venerdì 30 marzo 2007

30 marzo 2007 SCIOPERO NAZIONALE DEL PUBBLICO IMPIEGO

COMUNICATO n. 8
30 marzo 2007

SCIOPERO NAZIONALE DEL PUBBLICO IMPIEGO
Giù le mani dalla pubblica amministrazione!
Giù le mani dal TFSFermiamo questo scempio!

Apriamo nel paese una stagione di lotte e mobilitazioni capace di rilanciare nuove politiche in materia di stato sociale, garanzie costituzionali, pubblica amministrazioneRiappropriamoci della dignità di lavoratori pubblici

Per quanto riguarda la Regione Lombardia scioperiamo per:
riaprire la trattativa sui passaggi orizzontali affinché tutti ne usufruiscano
far ritirare in toto la circolare per malattia e ferie
aprire la trattativa per il nuovo contratto decentrato
· contro la manomissione del contratto di lavoro
· contro la manipolazione dell’amministrazione regionale in materia di orario di lavoro

Manifestazione nazionale a Romapiazza della repubblica ore 9,30
PERCHE' LO SCIOPERO?
Il lavoratore pubblico è bersaglio di una campagna denigratoria che ha come obiettivo lo smantellamento della Pubblica amministrazione.

Ha un salario inadeguato, con contratti senza limiti di tempo e senza garanzie di rinnovo vero e recupero di salario perso per effetto del caro vita.

La sua professionalità acquisita ed accresciuta con anni di lavoro non è riconosciuta.

I carichi di lavoro sono aumentati in modo indiscriminato negli ultimi 15 anni per effetto del reiterato blocco delle assunzioni.

La mobilità selvaggia contenuta nel "memorandum" spiana la strada ai processi di destrutturazione della Pubblica amministrazione.

I criteri adottati per l’erogazione degli “incentivi” sono improponibili ed inadeguati. Si considera l’ente pubblico come se fosse un’azienda privata.

Gli scippano la liquidazione trasformandola in capitale di rischio senza controllo diretto.
Per i lavoratori precari non sono state previste le minime risorse necessarie per attivare seri processi di stabilizzazione.
Gli strumenti della Politica governativa

FINANZIARIA:La manovra finanziaria già fissa gli obiettivi della riforma della P.A. che in parte si realizzano nel provvedimento stesso e in parte si rimandano ad altri atti normativi sottraendoli all’attenzione dell’opinione pubblica.SANITÀ: aumentano i costi e si riducono le prestazioni spingendo i cittadini verso i privati; si paga due volte un’assistenza che poi dovrà essere ricomprata dai privati. Ma il lavoro sporco lo fanno le regioni che attivano le manovre di rientro o contenimento della spesa sanitaria chiudendo ospedali, servizi, posti letto, producendo mobilità, disagio lavorativo legato alla continua riduzione degli organici e ricorso al precariato, sempre più sfruttato e sempre meno garantito.PREVIDENZA TFR-TFS : il TFS non dovrà essere versato al fondo pensione integrativo. Se si verserà non si avrà più diritto alla liquidazione.SPESE MILITARI: in continua ascesa, gli elevati costi del personale in missione, conteggiati nei costi del personale della P.A., contribuiscono al grido di allarme sulla spesa pubblica. Si costruiscono basi militari nel paese senza il consenso delle popolazioni utilizzando anche risorse pubbliche negate per la pubblica amministrazione. CUNEO FISCALE: si tagliano i servizi sociali e i bilanci della P.A. per dare in regalo alle imprese miliardi di euro sottoforma di minori oneri fiscali, accentuando sempre di più lo squilibrio nella redistribuzione della ricchezza prodotta. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: disimpegno dello stato dal territorio; con la riduzione e l’accorpamento di uffici ed enti, prevedendo la riduzione degli organici per effetto della soppressione di uffici periferici. Creazione di esuberi che portano a mobilità e espulsione. Soluzioni inesistenti per i precari, riduzione per il personale di supporto al 15% dell’organico, blocco delle assunzioni.
IL CONTRATTO DI LAVORO è devastato e, ormai ad oltre un anno dalla scadenza, gli aumenti previsti e finanziati sono 15 euro lordi per il 2006 ( vacanza contrattuale), 26 euro per il 2007, 50 euro per il 2008, una perdita dell’1,7% del potere di acquisto.ENTI LOCALI E REGIONI completano il lavoro con blocco dei contratti decentrati, ridimensionamento degli uffici e degli organici a fronte di un aumento delle tasse locali. L’A.L. Cobas RdB-CUB è già impegnata a contrastare i primi effetti provocati dalle politiche di smantellamento. In tutti i settori del pubblico impiego si stanno sviluppando sul terreno vertenziale momenti di lotta e conflittualità diffusa. È necessario che i lavoratori pubblici comprendano che l’unificazione delle singole vertenze è il presupposto per sconfiggere il piano di devastazione della P.A. voluto dal governo, confindustria e da CGIL, CISL E UIL.
MEMORANDUM:Un patto truffaldino con CGIL CISL UIL ai quali vengono garantiti fondi pensione con il TFS e il monopolio della rappresentanza sociale. Si sancisce lo smantellamento della P.A. introducendo criteri di valutazione come la produttività d’impresa per dimostrare l’inefficienza della macchina pubblica. Lo smantellamento delle relazioni sindacali, relegate a mero strumento di realizzazione delle politiche governative, cerca di nascondere il dissenso intorno al processo di riforma.
La riduzione degli uffici e degli organici si realizza attraverso la deregolamentazione del rapporto di lavoro e l’annullamento della trattativa locale. Attua la mobilità selvaggia senza regole con la funzione di spingere gli operatori a lasciare l’impiego. Mentre da una parte si crea una dirigenza tecnocratica come strumento acritico di gestione della nuova P.A. dall’altra si usa l’associazionismo finanziato dal governo, per creare le condizioni sociali per la realizzazione di un forte isolamento e criminalizzazione dei dipendenti pubblici.
AUTHORYTY PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: un’entità esterna alla P.A. che esautora le relazioni sindacali e introduce una gestione autoritaria e senza contraddittorio, un vero e proprio golpe istituzionale che porta il governo dell’amministrazione pubblica fuori da essa. Gli strumenti di intervento si realizzano con l’ulteriore misurazione di produttività legata all’erogazione di salario aggiuntivo che assume dimensioni spaventose comprese tra il 30% e richieste di spingerlo fino al 50%. La finta opposizione di CGIL CISL UIL a questa proposta nasce dalla necessità di salvare le apparenze mentre in realtà si propongono di svolgere le funzioni dell’authority con modelli di cogestione subordinata.
PRECARI : le risorse per la promessa stabilizzazione sono praticamente inesistenti e il rischio di essere espulsi è estremamente reale. Per il 2007 potranno essere utilizzati 120 milioni di euro del fondo 2004 e le risorse della finanziaria 2005 per precari a tempo determinato (TD) con anzianità triennale negli ultimi 5 anni; basta fare la domanda, ma se finiscono i fondi? E questo vale solo per agenzie fiscali, parastato ministeri con l’esclusione di enti locali e sanità che sono i comparti con il più alto numero di precari e contratti atipici.Per il 2008 e il 2009 è disponibile solo il 40 % delle risorse provenienti dai pensionamenti dell’anno precedente; con l’innalzamento dell’età pensionabile è facile capire cosa succede. I precari con contratto formazione lavoro potranno essere stabilizzati solo se ci saranno disponibilità di posti nelle piante organiche, che invece vogliono rivedere per ridurle.Non va certo meglio per le assunzioni dei lavoratori a tempo determinato cui sono riservate il 20 % delle risorse derivanti dai pensionamenti dell’anno precedente.

CHE PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ABBIAMO?
La P.A. e i dipendenti pubblici vivono un diffuso disagio operativo e funzionale, risultato di una strategia di progressivo abbandono della funzione sociale e devastazione della organizzazione degli uffici e del lavoro.
La sottostima dei costi reali, definiti sprechi, ha determinato il mancato finanziamento dei servizi e l’impossibilità che questi svolgano la loro funzione sociale. Il ricorso agli appalti in maniera indiscriminata ha di fatto costruito pezzi crescenti di P.A. aventi natura privata che opera ormai in maniera parallela a quella pubblica.
La conseguenza è stata il ricorso al precariato e alle nuove forme di lavoro rendendo superflui i lavoratori a tempo indeterminato e inutili i servizi pubblici ormai svuotati delle proprie funzioni. Ciò ha permesso la creazione di un nuovo sistema di finanziamento indiretto ai partiti attraverso società legate alla politica e associazioni temporanee di impresa che nascondono la prassi del subappalto. I servizi pubblici si sono riempiti di portaborse e trasformati in riserva indiana per il sottobosco politico, così che, fallita l’esperienza diretta in politica, i "trombati" si sono trasformati in dirigenza apicale inefficiente e connivente con i governi.

TUTTO QUESTO NON PUO' ESSERE ATTRIBUITO A NOI
perché la P.A. non ha mai smesso di funzionare ed ha erogato i suoi servizi
grazie al personale del PUBBLICO IMPIEGO

Ci siamo sempre sostituiti ad uno stato volutamente assente, fino a farsi parte dirigente assumendo in proprio la responsabilità di snellire procedure a scapito di mansionari e regolamenti.

Ci siamo, in alcuni casi, fatti carico di comprare in proprio, senza rimborso, gli strumenti di lavoro (carta, toner ecc.).

Abbiamo proposto e ci siamo battuti per un ordinamento professionale, rifiutato dal governo, sostituendo al mansionismo ottocentesco la professionalizzazione degli operatori, accorpando mansioni e figure professionali per formare dipendenti pubblici capaci di gestire i provvedimenti nella loro interezza annullando la frantumazione dei processi.

Ci siamo opposti alle esternalizzazioni dequalificate e dequalificanti per mantenere l’unicità della P.A. e della propria funzione.

Abbiamo combattuto una flessibilità che soddisfa unicamente le esigenze di potere gerarchico per contrapporre ad essa l’esercizio della nostra professionalità, che consente di operare in autonomia con la garanzia di qualità.

Ci siamo opposti al ricorso a forme di precariato selvaggio che ha costruito una generazione di lavoratori/cittadini senza diritti, garanzie, salari decenti e dal lavoro invisibile.

... EPPURE IL GOVERNO
A fronte di un aumento della ricchezza prodotta e delle corrispondenti maggiori entrate fiscali, non prevede alcun investimento sul piano dei servizi sociali né tanto meno nei confronti dei salari.

Utilizza campagne di diffamazione dei dipendenti pubblici e, approfittando dello scontento sociale per le volute inefficienze della P.A., si appresta ad assestare un colpo mortale alla macchina statale.

Ci propone tagli di uffici e servizi per un risparmio di 2-3 punti di P.I.L. per finanziare il taglio del cuneo fiscale e la competitività delle aziende italiane.

Procede ad esternalizzazioni selvagge e prive di qualunque garanzia di qualità.

Procede alla aziendalizzazione della P.A., già fallita in sanità, assumendo a modello l’impresa e trasformando i servizi in prodotti da vendere e da comprare.

TUTTO CIO' NON E' PIU' TOLLERABILEIL TUO FUTURO LAVORATIVO E I TUOI BISOGNI DI UTENTE DIPENDONO DALLA CAPACITA' DI RISPOSTA DEI LAVORATORI PUBBLICI
Partecipiamo in massa allo sciopero del 30 marzo 2007 e alla manifestazione nazionale a Romapiazza della repubblica ore 9,30

A.L. Cobas-CUB Ente Regione Lombardia

mercoledì 14 marzo 2007

ATTENZIONE! NO AL FURTO DEL TFS

COMUNICATO N. 7
13 marzo 2007

ATTENZIONE! NO AL FURTO DEL TFS

Un altro passo verso il furto della liquidazione dei lavoratori pubblici si è compiuto nei giorni scorsi. Il 6 marzo 2007 l'ARAN e CGIL, CISL e UIL hanno siglato un accordo che consentirà l'istituzione del Fondo di previdenza integrativa per i dipendenti degli enti locali e della sanità. Questo fondo integrativo diventerà il più grande fondo italiano. La sottoscrizione di questo fondo comporterà la trasformazione del TFS in TFR.

OCCORRE BOICOTTARLO RIFIUTANDOSI DI ISCRIVERSI

Anziché difendere il sistema previdenziale pubblico e mobilitarsi per aumentare queste indecorose pensioni, i promotori finanziari di CGIL, CISL e UIL vogliono ingannare i lavoratori di Regioni, Autonomie Locali e Sanità, presentando loro i fondi integrativi come i toccasana per la loro pensione.
Questa intesa, inoltre, farà da battistrada al completamento del furto del TFR in quanto, a breve, si avvierà la previdenza integrativa anche per i restanti comparti del pubblico impiego.
Insomma, manca ancora un piccolo tassello per portare a compimento lo scippo.

DOBBIAMO IMPEDIRE CHE CIO’ SI REALIZZI!!

Nonostante i 17 milioni di euro stanziati per la pubblicità ingannevole favorevole ai fondi privati e che non vi sia la minima possibilità di un contraddittorio con chi la pensa in modo diverso, nel privato l'operazione del furto del TFR non sta dando i frutti preventivati.
Cresce, infatti, l'opposizione sociale e i lavoratori hanno capito bene che occorre diffidare da chi promette rendimenti più alti e magnifica la necessità di un vitalizio integrativo.

Il rendimento del TFR è sicuro, quello del Fondo pensione è a rischio e non prevedibile.
Il TFR in azienda è rivalutato annualmente nella misura fissa del 1,5% più lo 0,75% per ogni punto di aumento dei prezzi. Es: a fronte di un aumento annuo del 2% dei prezzi viene rivalutato del 3%. Nei fondi pensione, invece, il TFR è un investimento a rischio. Occorre ricordare che il governo Prodi su richiesta di CGIL-CISL-UIL ha anticipato di un anno lo scippo del TFR.
I fondi pensione sono a totale rischio per i lavoratori, sono subordinati all'andamento delle Borse e dei mercati finanziari e caratterizzati dall'incertezza del rendimento. Governo, sindacati di Stato, assicurazioni, finanziarie e speculatori di tutti i tipi stanno raccontando un sacco di frottole sul rendimento dei fondi pensione. Non dicono che basta un crollo della borsa di un giorno per far sparire tutti i soldi versati nel fondo pensione privato. Un esempio? Se oggi crollassero del 50% i titoli nei quali Lorsignori hanno investito i nostri soldi, e domani i titoli stessi salissero del 50%, ingenuamente crederemo che il valore rimanga invariato, ebbene non è così: ipotizziamo € 30.000 versati nel fondo pensione, perdendo il 50% ci rimarranno € 15.000 e salendo del 50% aumenteranno di € 7.500 e il nostro capitale salirà a € 22.500. L’indice di Borsa è tornato pari, ma i nostri soldi e il nostro TFR sono diminuiti.

Ecco alcuni esempi che dimostrano l’inaffidabilità dei fondi integrativi pensionistici
Dopo il crack dei fondi pensione della Sicilcassa, di Cassa Ibi (Cariplo), della Bnl e della Comit, un altro crack si è verificato in questi ultimi giorni.
Quello del fondo pensione del Teatro Carlo Felice di Genova.Oggi gli oltre 300 tra pensionati e lavoratori attivi del Teatro Carlo Felice di Genova non sanno se riusciranno a recuperare quanto versato nel fondo di previdenza integrativa a favore del personale dell’Ente autonomo Teatro comunale dell’Opera di Genova. Il Fondo fondato nel 1971 con un accordo tra i sindacati confederali e l’Ente Teatro è andato in liquidazione nel maggio del 2004 (il primo in Italia) con un deficit, secondo il conteggio del commissario liquidatore, di quasi 9 milioni di euro.
E a dare una risposta a questi lavoratori e pensionati saranno, oramai, solo le carte bollate. Il Fondo pensione "era gestito da amministratori e revisori divisi in misura paritetica tra Ente e sindacati confederali CGIL-CISL-UIL".

IL TFR VERSATO AI FONDI PENSIONE È PER SEMPRE E NON PUÒ ESSERE REVOCATO.
SI POSSONO SOTTOSCRIVERE EVENTUALMENTE I FONDI IN QUALSIASI MOMENTO DELLA VITA LAVORATIVA.

I piazzisti di CGIL-CISL-UIL, per convincere i giovani a lasciarsi scippare il TFR, sostengono che avranno una pensione bassa, non dicono che questo avviene perché la pensione si calcola sulla base dei contributi versati in tutta la vita lavorativa (accordo CGIL-CISL-UIL del 1995 con il governo Dini) e per il dilagare del lavoro precario e sottopagato. Farsi scippare il TFR aggiungerebbe al danno la beffa.
Oggi l'INPS è in attivo e nessuno lo dice.
La soluzione reale sta nell'organizzare la lotta per il rilancio della previdenza pubblica e per l'adeguamento delle pensioni al costo effettivo della vita, separando il capitolo della previdenza da quello dell'assistenza. Infatti è il capitolo assistenza che va a pesare in modo negativo sui conti dell'INPS, mentre l'assistenza dovrebbe essere di competenza della fiscalità generale.

NO AI FONDI PENSIONERILANCIO DELLA PREVIDENZA PUBBLICA
LAVORO STABILE - SALARIO - DIRITTI

FORMIAMO ANCHE IN REGIONE LOMBARDIA IL COMITATO CONTRO LO SCIPPO DEL TFR

30 MARZO SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO
Seguirà comunicato con le motivazioni dello sciopero

AL Cobas – CUB Ente Regione Lombardia

lunedì 5 marzo 2007

VERSO LO SMANTELLAMENTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

A.L. COBAS – CUB ENTE REGIONE LOMBARDIA

COMUNICATO N. 6

A TUTTI I LAVORATORI

PRIMI EFFETTI DEL MEMORANDUM PI:LICENZIAMENTI, MOBILITA’, SANZIONI DISCIPLINARI LA RICETTA DEI CAPI DEL PERSONALE DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
ORGANIZZIAMOCI PER IL SUO BOICOTTAGGIO

Iniziano a concretizzarsi i primi effetti del memorandum sulla Pubblica Amministrazione
sottoscritto da CGIL, CISL e UIL e Governo: i capi del personale di ministeri, enti ed
agenzie, nel presentare alla Funzione Pubblica le loro proposte per riformare la Pubblica
Amministrazione, lanciano anatemi contro i lavoratori pubblici, chiedendo al Governo
strumenti che consentano lo smantellamento definitivo di quello che resta dello stato
sociale nel nostro Paese.
Ci saremmo aspettati ben altre richieste dai capi del personale. Negli uffici pubblici manca il personale, la stragrande maggioranza dei lavoratori svolge mansioni superiori non retribuite, mancano le autorizzazioni all’assunzione dei precari, non ci sono fondi neanche per mettere a norma gli ambienti secondo quanto previsto dalla legge 626/94, non si investe seriamente in formazione, non si parla mai di organizzazione del lavoro e cosa chiedono i capi del personale al Governo? Trasferimenti d’ufficio, licenziamenti, mobilità, sanzioni disciplinari, addossando, come sempre, la responsabilità di tutti i mali ai lavoratori.
Una bella ricetta davvero, funzionale soprattutto ad una vecchia dirigenza che, fiutata
l’aria, si propone per fare il lavoro sporco di smantellamento definitivo della P.A.,
smantellamento che l’A.L. Cobas aderente a RdB Pubblico Impiego contrasterà in tutti modi, non ultimo lo sciopero generale del 30 marzo di tutti i lavoratori pubblici.

MEMORANDUM SUL LAVORO PUBBLICO:
È GIÀ CONTRORIFORMA CHE PRELUDE ALLA DEVASTAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Il protocollo di intesa siglato il giorno 18/01/07 da cgil cisl uil, assume un significato sinistro per il futuro degli operatori pubblici e per la Pubblica Amministrazione.
Ad una prima lettura appaiono evidenti i seguenti punti:

LA SCELTA GOVERNATIVA DI RICONOSCERE A CGIL CISL UIL IL MONOPOLIO DELLA RAPPRESENTANZA SINDACALE DEL PUBBLICO IMPIEGO. Per questo si escludono tutte le altre organizzazioni sindacali che pure hanno superato gli sbarramenti antidemocratici dell’attuale normativa sulla rappresentanza e direttamente investite da parte dei lavoratori. Il governo sceglie unilateralmente con chi trattare, UN VERO E PROPRIO GOLPE SINDACALE.
segue
LA DEVASTAZIONE DELL’IMPIANTO CONTRATTUALE. Contrariamente alla forma privatistica tanto annunciata, i contenuti contrattuali vengono dettati dal governo ed inseriti con la compiacenza di CGIL CISL UIL.

I CONTRATTI DI LAVORO DIVENTANO GLI STRUMENTI ATTRAVERSO I QUALI IL GOVERNO REALIZZA LA DISMISSIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DEI PUBBLICI DIPENDENTI.
IL FINANZIAMENTO DEI CONTRATTI, AMPIAMENTE SOTTOSTIMATO, IN REALTA’ PREVEDE RIDUZIONE DI ORGANICI E SERVIZI E RISORSE PER L’ESPULSIONE DEI LAVORATORI. LA RIFORMA DELLA P.A. PRELUDE AD UN RISPARMIO DI 2 o 3 PUNTI DI PIL PER FINANZIARE IL CUNEO FISCALE: VALE A DIRE LO STATO SOCIALE È SOLO PER GLI IMPRENDITORI.

LA VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ DEI SERVIZI. Si tratta di un misto di criteri derivati dalla concezione della produttività di fabbrica, ormai identificabile con il cottimo, e di valutazione da parte di soggetti esterni; in realtà nasconde la volontà di mettere in moto un processo di accorpamento di funzioni e uffici con esubero di organici e la loro espulsione successiva.

LA NUOVA DIRIGENZA DIVENTA IL SOGGETTO CHE REALIZZA LA RIFORMA DELLA P.A.
DA GUARDIANO DEL BIDONE A TECNOCRATE. MA SARA’ LA STESSA DIRIGENZA ATTUALE?
Cgil, cisl, e uil, dopo aver costruito il loro controllo sulla P.A., con una dirigenza amica e costruita sul modello della contiguità politica e sindacale, ora la butta a mare. L’alternativa è, o diventare tecnocrate, o lasciare, se non si è in grado.
Il conto è pesante anche per chi ha scelto di fare il servo sciocco di amministrazioni e confederali.

LA FORMAZIONE DIVENTA LO STRUMENTO OPPRESSIVO E TOTALITARIO DI INDOTTRINAMENTO di una dirigenza rampante e funzionale al progetto di dismissione della P.A. Non sarà più utile per la progressione di carriera perché quella si farà con percorso "fiduciario" e il placet della dirigenza superiore.

LA MOBILITA’ E’ UNO STRUMENTO DI USCITA DALLA P.A. tanto è vero che si parla di esodi finanziati. Con quali risorse e quale impatto sociale lo scopriranno i lavoratori. L’alternativa sarà la deportazione forzata in altre amministrazioni o regioni del paese, oppure la fuoriuscita. Una nuova frontiera del diritto al lavoro.

LE RELAZIONI SINDACALI. Dopo aver scelto i propri interlocutori, averli fatti oggetto di regalie come il tfr e il prossimo tfs, questi non possono che limitarsi ad essere i meri esecutori del progetto governativo. Ovviamente questo non vale per noi e lo dimostreremo insieme ai dipendenti pubblici.

LA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA. Sbandierata come integrativa, e quindi dinamica, ridiventa applicativa dei contratti nazionali, a loro volta applicativi delle politiche del governo, a loro volta applicative della famosa e fumosa competitività delle aziende. In realtà è il ritorno agli anni 50 dei lavoratori pubblici e privati.

PER ENTI LOCALI E SANITA’ SI PREANNUNCIA UN BREVE RINVIO. PERCHE’ PER QUESTI COMPARTI SI DELINEA UN PROCESSO DI DEVASTAZIONE MOLTO ARTICOLATO TRA DECRETO LANZILLOTTA E REGIONI.
ALLO STESSO MODO SI PROCEDE PER ENTI PUBBLICI NON ECONOMICI. Un rinvio tecnico di non poco conto e che non può e non deve tranquillizzare.

PREPARIAMOCI AD ORGANIZZARE LO SCIOPERO GENERALE DEL 30 MARZO 2007

A.L. Cobas -CUB Regione Lombardia