma del modello con-trattuale. I contenuti dell’accordo sono di una gravità senza prececenti: 8/ 9 euro lordi di aumento per il 2008, e 70 euro lordi a regime per il 2009, di cui 10 euro alla contrattazione di secondo livello e 60 lordi in busta paga (40 euro netti); l’impegno generico a ripristinare parte delle risorse per la produtti-vità tagliate dalla legge Brunetta; il passaggio della durata dei contratti da due a tre anni.

NOI DI FRONTE A QUESTA PROVOCAZIONE RIBADIAMO LA NECESSITÀ DI CONTINUARE LA MOBILITAZIONE, L’AUTORGANIZZAZIONE E LA LOTTA PER RIAFFERMARE LE SEGUENTI RIVENDICAZIONI FINO AL RITIRO DELLA LEGGE BRUNETTA E ALL’APERTURA DI UN TAVOLO VERO DI TRATTATIVA PER IL RINNOVO CONTRATTUALE:

1. forti aumenti salariali che recuperino almeno l' inflazione reale
2. reintroduzione della scala mobile
3. boicottaggio dei fondi pensione integrativi nel pubblico impiego
4. riduzione dei prezzi dei beni di prima necessita’
5. abolizione della legge Treu e della legge Biagi (no al precariato!)
6. difesa di tutti i diritti acquisiti
7. difesa della scuola pubblica e revoca della legge Gelmini
8. difesa e rilancio dei servizi pubblici
9. impedire la controriforma autoritaria del modello contrattuale nel settore privato

Per quanto riguarda lo sciopero annunciato nella prima decade di novembre da CGIL, CISL, UIL nel settore pubblico riteniamo che sia al limite del ridicolo, dato che almeno due di questi tre sindacati hanno sottoscritto il pre-accordo. Quindi, se manterranno la promozione dello sciopero, decideranno di scioperare contro se stessi!

Questa è una fase estremamente complessa e delicata che prelude ad uno scontro prolungato con il governo autoritario di centro-destra, ma anche con chi sottoscrive accordi e decreta una condanna a morte di un’intera categoria.

OCCORRE SCEGLIERE DA CHE PARTE STARE

Noi siamo impegnati nella difesa del salario, della nostra dignità e libertà e del servizi pubblico.

BOICOTTARE NEI FATTI LA LEGGE BRUNETTA come già sta avvenendo in alcuni enti

Milano, 28/10/2008
AL COBAS-CUB REGIONE LOMBARDIA

martedì 7 ottobre 2008

17 OTTOBRE 2008 SCIOPERO GENERALE NAZIONALE MANIFESTAZIONI A MILANO E ROMA

17 OTTOBRE 2008 SCIOPERO GENERALE NAZIONALE
DI TUTTO IL GIORNO INDETTO DA CUB, COBAS E SDL

- CONTRO LA POLITICA ECONOMICA DEL GOVERNO BERLUSCONI-BRUNETTA-SACCONI

- PER FORTI AUMENTI SALARIALI CHE RECUPERINO ALMENO L' INFLAZIONE REALE

- PER LA REINTRODUZIONE DELLA SCALA MOBILE

- PER LA RIDUZIONE DEI PREZZI DEI BENI DI PRIMA NECESSITA’

- PER L’ABOLIZIONE DELLA LEGGE TREU E DELLA LEGGE BIAGI (NO AL PRECARIATO!)

- PER DIFENDERE TUTTI I DIRITTI ACQUISITI

- PER DIFENDERE LA SCUOLA PUBBLICA DALL’AGGRESSIONE DEL GOVERNO E DEI CLERICALI!

- TOLLERANZA ZERO E SANZIONI PENALI PER CHI PROVOCA INFORTUNI GRAVI O MORTALI

- PER COMBATTERE E BOICOTTARE NEI FATTI LA LEGGE BRUNETTA SUL PUBBLICO IMPIEGO

- PER IMPEDIRE LA CONTRORIFORMA AUTORITARIA DEL MODELLO CONTRATTUALE NEL SETTORE PRIVATO

- PER DIFENDERE E RILANCIARE I SERVIZI PUBBLICI

MANIFESTAZIONI CENTRALI A
MILANO L.GO CAIROLI( MM1) ORE 10.00
ROMA P.ZA ESEDRA ORE 10.00

PARTECIPARE PER NON VENIRE SCONFITTI! REAGIAMO ALLE INGIUSTIZIE SOCIALI

FERMIAMOLI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!


A tutti i Lavoratori del Pubblico Impiego.

Lo SCIOPERO GENERALE vuole costituire anche un primo segnale di risposta contro l’attacco ossessi-vo e strumentale ai lavoratori della Pubblica Amministrazione, attraverso il quale si vogliono in realtà colpire i servizi pubblici, facilitandone ed accelerandone il processo di privatizzazione e di esternalizza-zione, spianando la strada allo smantellamento delle protezioni sociali.

Con la legge 133 (ex decreto 112) si supera il limite della tollerabilità: Brunetta vuole introdurre un CONTROLLO TOTALITARIO e sbirresco sull’attività lavorativa e sulla vita privata dei lavoratori.
Ha aperto una campagna contro i pubblici dipendenti, attribuendo loro tutte le inefficienze del settore pubblico. Egli sceglie di ignorare le vere responsabilità del cattivo funzionamento della macchina statale, che vanno ri-condotte al ceto politico e al ceto burocratico dirigenziale che negli ultimi decenni hanno ridisegnato dal punto di vista organizzativo tutta la struttura della Pubblica Amministrazione.
Fa di tutta l’erba un fascio! Non distingue ruoli, funzioni e responsabilità gerarchiche. Mente, sapendo di menti-re e crea un polverone propagandistico e strumentale con l’appoggio di giornali e televisioni e di quella parte di opinione pubblica (la più qualunquista e menefreghista, cioè la base elettorale del governo Berlusconi) che i-gnora completamente le disastrose condizioni materiali (bassi stipendi) e normative dei lavoratori del Pubblico Impiego.

Il ministro sottopone i lavoratori pubblici al “pubblico ludibrio”, per attaccarne i diritti e per distogliere l’attenzione dai problemi reali che sono i bassi stipendi, la precarietà sociale e le pensioni di fame.
Le sue scelte si inseriscono all’interno di un processo di IMBARBARIMENTO generale, che caratterizza l’attività di questo governo reazionario e autoritario, sempre più avviato verso una rapida FASCISTIZZAZIONE dello stato senza che vi sia una reale opposizione parlamentare.
Noi, insieme ai lavoratori di altri settori, dobbiamo costruire una forte OPPOSIZIONE sul piano sociale.
L’attuale ministro della funzione Pubblica, ex-consulente di Craxi e deputato europeo assenteista, denigra e dif-fama i pubblici dipendenti, dimostrando di essere un piccolo uomo mediocre che dà sfogo alle sue frustrazioni, alle sue insicurezze e al suo livore represso, attaccando le condizioni di vita di milioni di lavoratori, alcuni dei quali, magari, lo hanno pure votato. Egli trasforma coscientemente problemi secondari, o inesistenti, in proble-mi principali (confonde coscientemente le assenze per malattia documentate per assenteismo ecc.ecc. ).
Ha una mentalità punitiva al limite dell’idiotismo farsesco. La sua spudorata strumentalità, basata su luoghi comuni, contribuisce a creare confusione, sconcerto e paura, oltre che garantirne un’alta ed egocentrica esposi-zione mediatica.

In sintesi: attraverso la denigrazione e la demonizzazione dei lavoratori si vogliono ridimensionare i servizi pubblici e si giustifica la cessione ai privati degli stessi.

SI VUOLE DEVASTARE IL PUBBLICO PER GARANTIRE GLI AFFARI AI PRIVATI
CHE COSA FARE DI FRONTE A QUESTO ATTACCO, CHE NON HA PRECEDENTI?

Le lamentele impotenti non servono o, peggio, favoriscono la subordinazione e la passivizzazione dei lavorato-ri. Gli scioperi tradizionali e rituali rischiano di essere sempre meno efficaci, quindi è necessario che si indivi-duino anche forme di lotta più incisive in aggiunta allo sciopero.

OCCORRE RIALZARE LA TESTA E PRENDERE IN MANO IL PROPRIO DESTINO! COSTRUIAMO ORGANISMI AUTO-ORGANIZZATI AL DI FUORI DEI SINDACATI CONFEDERALI che, attraverso la “concertazione”, sono oggettivamente complici delle politiche gover-native.

In concreto, questo significa non solo preparare con metodo lo SCIOPERO GENERALE del 17 OTTOBRE, ma a partire da subito adottare autonomamente una serie di misure per protestare contro la legge 133, richie-dendone l’abrogazione. Ad esempio, senza incorrere in alcun provvedimento disciplinare, ma applicando in modo rigoroso la normativa, si possono adottare le seguenti iniziative:

· APPLICAZIONE rigorosa dei regolamenti, norme e procedure che presiedono alla realizzazione delle prati-che d’ufficio
· RIFIUTO dello sforamento d’orario, rispetto a quello previsto dal contratto di lavoro.
· RIFIUTARE di adempiere le missioni con auto propria (non è obbligatorio possederne una)
· RISPETTARE meticolosamente il mansionario( là dove c’è, o le declaratorie delle qualifiche di appartenen-za), RIFIUTANDOSI di svolgere mansioni o funzioni non proprie.
· NON APRIRE più di una pratica per volta.
· RIFIUTARSI di rimanere nei luoghi (uffici,saloni, magazzini ecc.), in cui non siano applicate rigorosamente le norme sulla sicurezza.

Se si riusciranno ad applicare su vasta scala queste indicazioni, non solo si contrasteranno nei fatti i pa-ranoici provvedimenti del ministro, ma si favorirà l’auto-organizzazione dei lavoratori e la preparazione dello sciopero generale del 17 OTTOBRE 2008.

NESSUNA MEDIAZIONE SULLA LEGGE 133. VA ABROGATA e resa inapplicabile nei fatti!
LA LIBERTA’ NON SI CONTRATTA!
PREPARIAMO LO SCIOPERO GENERALE DEL 17 OTTOBRE

Milano, OTTOBRE 2008

AL COBAS-CUB REGIONE LOMBARDIA

giovedì 4 settembre 2008

Impedire e boicottare nei fatti l’applicazione della legge 112 ( legge brunetta)

Impedire e boicottare nei fatti l’applicazione della legge 112 ( legge brunetta)
Contrastare e bloccare l’attacco ai lavoratori e ai servizi pubblici
Fermiamoli prima che sia troppo tardi!

A tutti i Lavoratori del Pubblico Impiego

Con l’approvazione in Parlamento del decreto Brunetta, del DPF e della legge Finanziaria sono state avviate quasi tutte le misure che il governo anti-popolare di Berlusconi aveva pre-annunciato in campagna elettorale.
Con la legge 112 vengono ridimensionate, ridisegnate e peggiorate tutte le conquiste che i lavoratori pubblici avevano ottenuto negli ultimi 30 anni.
Con l’attacco ossessivo e strumentale ai lavoratori della Pubblica Amministrazione si vogliono in realtà colpire i servizi pubblici, facilitandone ed accelerandone il processo di privatizzazione e di esternalizzazione, spianan-do la strada allo smantellamento delle protezioni sociali.
Con la legge 112 si supera il limite della tollerabilità: Brunetta vuole introdurre un CONTROLLO TOTALITARIO e sbirresco sull’attività lavorativa e sulla vita privata dei lavoratori.
Ha aperto una campagna contro i pubblici dipendenti, attribuendo loro tutte le inefficienze del settore pubblico. Egli sceglie di ignorare le vere responsabilità del cattivo funzionamento della macchina statale, che vanno ri-condotte al ceto politico e al ceto burocratico dirigenziale che negli ultimi decenni hanno ridisegnato dal punto di vista organizzativo tutta la struttura della Pubblica Amministrazione.
Fa di tutta l’erba un fascio! Non distingue ruoli, funzioni e responsabilità gerarchiche. Mente, sapendo di menti-re e crea un polverone propagandistico e strumentale con l’appoggio di giornali e televisioni e di quella parte di opinione pubblica (la più qualunquista e menefreghista, cioè la base elettorale del governo Berlusconi) che i-gnora completamente le disastrose condizioni materiali (bassi stipendi) e normative dei lavoratori del Pubblico Impiego. Il ministro sottopone i lavoratori pubblici al “pubblico ludibrio”, per attaccarne i diritti e per distoglie-re l’attenzione dai problemi reali che sono i bassi stipendi, la precarietà sociale e le pensioni di fame.
Le sue scelte si inseriscono all’interno di un processo di IMBARBARIMENTO generale, che caratterizza l’attività di questo governo reazionario e autoritario, sempre più avviato verso una rapida FASCISTIZZAZIONE dello stato senza che vi sia una reale opposizione parlamentare. Noi, insieme ai lavora-tori di altri settori, dobbiamo costruire una forte OPPOSIZIONE sul piano sociale.
L’attuale ministro della funzione Pubblica, ex-consulente di Craxi e deputato europeo assenteista, denigra e dif-fama i pubblici dipendenti, dimostrando di essere un piccolo uomo mediocre che dà sfogo alle sue frustrazioni, alle sue insicurezze e al suo livore represso, attaccando le condizioni di vita di milioni di lavoratori, alcuni dei quali, magari, lo hanno pure votato. Egli trasforma coscientemente problemi secondari, o inesistenti, in proble-mi principali (confonde coscientemente le assenze per malattia documentate per assenteismo ecc.ecc. ). Ha una mentalità punitiva al limite dell’idiotismo farsesco. La sua spudorata strumentalità, basata su luoghi comuni, contribuisce a creare confusione, sconcerto e paura, oltre che garantirne un’alta ed egocentrica esposizione me-diatica. In sintesi: attraverso la denigrazione e la demonizzazione dei lavoratori si vogliono ridimensionare i servizi pubblici e si giustifica la cessione ai privati degli stessi.
SI VUOLE DEVASTARE IL PUBBLICO PER GARANTIRE GLI AFFARI AI PRIVATI.

Vediamo ora quali sono i punti essenziali della legge 112 e della legge finanziaria per il 2009:

· DECURTAZIONE di tutti i trattamenti accessori e delle INDENNITA’ per i primi 10 giorni di malattia
(come se la malattia fosse un reato)! Ammalarsi costerà sempre di più.
· RIDUZIONE del 20%, a partire dal 2010, dei fondi destinati alla Contrattazione Integrativa ( i nostri stipen-di reali sono i più bassi d’Europa e, riducendo i fondi per la Contrattazione integrativa, gli stipendi saranno sempre più di fame!)
· NON VERRANNO CONTEGGIATI ai fini della produttività e del salario accessorio i permessi retribuiti, salvo quelli per maternità e lutto famigliare.
· RIDUZIONE DEL POTERE D’ACQUISTO REALE dei SALARI. Infatti nella Finanziaria vengono stan-ziati i fondi per il rinnovo contrattuale del biennio economico 2008-2009, sulla base di un’inflazione pro-grammata per il 2008 pari all’1,7%, mentre l’inflazione reale (dati ufficiali ISTAT) è al 3,8%, ma nella realtà quotidiana supera ampiamente il 5%. DI FATTO SI LEGALIZZA LA DECURTAZIONE SALARIALE! Il sig. Brunetta giustifica questo accanimento rabbioso sostenendo che negli ultimi 6 anni i lavoratori del Pub-blico Impiego avrebbero usufruito di aumenti salariali pari al 35%. MENTE, SAPENDO DI MENTIRE: l’incremento medio reale in questi ultimi 6 anni è stato del 13,54%, come dimostrano tutti dati ufficiali!
· BLOCCO DEL TURN-OVER ciò significa concretamente lo stop alla stabilizzazione dei precari.
· ABOLITO IL LIMITE MASSIMO degli emolumenti ai managers pubblici. Si toglie a chi non ha, per dare più soldi ai ricchi.
· SI CONSIDERANO LE FASCE DI REPERIBILITA’ per MALATTIA come se fossero gli arresti domici-liari. Per il ministro non c’è differenza fra le diverse infermità (per lui, un raffreddore, una malattia termina-le, un’ingessatura al mignolo ecc. non fanno alcuna differenza!)
· IL DIRITTO AL PART-TIME viene ridotto: non è più considerato un diritto individuale, ma una concessio-ne della Pubblica Amministrazione, a seconda delle sue esigenze.
CHE COSA FARE DI FRONTE A QUESTO ATTACCO, CHE NON HA PRECEDENTI?Le lamentele impotenti non servono o, peggio, favoriscono la subordinazione e la passivizzazione dei lavorato-ri. Gli scioperi tradizionali e rituali sono sempre meno efficaci, quindi è necessario che si individuino forme di lotta più incisive in aggiunta allo sciopero .
OCCORRE RIALZARE LA TESTA E PRENDERE IN MANO IL PROPRIO DESTINO! COSTRUIAMO ORGANISMI AUTO-ORGANIZZATI AL DI FUORI DEI SINDACATI CONFEDERALI che, attraverso la “concertazione”, sono oggettivamente complici delle politiche gover-native.
In concreto, questo significa non solo preparare con metodo lo SCIOPERO GENERALE del 17 OTTOBRE, indetto dai sindacati di base, ma a partire da subito adottare autonomamente una serie di misure per protestare contro la legge 112, richiedendone IL SUO RITIRO. Ad esempio, senza incorrere in alcun provvedimento di-sciplinare, ma applicando in modo rigoroso la normativa, si possono adottare le seguenti iniziative:
· APPLICAZIONE rigorosa dei regolamenti, norme e procedure che presiedono alla realizzazione delle prati-che d’ufficio
· RIFIUTO dello sforamento d’orario, rispetto a quello previsto dal contratto di lavoro.
· RIFIUTARE di adempiere le missioni con auto propria (non è obbligatorio possederne una)
· RISPETTARE meticolosamente il mansionario( là dove c’è, o le declaratorie delle qualifiche di appartenen-za), RIFIUTANDOSI di svolgere mansioni o funzioni non proprie.
· NON APRIRE più di una pratica per volta.
· RIFIUTARSI di rimanere nei luoghi (uffici,saloni, magazzini ecc.), in cui non siano applicate rigorosamente le norme sulla sicurezza.
Se si riusciranno ad applicare su vasta scala queste indicazioni, non solo si contrasteranno nei fatti i pa-ranoici provvedimenti del ministro, ma si favorirà l’auto-organizzazione dei lavoratori e la preparazione dello sciopero generale del 17 OTTOBRE 2008.

NESSUNA MEDIAZIONE SULLA LEGGE 112.
VA RITIRATA e nel frattempo resa inapplicabile nei fatti!
LA LIBERTA’ NON SI CONTRATTA!
SOLIDARIETA’ AI FERROVIERI LICENZIATI!
PREPARIAMO LO SCIOPERO GENERALE DEL 17 OTTOBRE

Milano, 29 agosto 2008
AL COBAS-CUB REGIONE LOMBARDIA

P.S. SOTTOSCRITTO IL CONTRATTO DECENTRATO IN REGIONE LOMBARDIAQuesto fatto merita poche parole perché, come ormai accade negli ultimi anni, è un accordo insufficiente ed inadeguato rispetto alle esigenze dei lavoratori. Non c’è un aumento significativo del fondo destinato alla produttività, né sono previsti passaggi generalizzati di livello economico. Si vanno a sanare poche decine di situazioni che erano state escluse dal precedente slittamento. Si introducono ulteriori elementi di differenzazione e di discriminazione stipendiale a parità di qualifica e di livello economico (vedi i pochi passaggi da D5 a D6, che escludono tutti coloro che non hanno il livello giuridico D3…è una vergognosa provocazione accettata dai confedera-li) . Nulla si è deciso su tickets, malattia, ferie ( a proposito, non devono essere accettate le imposizioni dei dirigenti), pre-pensionamenti e riapplicazione della legge 38, vale a dire tutte le cose più importanti su cui i lavoratori si aspettavano una decisione. Senza ALCUNA LOTTA E’ DIFFICILE RIUSCIRE A PORTARE A CASA DEI RISULTATI SIGNIFICATIVI! E’ VERGOGNOSO CHE “ QUESTO NULLA” sia esaltato dai confederali come un grande risultato. Non c’è limite alla malafede e alla stupidità. Se verranno indette le assemblee occorre respingere la sottoscrizione al contratto, votando NO, o boicottando le assemblee. Chi firma questi accordi vergognosi deve essere delegittimato.

giovedì 13 marzo 2008

IL NUOVO CONTRATTO: INSUFFICIENTE, INADEGUATO E BEFFARDO

Il nuovo contratto: insufficiente, inadeguato e beffardo.
Un disastro per i lavoratori.
Una resa senza condizioni di CGIL CISL UIL

Bisogna aprire una campagna per l’aumento
generalizzato dei salari di almeno 3000 euro l’anno,
a partire dal rinnovo del biennio contrattuale 2008- 2009

Il contratto del Pubblico impiego è stato firmato con 27 mesi di ritardo .E’ un contratto irricevibile. Un anno (il 2006) è stato coperto con un “ aumento” medio provocatorio di meno di 10 euro lordi al mese, corrispondente alla così detta “Indennità di vacanza contrattuale”. In sostanza, gli adeguamenti salariali medi su due anni sono ridicoli, miseri e abbondantemente al di sotto dell’inflazione reale e anche di quella programmata, ma sono lo specchio degli attuali rapporti di forza e del ruolo nefasto che i gruppi dirigenti di CGIL-CISL-UIL giocano nel rendere “passivi” “rassegnati” ed “estranei” i lavoratori .
La responsabilità di questi risultati fallimentari va addebitata ai sindacati confederali che, con la loro politica di concertazione che dura ormai da 15 anni, hanno contribuito al progressivo impoverimento dei lavoratori pubblici e privati, accettando parametri salariali e normativi che si basano sulle richieste del ceto politico-burocratico–statale e della Confindustria, piuttosto che sulle esigenze reali dei lavoratori. I lavoratori non sono mai stati consultati preventivamente sulla elaborazione delle piattaforme rivendicative e conseguentemente a questa scelta si è preferito privilegiare estenuanti, rituali ed inutili trattative, piuttosto che organizzare mobilitazioni su obiettivi precisi e generalizzanti come è avvenuto in Francia e come sta avvenendo in Germania.

I dati dell’OCSE( Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico) sui salari, che pongono l’Italia come fanalino di coda tra i paesi europei( al 23° posto dopo Spagna e Grecia), confermano l’esigenza di avviare da SUBITO una campagna per un sostanziale aumento salariale, a partire dal rinnovo contrattuale del biennio 2008-2009, senza tollerare la pratica subìta da CGIL-CISL-UIL di firmare i contratti con ritardi ingiustificati, senza neppure chiedere gli interessi legali per il mancato rispetto dei vincoli temporali.

Occorre recuperare il potere d’acquisto, reintroducendo nei contratti dei meccanismi (come la vecchia scala mobile) che adeguino periodicamente e automaticamente i salari all’aumento del costo della vita, e questo sia nel settore pubblico che privato. Senza una nuova scala mobile non si può continuare!

E’ necessario rivendicare la trasformazione del salario accessorio(incentivo ecc.) in una 14° mensilità da erogare a giugno di ogni anno. In tal modo si contribuirebbe a sottrarre all’arbitrio del dirigente o del politico le valutazioni individuali che condizionano la quantità di salario da erogare
(le così dette “valutazioni individuali” sono effettuate con criteri risibili e privi di qualsiasi “oggettività”, al di là del linguaggio altisonante e pseudo-scientifico con cui vengono accompagnate e “ritualizzate” annualmente. La valutazione individuale è di fatto uno strumento totalitario di controllo e di divisione fra i singoli lavoratori e costituisce un’arma formidabile per perpetuare timori, paure e soggezioni, che servono a garantire la “passivizzazione” e la “malleabilità” dei lavoratori. E’ un mezzo assai caro a qualche dirigente dell’alta burocrazia regionale e non solo, che confondono il loro ruolo con quello di severi e ridicoli pater familiae).

L’unico modo per recuperare salario e potere contrattuale passa per la nostra capacità di organizzarci e di mobilitarci al di fuori di CGIL-CISL-UIL, abbandonando queste organizzazioni sindacali e individuando nuovi metodi di lotta che non danneggino solo i lavoratori.
E’ urgente uscire dal nostro isolamento, iniziando un lavoro paziente di organizzazione, di informazione e contro-informazione rivolto ai lavoratori degli altri settori e a tutti i cittadini. I lavoratori pubblici costituiscono un punto fondamentale nell’organizzazione complessiva della complicata macchina della nostra società. Senza la loro attività il paese non funzionerebbe, così come non funzionerebbe senza l’apporto degli operai e di altre categorie sociali.
PRENDIAMO COSCIENZA DI QUESTO!

Le inadeguatezze che vengono denunciate nel funzionamento del settore pubblico non sono da addebitarsi ai lavoratori, ma al modo con cui in questi decenni e stata organizzata la “macchina Pubblica”. Il clientelismo politico e sindacale, accompagnato da incompetenze nella scelta del ceto burocratico dirigenziale e dei quadri intermedi sono le vere cause delle disfunzioni nella Pubblica Amministrazione.
I lavoratori pubblici non sono i responsabili del cattivo funzionamento della complessa macchina statale a tutti i suoi livelli. Vanno contrastate, respinte, denunciate e ribaltate a nostro favore le volgarità provocatorie e insultanti di individui senz’anima come il sig. Ichino e altri come Giavazzi o Boeri( tutti del PD di Veltroni), che in ogni occasione, denigrano l’attività dei lavoratori, ignorando bellamente che il salario medio di ciascuno di loro è poco più di 1000 euro al mese e che si ha a che fare, il più delle volte, con strutture fatiscenti e con dirigenti non all’altezza del loro ruolo. Il fatto stesso che ognuno di noi dà 8 ore al giorno della propria vita quotidiana ad un lavoro il più delle volte ripetitivo ed alienante, meriterebbe da un lato il rispetto di tutti e dall’altro il silenzio degli idioti . Gli attacchi volgari ed ingiustificati contro i lavoratori pubblici coprono in realtà la volontà di accelerare quel progetto politico già in corso da anni tendente alla privatizzazione dei servizi, al ridimensionamento definitivo del potere contrattuale dei lavoratori, alle esternalizzazioni delle funzioni, alla precarizzazione del rapporto di lavoro e alla conseguente riduzione del personale attualmente in organico.

Per contrastare questi progetti e la continua erosione dello stipendio occorre convincersi che è necessario praticare nuove forme di lotta che coinvolgano tutti(utenti, non clienti, compresi) e che ci permettano di gestire le mobilitazioni organizzate autonomamente in un arco lungo di tempo. Oltre a ciò è utile individuare forme di solidarietà mutualistiche, che diano ai lavoratori la possibilità di resistere sul piano economico in caso di lunghe vertenze organizzate a prescindere e al di fuori dei vincoli repressivi e limitativi della legge 146 che attualmente regola le modalità e la tempistica degli scioperi.

Tutto questo sarà realizzabile solo se riusciremo ad acquisire coscienza delle nostre capacità e possibilità, abbandonando la passivizzazione e la rassegnazione, indotte anche dal ruolo concertativo e moderato di CGIL-CISL-UIL.
Bisogna fare come stanno facendo in questi giorni in Germania tutti i lavoratori pubblici uniti, che rivendicano forti aumenti salariali, praticando lo sciopero generale prolungato fino al raggiungimento degli obiettivi, costringendo su questo terreno anche i sindacati istituzionali. Certo qui da noi il contesto politico-sindacale è diverso: CGIL-CISL-UIL sono ormai definitivamente indisponibili ad organizzare una conflittualità di tale dimensione e i sindacati extra-confederali non sono ancora sufficientemente forti e radicati per promuovere, organizzare e dirigere una lotta di tale portata, ma nonostante ciò, le condizioni materiali ormai insopportabili della maggioranza dei lavoratori creeranno, entro un periodo di medio termine, una situazione di oggettivo conflitto verso la controparte statuale
(lavoratori pubblici) e padronale(lavoratori del privato), mutando di fatto i rapporti di forza e sconvolgendo le burocrazie dirigenti di CGIL-CISL e UIL e le attuali modalità di rappresentanza sindacale.

Attualmente gran parte delle RSU del settore pubblico sono svuotate di contenuto e come accade nella Regione Lombardia finiscono per essere il terminale organizzativo dei sindacati confederali oltre che dell’UGL. Come abbiamo sostenuto alcuni mesi fa, lanciando, con un notevole successo, il boicottaggio e l’astensione per il rinnovo delle RSU, queste ultime, ormai, servono solo a perpetuare una mistificazione sul loro ruolo falsamente democratico. Partecipare a questo tipo di elezione costituisce sempre più un rito vuoto ed inutile che serve solo a legittimare in modo beffardo il ruolo antidemocratico e repressivo di CGIL-CISL-UIL (basta vedere i vari regolamenti delle RSU, quello della regione Lombardia è emblematico, che limitano illegalmente i diritti sindacali ed escludono dalle delegazioni trattanti i sindacati extra-confederali e autonomi come sta accadendo in regione Lombardia).

LA SITUAZIONE IN REGIONE LOMBARDIA

Non c’è molto da dire in più sulla realtà regionale: siamo tra la staticità asfissiante e il progressivo deterioramento. Dopo il contentino elettorale del contratto integrativo, la cui inadeguatezza e contraddizioni avevamo denunciato a suo tempo, abbiamo assistito alla firma di un paio di accordi voluti in realtà dall’amministrazione e dai confederali di CGIL-CISL-UIL.
Uno è l’accordo che di fatto trasferisce un certo numero di lavoratori regionali del fito-sanitario all’Ersaf ed è una decisione che si inserisce nel progetto di ridimensionamento dell’organico regionale perseguito da Formigoni & C.
L’altro accordo riguarda una leggera modifica sui processi occupazionali: nessuna novità sostanziale se non un piccolissimo ed inadeguato incremento dei passaggi dalla cat.B alla C e un ridicolo aumento dei passaggi dalla A alla B. E’ stata ancora una volta ignorata la logica ed elementare esigenza di svuotamento della categoria A.
Per ora nessuna novità su malattia e ferie. A questo proposito vogliamo ricordare che la normativa attualmente in vigore NON OBBLIGA all’utilizzo dell’80% delle ferie entro il 31 dicembre di ogni anno. Per cui invitiamo tutti i colleghi ad adeguarsi alla normativa e non alle bizze ossessive e totalitarie dell’amministrazione, organizzino le ferie secondo le loro esigenze. In caso di violazioni della normativa c’è il ricorso legale. Ricordiamo che l’indicazione dell’utilizzo dell’80 % delle ferie è semplicemente uno degli obiettivi che vengono posti al dirigente per il raggiungimento dei suoi obiettivi ai fini del suo lauto premio economico.

DIAMOCI UN’AUTOORGANIZZAZIONE DETERMINATA ED EFFICIENTE IN GRADO DI GESTIRE LO SCONTRO CON LA CONTROPARTE!
ADERITE ALL’AL COBAS CUB

PER DISCUTERE DI TUTTO QUESTO PARTECIPATE ALLA RIUNIONE CHE SI TERRA’ A MILANO IL 18 APRILE 2008 ALLE ORE 14.30 IN UN LUOGO CHE SARA’ SUCCESSIVAMENTE COMUNICATO. Chi intende partecipare per dare un suo contributo ci invii un e-mail.

Siamo a disposizione per la compilazione del modello 730.

Milano,12 marzo 2008

AL COBAS-CUB REGIONE LOMBARDIA

venerdì 18 gennaio 2008

LA GESTIONE 'CONFESSIONALE' DELLA GIUNTA FORMIGONI

Milano, 17 gennaio 2008

Formigoni, attraverso un comunicato fatto diffondere dai suoi più stretti "collaboratori" cerca di mobilitare e condizionare i lavoratori della Regione Lombardia in difesa delle interferenze del Vaticano* (vedere comunicato allegato)
Nessuna solidarietà al prof. Ratzinger. Basta con le interferenze confessionali nella vita pubblica!

Noi non esprimiamo alcuna solidarietà al prof. Ratzinger e diffidiamo Formigoni e il direttore generale della Regione Lombardia di farlo a nome nostro.
A proposito della vicenda dell'Università di Roma, vogliamo ricordare che è stato il prof.Ratzinger a rinunciare alla visita nel timore di confrontarsi con altre posizioni che sicuramente non avrebbero espresso l'abituale servile ed irrazionale consenso che ottiene fra i suoi fedeli seguaci. Quindi non vi è stato alcun impedimento reale alla sua visita alla Sapienza.
Tutta la polemica superficiale e strumentale che ne è seguita, evidentemente, non tiene conto delle posizioni reazionarie, retrive ed oscurantiste che hanno accompagnato l'attività di Ratzinger su argomenti come scienza, aborto, coppie di fatto, fecondazione assistita ecc.ecc.; oppure le responsabilità storiche ed etiche della chiesa cattolica nel genocidio di milioni di persone ( crociate, inquisizione, persecuzione di Galileo Galilei, dominazione coloniale con annesso l'annientamento di milioni di persone nel continente americano ed altrove, fino ad arrivare al
colpevole silenzio della chiesa cattolica sullo sterminio nazista degli ebrei ecc.ecc.).
Infine, Ratzinger è il capo di uno stato confessionale straniero e quindi non si capisce il perché dovrebbe essere legittimato ad inaugurare un anno accademico in un altro stato indipendente e sovrano. Bando quindi alle
ipocrisie, alle lacrime di coccodrillo e alle strumentalizzazioni Sarebbe stato più logico e sintomo di grande sensibilità da parte di Formigoni e Sanese (direttore generale dell'ente Regione Lombardia) esprimere una decisa presa di posizione in solidarietà con gli operai della Thyssen-Krupp assassinati dal profitto capitalista, oppure verso gli operai metalmeccanici e i lavoratori pubblici che hanno salari di fame ed attendono il rinnovo del contratto da più di due anni.

Giorgio Riboldi - responsabile AL COBAS-CUB della Regione Lombardia

ALLEGATO:
Questo è la mail inviata dalla segreteria del direttore generale della Regione Lombardia ai dirigenti
Oggetto: URGENTE - Presa di posizione su Papa-La sapienza
16/01/2008 16.41
Alla luce degli accadimenti che hanno portato il Vaticano ad annullare la
visita del Papa a La Sapienza, d'intesa con Sanese, Vi propongo una presa
di posizione, riassunta nel testo che Vi invio.

La raccolta delle adesioni è stata organizzata per domani, giovedì 17
gennaio dalle ore 12,30 alle ore 13,30 - presso l'Auditorium Gaber;

Due ulteriori informazioni:
1. il Presidente sarà presente alle ore 12,30. La VicePresidente e gli
Assessori sono stati inviati.
2. su iniziativa di alcuni Colleghi verrà proposta anche una testimonianza
di preghiera.

Grazie
Neva
Milano, 16 gennaio 2008
I FATTI CHE HANNO PORTATO IL VATICANO AD ANNULLARE LA VISITA DI BENEDETTO XVI ALL’UNIVERSITA’ LA SAPIENZA DI ROMA COLPISCONO LA DIRIGENZA E IL PERSONALE DI REGIONE LOMBARDIA CHE, INSIEME A TANTE ALTRE VOCI DI QUESTE ULTIME ORE, RITIENE DOVEROSA LA SUA TESTIMONIANZA.
QUALUNQUE AZIONE CHE IMPEDISCA A PRIORI IL CONFRONTO DELLE IDEE, LA CONOSCENZA E IL RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO ALTRUI DI ESPRESSIONE NON PUO’ PASSARE SOTTO SILENZIO;
ANCOR PIU’ SE PROVENIENTE DA RAPPRESENTANTI DEL MONDO SCIENTIFICO E SE RIVOLTA AD UN CAPO DI STATO, MASSIMA AUTORITA’ DEL MONDO CATTOLICO
LA DIRIGENZA E IL PERSONALE REGIONALE, IMPEGNATI NELLA CONCRETA ATTUAZIONE DI UNA AZIONE ISTITUZIONALE QUOTIDIANA IMPRONTATA ALLA TRASPARENZA, AL CONFRONTO E ALLA SUSSIDIARIETA’
ESPRIMONO
PROFONDA PREOCCUPAZIONE PER LA LOGICA CHE SOTTENDE QUESTI EPISODI
SOLIDARIETA’ AL SANTO PADRE PER L’ACCADUTO

lunedì 26 novembre 2007

RSU: i risultati e la lezione da trarre dalle elezioni

Comunicato n. 16
Milano, 25 novembre 2007

LA LEZIONE DA TRARRE DALLE ELEZIONI DELLE RSU IN REGIONE LOMBARDIA:
COSTRUIRE UN SINDACATO INDIPENDENTE, UNITARIO E DI MASSA
Prima di entrare nel merito delle valutazioni è corretto precisare quanto segue.
Questa volta i componenti delle RSU da eleggere erano 33, mentre la volta precedente erano 42; l’attuale platea degli aventi diritto al voto era di circa 3000 unità, mentre la volta precedente era di 3106. Questa premessa tecnica per dire che per avere un quadro di come sono andate le elezioni occorre confrontare esclusivamente le percentuali e non il numero dei voti, né quello dei seggi, altrimenti si avrebbe un dato del tutto falsato. Dobbiamo inoltre rilevare, per correttezza, che la composizione sociale e la struttura gerarchica in Regione Lombardia è profondamente cambiata.

Gli elementi che emergono dalle elezioni delle RSU nell’ente Regione Lombardia sono i seguenti:
1)Vi è stata una forte crescita delle ASTENSIONI e di chi comunque non ha espresso il voto (schede nulle e bianche). Ha votato poco più del 60% degli aventi diritto, contro il 70% del 2004. Questo dato dimostra ciò che noi andiamo dicendo da tempo e che abbiamo ribadito nel promuovere l’astensione dal voto: esiste una profonda sfiducia rispetto a TUTTE le organizzazioni sindacali presenti in regione, che ormai non rappresentano più, nella loro maggioranza, gli interessi reali dei lavoratori. Questo dato è preoccupante e deve far riflettere e sollecitare una profonda riflessione soprattutto nell’area del sindacalismo extra confederale. E’ emersa con chiarezza una profonda crisi di rappresentanza politica e sindacale. Se il sindacato non fa bene il sindacato le regole e i contenuti rivendicativi li dettano le controparti, nel nostro caso l’amministrazione regionale.
Questo i lavoratori l’hanno capito e hanno punito quelli che storicamente avrebbero dovuto essere più vicini ai loro interessi (CGIL e i COBAS presenti nella competizione).
2)La CGIL (sindacato confederale) perde circa il 3% dei consensi, mentre CISL E UIL (gli altri due sindacati confederali) recuperano in percentuale rispettivamente il 3,1% e l’1,5% circa, confermando il loro ruolo di sindacati clientelari e corporativi, sempre più fedeli interpreti delle politiche paternalistiche, moderate, ricattatorie ed autoritarie dell’amministrazione regionale oltre che “fucine” di futuri quadri.
Hanno raccolto voti facendo promesse e stilando programmi demagogici che resteranno regolarmente inapplicati. I sindacati confederali, soprattutto quelli più clientelari e filo-amministrazione, cercheranno di accontentare di nuovo qualche loro “fedelissimo” e, a sostegno di ciò che noi affermiamo da tempo, basterà scorrere gli elenchi dei nuovi “quadri” e dei “percettori delle varie indennità” per verificare che una parte molto alta di questi soggetti risulterà essere “attiva” nei sindacati confederali. Ma si sa: la fedeltà premia e fa aggio sull’oro!
A proposito, avete notato come l’amministrazione regionale si sia attivata per spingere i lavoratori a votare? Questo è accaduto perché la giunta, per poter portare avanti impunemente le sue politiche di contenimento salariale e di strisciante controllo e autoritarismo, ha la necessità di avere come soli e solidi interlocutori CGIL-CISL E UIL e ora anche il sindacato corporativo di destra degli autisti (UGL). Preoccupante è l’affermazione di questo sindacato corporativo di destra e sul quale torneremo successivamente per dimostrare il suo legame con esponenti della giunta regionale e con taluni consiglieri regionali di destra. Dobbiamo aggiungere che, se si analizza la composizione delle due liste confederali che hanno recuperato in percentuale, si vedrà che un numero significativo di individui o è politicamente “vicino” all’attuale giunta, o è stata sponsorizzato da qualche dirigente che ha ruoli di stretta collaborazione con la medesima.
3)I due Cobas presenti nella competizione hanno perso rispettivamente circa il 4,5% (SDL) e lo 0,5% (SLAI), pagando scelte di politica sindacale che i lavoratori hanno considerato analoghe a quelle di CGIL, CISL, UIL per la loro inutilità, insussistenza ed inefficacia, come ad esempio l’inutile sottoscrizione della pre-intesa del 2006 che ha scontentato tutti. Queste organizzazioni sono state penalizzate anche perché hanno sempre giocato di rimessa e sono sempre state al tavolo delle trattative in posizione subordinata a quella dei confederali, e non hanno mai chiamato alla lotta i lavoratori per raggiungere degli obiettivi generali ed unitari che potessero ribaltare i rapporti di forza.
Non basta chiamare periodicamente i lavoratori a partecipare agli scioperi generali, e questa osservazione riguarda anche il nostro sindacato; al contrario è necessario lavorare con metodo e rigore per costruire rapporti di forza favorevoli ai lavoratori, in modo da poter far partecipare direttamente gli stessi nelle scelte rivendicative, forzando i vincoli che ci ostacolano nell’esercitare il pieno diritto di sciopero e di mobilitazione. Occorre creare le condizioni per vanificare o abrogare la legge 146 (che impone limitazioni e condizionamenti nel diritto di sciopero); oppure costruire dei rapporti di forza a noi favorevoli per scardinarla nei fatti, in sostanza operare al di fuori dalle regole del gioco imposte dall’avversario, come è avvenuto in questi giorni in Francia.
Dopo queste elezioni le RSU (vista la maggior debolezza del SDL) saranno ancora di più un paravento dietro cui CGIL-CISL-UIL continueranno a fare il bello e il cattivo tempo all’ombra asfissiante dell’amministrazione, con l’aggravante che il sindacato più vicino all’amministrazione (CISL dell’Ente regione) avrà, purtroppo, maggior voce in capitolo.
NON DELEGHIAMO A NESSUNO la gestione del nostro futuro e la difesa dei nostri interessi. Le condizioni oggettive sempre più difficili ci devono impegnare in uno sforzo intelligente di riorganizzazione, in grado di ribaltare gli attuali rapporti di forza per costruire un forte sindacato indipendente e contrastare tutti i tentativi di ridurre i lavoratori a pura massa di manovra, chiamata a votare ogni tre anni per delegare a rappresentarci chi fa l’interesse della controparte e del padrone.
L’unico antidoto a questa situazione è la pratica indipendente ed autonoma a livello di massa e un impegno costante per realizzare una maggiore unità tra i sindacati extra-confederali, la cui divisione in una miriade di sigle risulta incomprensibile ed è deleteria per tutti i lavoratori.
PER TUTTE QUESTE CONSIDERAZIONI, e a seguito dei risultati elettorali che hanno visto un forte ridimensionamento dei sindacati extraconfederali, NOI PROMUOVEREMO UN INCONTRO entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo per discutere ed elaborare una strategia comune che vada oltre le RSU ed oltre la difesa del proprio “orticello” organizzativo ed abbia come obiettivo il ritorno dei lavoratori ad essere protagonisti del loro destino ed un ribaltamento dei rapporti di forza che possa favorire l’apertura di un nuovo periodo in cui forme di rappresentanza sganciate dal condizionamento dei confederali e dell’amministrazione possano esercitare un ruolo decisivo nella dialettica della contrattazione.
A questo incontro sono invitati tutti quelli che hanno accolto il nostro appello ad astenersi, tutti i lavoratori che non si riconoscono in nessuna sigla sindacale, oltre che i Cobas della Regione Lombardia (SDL e Slai), gli scontenti di CGIL-CISL-UIL e del sindacato autonomo (CSA), che si è visto pesantemente penalizzato nonostante alcune ultime sue scelte fuori dal coro.
NOI NON SIAMO AFFATTO RASSEGNATI ! L’unità fra lavoratori è la nostra forza principale. Se si è uniti ed organizzati si può contare di più. Non è più tempo di stare impotenti ed in posizione subordinata in organismi come esecutivi, direttivi ecc. che ormai non sono più né momenti decisionali né tantomeno di elaborazione, nelle RSU come nei sindacati confederali.
La nuova stagione delle RSU, iniziata circa 15 anni fa e che aveva suscitato giuste aspettative e speranze, si è conclusa, almeno in Regione Lombardia. E’ indispensabile passare ad una nuova fase che metta al centro la mobilitazione e la lotta per spazzar via tutto ciò che contribuisce a peggiorare le condizioni di vita della maggioranza dei lavoratori.

A.L. Cobas – CUB Regione Lombardia

mercoledì 21 novembre 2007

BOICOTTARE LE ELEZIONI DELLE RSU

Comunicato n. 15
Milano, 14 novembre 2007

ELEZIONI RSU 19-22 NOVEMBRE 2007: NELL’ENTE REGIONE LOMBARDIA NON ANDATE A VOTARE!

ASTENIAMOCI NELL'ENTE REGIONE LOMBARDIA DAL DELEGARE ALLE SOLITE
ORGANIZZAZIONI SINDACALI LA RAPPRESENTANZA DEI NOSTRI INTERESSI!

LE RSU NELL'ENTE REGIONE SONO ORMAI UN INVOLUCRO VUOTO MANOVRATO DA
CGIL-CISL-UIL E HANNO PERSO QUELLA CHE AVREBBE DOVUTO ESSERE LA LORO
FUNZIONE ORIGINARIA DI STRUMENTO DEMOCRATICO DI RAPPRESENTANZA.

IN QUESTI ULTIMI ANNI LE RSU DELLA REGIONE LOMBARDIA NON HANNO MAI AVUTO UN
RUOLO AUTONOMO. IL LORO BILANCIO E’ FALLIMENTARE!ASTENERSI E COMUNQUE NON
VOTARE PER LE LORO LISTE SIGNIFICA LANCIARE UN SEGNALE CHIARO PER
RIDIMENSIONARE IL RUOLO DI CGIL-CISL-UIL CHE SVOLGONO SEMPRE PIU'
UN'ATTIVITA' SUBORDINATA E DI COLLABORAZIONISMO CON LA CONTROPARTE.

Tutti i componenti l’esecutivo RSU uscente (nessuno escluso) hanno la
responsabilità di aver firmato la pre-intesa A PERDERE del luglio 2006 imposta dall’Amministrazione e dai confederali.

Questo accordo, una volta applicato e contrastato solo da qualche esponente
delle RSU che troppo in ritardo si era reso conto dell’errore nell’aver
sottoscritto la pre-intesa, ha prodotto ulteriori divisioni e danni:1) una
fetta consistente di lavoratori è stata esclusa dai passaggi di livello (D5
e altri); 2) non vi è stato nessun svuotamento della categoria A; 3) non vi
è stato alcun aumento strutturale del Fondo incentivante (anzi, vi è stata
una sostanziale diminuzione, non essendo state ridistribuite le quote "in
rimanenza" che normalmente venivano erogate nel mese di luglio); 4) non
sono state rimesse in discussione dalla maggioranza dell’esecutivo le
famigerate "pagelline" che costituiscono un vero e proprio strumento di
controllo, di dominio e di divisione dei lavoratori; 5) sono state
istituite nuove indennità (specialistica, disagio orario ecc.) erogate
dall’amministrazione in modo arbitrario, clientelare e paternalistico con
l’avallo dei soliti sindacati confederali, che in tal modo hanno cercato di
accontentare qualche loro "fedelissimo"(basta scorrere gli elenchi dei
"quadri" e dei "percettori delle indennità" per vedere che una parte
significativa di questi soggetti risulta essere "attiva" nei sindacati
confederali, pur possedendo titoli e requisiti inferiori ad altri.
L’attribuzione di queste indennità a poche decine di soggetti contribuisce
ad accrescere ulteriormente la differenziazione e la parcellizzazione
salariale a parità di mansioni e di funzione. I SALARI REALI DELLA
MAGGIORANZA DEI LAVORATORI SONO SEMPRE PIU’ INSUFFICIENTI
, perché erosi dal
caro-vita e non consentono di arrivare a fine mese. Ricordiamo che il
rinnovo contrattuale è in ritardo di due anni! (questo è un altro capitolo
vergognoso che dovrebbe far riflettere) e CGIL-CISL-UIL ed il loro governo
"amico" ne sono i responsabili.Inoltre, il consiglio RSU si è riunito
pochissime volte in tre anni. Lo stesso esecutivo a maggioranza
CGIL-CISL-UIL ha funzionato poco e male, a causa del boicottaggio degli
stessi sindacati confederali e all’inadeguatezza della maggioranza dei
componenti e soprattutto di chi avrebbe dovuto coordinarne il funzionamento.

A tutto questo si deve aggiungere il fatto che la maggioranza confederale
della RSU, accodandosi a CGIL-CISL-UIL, non ha preso nessuna efficace
iniziativa di contrasto e di lotta contro le decisioni unilaterali ed
arroganti dell’amministrazione in materia di malattia e ferie (a proposito,
è necessario ricordare che non esiste alcuna normativa che imponga
l’utilizzo delle ferie entro il 31 dicembre di ogni anno e la loro
fruibilità è regolata dal contratto nazionale). Da tempo le RSU in Regione
Lombardia sono svuotate di contenuto e non svolgono più alcun ruolo
efficace. Ai sindacati extra-confederali è sostanzialmente negata ogni
agibilità sindacale, il regolamento elettorale nazionale li penalizza e
impedisce loro di presentarsi in un’unità federativa alle scadenze delle
RSU.

Le Rappresentanze Sindacali Unitarie sono ormai solo il paravento dietro
cui CGIL-CISL-UIL continuano a fare il bello e il cattivo tempo all’ombra
dell’amministrazione. Costituiscono, di fatto, il loro terminale
organizzativo negli enti pubblici.

LE SCELTE CHE CONTANO vengono fatte dalle segreterie regionali di
CGIL-CISL-UIL al di fuori delle RSU ( basta analizzare i verbali delle
trattative per verificare chi gestisce realmente il confronto fasullo con
l’amministrazione).

In questi anni la giunta di Formigoni ha dettato l’agenda della
contrattazione, senza che mai la maggioranza delle RSU si sognasse di
alzare la testa per opporsi, o per contrapporre una propria piattaforma
rivendicativa come avveniva nel passato.

Le assemblee generali sono sempre più rare e i documenti e le piattaforme
approvate sono ignorate o manipolate dai sindacati confederali.

Risulta evidente la crisi di rappresentanza politico-sindacale.

E’ l’amministrazione che detta le regole con il silenzio-assenso di
CGIL-CISL-UIL.

E’ l’amministrazione regionale che, con un meccanismo di comunicazione
subdolo e totalitario, cerca di convincere i lavoratori che i suoi
interessi coincidono con i loro e cerca di trasformare le strutture
regionali in dipendenze politiche della giunta Formigoni-Sanese. Basta
vedere le attività svolte da alcuni uffici per rendersi conto che si
muovono come se fossero delle dipendenze elettoralistiche di "comunione e
liberazione", o di "forza italia" o di qualche "assessorucolo"(il tutto
scritto minuscolo per scelta e per sottolineare il nostro profondo
disprezzo), senza che i lavoratori abbiano più il coraggio e la forza di
ribellarsi per il timore di vedersi penalizzati nell’erogazione delle varie
indennità. Siamo tornati al paternalismo più becero che era stato
cancellato dalle grandi lotte unitarie del passato. Il tutto senza che
CGIL-CISL-UIL diano neppure labili segnali di opposizione, anzi ne sono
complici coscienti e consapevoli.Dobbiamo tornare ad essere protagonisti
per contrastare tutto ciò ed invertire questa tendenza involutiva!

Combattiamo la rassegnazione, la paura, i timori e i meccanismi ricattatori!

Lavoriamo per costruire nuovi modelli di rappresentanza, basati sul rifiuto
di qualsiasi delega e sul superamento dei meccanismi legislativi che
tendono a limitare il diritto di sciopero! (cominciamo a pensare di fare
come in Francia, con forme di lotta nuove, più radicali e prolungate nel
tempo per difendere i diritti acquisiti ed acquistarne di nuovi).

L’unità nell’azione, la volontà di raggiungere alcune finalità (ATM di
Milano, SEA di Malpensa e Linate, Fiat di Melfi ci indicano metodi di lotta
efficaci e vincenti) e il protagonismo diretto dei lavoratori costituiscono
l’unico strumento per realizzare i nostri obiettivi e la difesa dei nostri
diritti.

NON DELEGHIAMO A NESSUNO la gestione del nostro futuro e la difesa dei
nostri interessi. Le condizioni oggettive sempre più difficili ci devono
impegnare in uno sforzo intelligente di riorganizzazione, in grado di
ribaltare gli attuali rapporti di forza per costruire un forte sindacato
indipendente e contrastare tutti i tentativi di ridurre i lavoratori a pura
massa di manovra, chiamata a votare ogni tre anni per delegare a
rappresentarci chi fa l’interesse della controparte e del padrone. Questa è
la così detta democrazia rappresentativa, ovvero la "democrazia dei
capitalisti e della borghesia" che ci fotte ogni 3 anni con le elezioni
sindacali o referendum fasulli e ogni 5 anni con le elezioni politiche!
Tutti fanno promesse e programmi elettorali, poi nessuno li rispetta senza
che sia richiesto a questi individui di rendere conto del loro operato.
L’unico antidoto a questa situazione è la pratica indipendente ed autonoma
a livello di massa e un impegno costante per realizzare una maggiore unità
tra i sindacati extra-confederali, la cui divisione in una miriade di sigle
risulta incomprensibile ed è deleteria per tutti i lavoratori. Noi ci
impegniamo a contribuire nella faticosa realizzazione di un sindacato
unitario, indipendente e di massa.NOI NON SIAMO AFFATTO RASSEGNATI ! Il
nostro futuro è nelle nostre mani, incominciamo quotidianamente a
respingere i soprusi, gli arbitrii e le varie angherie che tentano di farci
subire. La difesa della nostra dignità non può essere delegata a nessuno e
sta soprattutto nella nostra capacità di non farci opprimere e subordinare!
L’unità fra lavoratori è la nostra forza principale. PER TUTTE QUESTE
CONSIDERAZIONI CI ASSUMIAMO LA RESPONSABILITA’ POLITICA E MORALE DI
BOICOTTARE QUESTE ELEZIONI DELLE RSU, CHIEDENDO AI LAVORATORI DI NON ANDARE A VOTARE.

RAFFORZIAMO L’AL COBAS-CUB SINDACATO INDIPENDENTE ED AUTORGANIZZATO!

Riprendiamoci il diritto e la voglia di cambiare la situazione grigia e
mortifera in regione Lombardia !

Spazzare via i sindacati collaborazionisti e subordinati alle logiche
dell’amministrazione e del capitalismo liberista!

L’opportunismo, la subordinazione e la rassegnazione sono anche loro nostri
nemici, combattiamoli!

A.L. Cobas-CUB Regione Lombardia

mercoledì 7 novembre 2007

9 novembre 2007 sciopero generale

Comunicato n. 14
Milano, 7 novembre
90° anniversario della rivoluzione di ottobre

venerdì 9 novembre 2007: SCIOPERO GENERALE
di tutta la giornata indetto da tutto il sindacalismo di base
(A.L. Cobas-CUB , CUB, SdL, USI, Confederazione Cobas, Slai)

Manifestazione regionale a Milano
partenza largo Cairoli ore 9.30

CONTRO

·
LA LEGGE FINANZIARIA E L’ACCORDO DEL 23 LUGLIO SULLE PENSIONI E LA PRECARIETA’

· LO SCIPPO DEL TFR E DEL TFS E PER IL DIRITTO AL RECESSO IN QUALSIASI MOMENTO

· L’AUMENTO E IL FINANZIAMENTO DELLE SPESE MILITARI

PER

·
L’AUMENTO GENERALIZZATO DI TUTTI I SALARI, GLI STIPENDI E LE PENSIONI per adeguarli al reale costo della vita. Negli ultimi 15 anni tutti i salari reali sono diminuiti, favorendo la crescita dei profitti e delle rendite.

· IL TAGLIO DELLE TASSE su salari e pensioni portando la prima aliquota IRPEF dal 23% al 18% .

· L’ABOLIZIONE DELLA LEGGE 30 E DELLA LEGGE TREU che hanno stabilizzato il precariato nel nostro paese.

· IL DIRITTO ALLA PENSIONE CON 35 ANNI DI ANZIANITÀ O 60 ANNI DI ETÀ, calcolo al 2% sugli ultimi anni di lavoro.

· IL RINNOVO CONTRATTUALE DEI DIPENDENTI PUBBLICI ORMAI SCADUTO DA DUE ANNI, rivendicando un aumento uguale per tutti di almeno 300 euro mensili.

Lo sciopero del 9 novembre diventa una scadenza fondamentale per tutti i lavoratori che intendono ribellarsi e rifiutare le scelte che il governo Prodi oggi e quello di Berlusconi ieri vogliono e hanno voluto imporre.
Il mantenimento e l’estensione della precarietà nei rapporti di lavoro e l’aumento dell’età pensionabile, con progressiva diminuzione della pensione stessa, costituiscono la struttura portante del protocollo d’intesa sul welfare e della finanziaria.
Il protocollo è stato oggetto di un referendum truffaldino. E’ stato un imbroglio fin dall’inizio, e manipolato anche nel suo svolgimento (non esisteva una platea di votanti certa, non vi è stato nessun controllo imparziale durante lo spoglio dei voti, i seggi volanti non hanno garantito la segretezza, hanno fatto votare anche settori che non erano interessati al contenuto del referendum stesso, insomma un imbroglio degno delle dittature reazionarie più retrive).

La precarietà nei rapporti di lavoro ormai pervade tutta la società e crea un’insicurezza sociale mostruosa oltre che un aumento di infortuni e morti sul lavoro (questo è il vero terrorismo dell’organizzazione capitalistica della società).

Le pensioni perdono progressivamente il loro valore. L’aumento dell’età pensionabile è un vero e proprio crimine sociale, perché impedisce di liberare nuovi posti di lavoro per le nuove generazioni e consente di prolungare nel tempo lo sfruttamento fisico e psicologico in settori dove il lavoro è più usurante che in altri.

Dobbiamo organizzarci per fare riuscire lo sciopero e per iniziare a creare le condizioni per ribaltare tutte queste logiche basate sullo sfruttamento del moderno proletariato, sulla manipolazione e la menzogna diffuse dai potentati economici, dal governo e avallate coscientemente e colpevolmente da CGIL-CISL-UIL.

Lo sciopero generale del 9 novembre è solo un inizio di una lotta che dovrà servire non solo a contrastare le scelte politiche, economiche e sociali del capitalismo e dei suoi governi amici, ma anche l’inizio di un nuovo protagonismo dei lavoratori fuori dai sindacati confederali CGIL-CISL-UIL.

Per questi motivi lo sciopero dovrà essere il più incisivo possibile e generalizzato agli studenti e ai settori sociali maggiormente colpiti dalle scelte governative.

Venerdì 9 novembre 2007 sciopero generale con manifestazione regionale a Milano, partenza largo Cairoli ore 9.30

A.L. COBAS – CUB REGIONE LOMBARDIA

venerdì 28 settembre 2007

BOICOTTIAMO IL REFERENDUM TRUFFA SUL WELFARE DELL'8-10 OTTOBRE INDETTO DA CGIL-CISL-UIL

Comunicato n. 13
Milano, 28 settembre 2007

Boicottiamo il referendum truffa dell’ 8/10 ottobre indetto per legittimare la firma di CGIL-CISL-UIL all’accordo del 23 luglio. Non partecipiamo alle assemblee.
Non partecipiamo al voto.

Dopo aver firmato con governo e padronato il protocollo del 23 luglio CGIL-CISL-UIL vogliono ora con una consultazione che non ha alcun valore vincolante, il cui risultato è già deciso, legittimare con una falsa democrazia una intesa in cui hanno vinto banchieri, confindustria e governo e perso lavoratori, precari e pensionati.

Assistiamo all’ennesima consultazione-truffa perché hanno già firmato e non cambierà niente. Viene proposta una consultazione senza regole e nessuna garanzia di regolarità.

Gli aventi diritto al voto tra lavoratori e pensionati sono oltre 35.000.000 e non è previsto nessun quorum per la validità della votazione. I seggi saranno gestiti da CGIL-CISL-UIL e si voterà anche nelle loro sedi.

Hanno già dichiarato che la partecipazione al voto sarà ritenuta un successo se risulterà dai loro verbali una affluenza intorno al 13% degli aventi diritto.

Partecipare al referendum significa solo legittimare una farsa di democrazia e nella sostanza legittimare la firma dell’accordo.

La democrazia sindacale è calpestata, ai lavoratori non è stata data la possibilità di decidere sulle proposte da presentare al governo, né è stato chiesto alla delegazione della CUB, presente alle trattative con il governo, di esprimersi prima di firmare.

La Cub, che ha partecipato agli incontri a Palazzo Chigi, non ha sottoscritto il protocollo su previdenza, lavoro e competitività perché:
1. viene aumentata l’età pensionabile arrivando a peggiorare la legge Maroni.
2. per i lavoratori che svolgono attività gravose o usuranti è previsto un intervento che riguarda solo 5.000 lavoratori, UNA PRESA IN GIRO!
3. vengono ridotti i coefficienti per il calcolo della pensione penalizzando i futuri pensionati a partire da chi inizia oggi il lavoro.
4. viene data l’elemosina alle pensioni basse (il 15% degli attuali pensionati) e che sarà rimangiata in breve tempo dall’aumento dei prezzi.
5. mancata indicizzazione delle pensioni in essere che continuano a perdere potere di acquisto
6. La parte del protocollo che riguarda gli ammortizzatori sociali è totalmente ininfluente rispetto alla esigenza di contrastare il lavoro precario e all’esigenza di interventi a sostegno del reddito.
In compenso il protocollo prevede ulteriori regali a Confindustria riducendo il compenso per gli straordinari che costeranno meno del lavoro normale e aumentando il salario aziendale su cui non saranno versati i contributi previdenziali con un impatto negativo sui conti dell’Inps.

L’A.L. Cobas e la Cub propongono di boicottare il referendum di CGIL-CISL-UIL non partecipando né alle assemblee né al voto. Partecipare al referendum legittima la continuazione di una politica che penalizza lavoratori, pensionati e precari.


Basta con la falsa democrazia e gli accordi-truffa.

Riprendiamo le mobilitazioni per il:
· rilancio della previdenza pubblica; contro l'aumento dell'età pensionabile; diritto alla pensione con 35 anni di contributi, calcolo per tutti al 2% annuo sulle ultime retribuzioni, rivalutazione automatica legata al costo della vita e alla dinamica salariale, recupero della perdita di potere d'acquisto.
· lavoro stabile e reddito per tutti con la completa cancellazione delle tipologie contrattuali previste dal pacchetto Treu e dalla legge 30 stabilendo la centralità del lavoro a tempo indeterminato come forma tipica del lavoro subordinato.
· sostegno al reddito per quanti si trovano privi di attività lavorativa o con un reddito inferiore a 8.000 euro e maggiori tutele per le lavoratrici.

Partecipiamo alla Sciopero Generale indetto dai sindacati di base per il 9 novembre per respingere i contenuti del protocollo e rivendicare la redistribuzione del reddito.

A.L. COBAS – CUB Ente Regione Lombardia

ANCORA ACCORDI DISCRIMINATORI IN REGIONE LOMBARDIA

Comunicato n. 12
Milano, 31 agosto 2007

ANCORA ACCORDI DISCRIMINATORI IN REGIONE LOMBARDIA

PROGRESSIONE ECONOMICA D5- D6 E ATTRIBUZIONE INDENNITA’ "FUNZIONE SPECIALISTICA": ancora accordi truffaldini e discriminatori. Il tutto come risultato della famigerata pre-intesa del luglio 2006 sottoscritta da tutti (proprio tutti) i sindacati presenti nelle RSU.

NO ALLO SCIPPO DEL NOSTRO TFS(TFR)! Ai primi di agosto e’ stato raggiunto l’accordo fra CGIL-CISL-UIL e controparti pubbliche per l’introduzione della previdenza complementare anche nel pubblico impiego. Dopo aver cercato di scippare il salario differito dei lavoratori privati ora tentano di rapinare il nostro con il consenso attivo di CGIL-CISL-UIL, i cui rappresentanti siederanno nei consigli di amministrazione dei fondi di nuova costituzione.
ORGANIZZIAMOCI PER BOICOTTARE L’OPERAZIONE CHE FRA QUALCHE MESE CI COINVOLGERA’! ***

STANNO SOTTOSCRIVENDO L’ENNESIMO RINNOVO CONTRATTUALE NAZIONALE SU UNA BASE RIDICOLA E PROVOCATORIA (ci scipperanno un anno di pur risibili aumenti, l’adeguamento salariale sarà inferiore a 100 euro lordi in media, saranno aumentate le diversificazioni salariali e il contratto avrà durata triennale e non più biennale…) ****

L’accordo sottoscritto a fine luglio 2007 che prevede il passaggio da D5 a D6 per circa il 50% dei lavoratori interessati, ESCLUDENDO IL RIMANENTE, costituisce una discriminazione INACCETTABILE, INGIUSTIFICABILE, nonché una disinvolta e forzata interpretazione della normativa vigente e in contrasto con accordi sindacali sottoscritti in altri enti. ECCO PERCHE’SOLLECITIAMO I COLLEGHI AD EFFETTUARE IL MAGGIOR NUMERO POSSIBILE DI RICORSI.
Vediamo ora quali sono gli elementi che rendono più evidente la volontà discriminatoria dell’amministrazione, avallata da CGIL, CISL E UIL:
1) ESPERIENZA ACQUISITA: vengono esclusi dal passaggio tutti coloro che, attraverso le progressioni economiche, sono pervenuti in D5 partendo dalla categoria giuridica D1 senza essere inquadrati nella categoria giuridica D3 ( non viene rispettato il principio che a parità di mansioni deve essere garantito il medesimo percorso di carriera).
2) CREDITO PROFESSIONALE e INCARICHI FORMALMENTE ATTRIBUITI: in sostanza chi gode attualmente dell’indennità “quadri” si vede privilegiato nell’attribuzione del punteggio di almeno 10 punti rispetto agli altri (e tutti sanno come l’indennità quadri venga attribuita con metodi unilaterali, clientelari e paternalistici,utilizzando come requisiti fondamentali l’obbedienza, la subordinazione, la rinuncia alla propria autonomia di pensiero e la fedeltà “all’azienda”, almeno nell’80% dei casi). segue
L’applicazione di queste metodologie contrasta in modo evidente con le modalità applicate per la progressione economica degli altri livelli retributivi.
E’ disdicevole che non tutti i lavoratori in D5 abbiano la certezza di poter accedere al livello retributivo D6, ma e ancora più scandaloso e immorale che in tutta questa trattativa-farsa non si sia posto come condizione preliminare a qualsiasi altro accordo il reperimento delle risorse economiche finalizzate allo svuotamento definitivo della cat. A, i cui salari sono da fame.
A questo punto c’è da chiedersi che fine abbia fatto la piattaforma rivendicativa votata quasi unanimemente nel settembre-ottobre 2006. Sarebbe bene che tutti i lavoratori della Regione lo chiedessero ai rappresentanti di CGIL-CISL-UIL che tanto hanno magnificato questi accordi, gettando fumo negli occhi e manipolando in modo subdolo la realtà dei fatti con l’intento di tenersi buoni i propri iscritti e di contenere il dilagare della giusta sfiducia nei loro confronti!
In sostanza, con l’accordo per il passaggio da D5 a D6 che coinvolge una minoranza di lavoratori e con l’attribuzione dell’indennità’ di funzione specialistica solo a coloro che svolgono un’attività’ ispettiva, l’amministrazione regionale, con la colpevole e attiva complicità di CGIL-CISL-UIL, introduce ulteriori frammentazioni e divisioni fra i lavoratori stessi e crea le condizioni per preparare il terreno ad un’élite di funzionari destinati alla carriera dirigenziale.
In definitiva, il progetto del presidente della regione Lombardia e dei suoi soci di cordata si sta compiendo senza alcun CONTRASTO SIGNIFICATIVO neppure da parte della ridicola opposizione consigliare.
Vediamo in cosa consiste questo progetto:
- drastica riduzione di personale( in meno di 5 anni si è passati da 5000 soggetti in organico a meno di tremila);
- ribaltamento dei rapporti di forza tra sindacati e amministrazione, a favore di quest’ultima ( le RSU di fatto sono state annientate e non contano più nulla e sono ridotte a puro e anche un po’ fastidioso( per loro) terminale organizzativo dei sindacati confederali);
- creazione di “una casta privilegiata di funzionari (non tutti) e di dirigenti (non tutti) che costituiscono la “base di consenso” e lo strumento operativo per la realizzazione degli obiettivi politici di questa giunta quali sfrenato liberismo, privatizzazioni, esternalizzazioni di alcune funzioni e mansioni, controllo asfissiante e totalitario del personale (quello ancora non sfiduciato o inglobato nella logica di potere (degli altri)), il tutto ammantato dalla magica parola “sussidiarietà”, con cui questa giunta di comunione e “liberazione” si riempie la bocca e cerca di costruire le sue fortune politiche.

NON DOBBIAMO RASSEGNARCI: occorre autorganizzarsi per contrastare questi progetti, per rimettere in discussione tutti gli accordi a perdere sottoscritti in questi anni!
Bisogna restare uniti ed avere il coraggio di ritornare protagonisti e di difendere la nostra dignità.
Un passaggio fondamentale consiste nell’abbandonare i sindacati confederali che svolgono ormai un ruolo del tutto estraneo agli interessi dei lavoratori.
ISCRIVITI E RAFFORZA L’AL-COBAS DELLA REGIONE LOMBARDIA
RIVOLGITI AI NOSTRI REFERENTI PER I RICORSI ALLA MAGISTRATURA DEL LAVORO.

Milano 31 agosto 2007
AL-COBAS CUB REGIONE LOMBARDIA