lunedì 26 novembre 2007

RSU: i risultati e la lezione da trarre dalle elezioni

Comunicato n. 16
Milano, 25 novembre 2007

LA LEZIONE DA TRARRE DALLE ELEZIONI DELLE RSU IN REGIONE LOMBARDIA:
COSTRUIRE UN SINDACATO INDIPENDENTE, UNITARIO E DI MASSA
Prima di entrare nel merito delle valutazioni è corretto precisare quanto segue.
Questa volta i componenti delle RSU da eleggere erano 33, mentre la volta precedente erano 42; l’attuale platea degli aventi diritto al voto era di circa 3000 unità, mentre la volta precedente era di 3106. Questa premessa tecnica per dire che per avere un quadro di come sono andate le elezioni occorre confrontare esclusivamente le percentuali e non il numero dei voti, né quello dei seggi, altrimenti si avrebbe un dato del tutto falsato. Dobbiamo inoltre rilevare, per correttezza, che la composizione sociale e la struttura gerarchica in Regione Lombardia è profondamente cambiata.

Gli elementi che emergono dalle elezioni delle RSU nell’ente Regione Lombardia sono i seguenti:
1)Vi è stata una forte crescita delle ASTENSIONI e di chi comunque non ha espresso il voto (schede nulle e bianche). Ha votato poco più del 60% degli aventi diritto, contro il 70% del 2004. Questo dato dimostra ciò che noi andiamo dicendo da tempo e che abbiamo ribadito nel promuovere l’astensione dal voto: esiste una profonda sfiducia rispetto a TUTTE le organizzazioni sindacali presenti in regione, che ormai non rappresentano più, nella loro maggioranza, gli interessi reali dei lavoratori. Questo dato è preoccupante e deve far riflettere e sollecitare una profonda riflessione soprattutto nell’area del sindacalismo extra confederale. E’ emersa con chiarezza una profonda crisi di rappresentanza politica e sindacale. Se il sindacato non fa bene il sindacato le regole e i contenuti rivendicativi li dettano le controparti, nel nostro caso l’amministrazione regionale.
Questo i lavoratori l’hanno capito e hanno punito quelli che storicamente avrebbero dovuto essere più vicini ai loro interessi (CGIL e i COBAS presenti nella competizione).
2)La CGIL (sindacato confederale) perde circa il 3% dei consensi, mentre CISL E UIL (gli altri due sindacati confederali) recuperano in percentuale rispettivamente il 3,1% e l’1,5% circa, confermando il loro ruolo di sindacati clientelari e corporativi, sempre più fedeli interpreti delle politiche paternalistiche, moderate, ricattatorie ed autoritarie dell’amministrazione regionale oltre che “fucine” di futuri quadri.
Hanno raccolto voti facendo promesse e stilando programmi demagogici che resteranno regolarmente inapplicati. I sindacati confederali, soprattutto quelli più clientelari e filo-amministrazione, cercheranno di accontentare di nuovo qualche loro “fedelissimo” e, a sostegno di ciò che noi affermiamo da tempo, basterà scorrere gli elenchi dei nuovi “quadri” e dei “percettori delle varie indennità” per verificare che una parte molto alta di questi soggetti risulterà essere “attiva” nei sindacati confederali. Ma si sa: la fedeltà premia e fa aggio sull’oro!
A proposito, avete notato come l’amministrazione regionale si sia attivata per spingere i lavoratori a votare? Questo è accaduto perché la giunta, per poter portare avanti impunemente le sue politiche di contenimento salariale e di strisciante controllo e autoritarismo, ha la necessità di avere come soli e solidi interlocutori CGIL-CISL E UIL e ora anche il sindacato corporativo di destra degli autisti (UGL). Preoccupante è l’affermazione di questo sindacato corporativo di destra e sul quale torneremo successivamente per dimostrare il suo legame con esponenti della giunta regionale e con taluni consiglieri regionali di destra. Dobbiamo aggiungere che, se si analizza la composizione delle due liste confederali che hanno recuperato in percentuale, si vedrà che un numero significativo di individui o è politicamente “vicino” all’attuale giunta, o è stata sponsorizzato da qualche dirigente che ha ruoli di stretta collaborazione con la medesima.
3)I due Cobas presenti nella competizione hanno perso rispettivamente circa il 4,5% (SDL) e lo 0,5% (SLAI), pagando scelte di politica sindacale che i lavoratori hanno considerato analoghe a quelle di CGIL, CISL, UIL per la loro inutilità, insussistenza ed inefficacia, come ad esempio l’inutile sottoscrizione della pre-intesa del 2006 che ha scontentato tutti. Queste organizzazioni sono state penalizzate anche perché hanno sempre giocato di rimessa e sono sempre state al tavolo delle trattative in posizione subordinata a quella dei confederali, e non hanno mai chiamato alla lotta i lavoratori per raggiungere degli obiettivi generali ed unitari che potessero ribaltare i rapporti di forza.
Non basta chiamare periodicamente i lavoratori a partecipare agli scioperi generali, e questa osservazione riguarda anche il nostro sindacato; al contrario è necessario lavorare con metodo e rigore per costruire rapporti di forza favorevoli ai lavoratori, in modo da poter far partecipare direttamente gli stessi nelle scelte rivendicative, forzando i vincoli che ci ostacolano nell’esercitare il pieno diritto di sciopero e di mobilitazione. Occorre creare le condizioni per vanificare o abrogare la legge 146 (che impone limitazioni e condizionamenti nel diritto di sciopero); oppure costruire dei rapporti di forza a noi favorevoli per scardinarla nei fatti, in sostanza operare al di fuori dalle regole del gioco imposte dall’avversario, come è avvenuto in questi giorni in Francia.
Dopo queste elezioni le RSU (vista la maggior debolezza del SDL) saranno ancora di più un paravento dietro cui CGIL-CISL-UIL continueranno a fare il bello e il cattivo tempo all’ombra asfissiante dell’amministrazione, con l’aggravante che il sindacato più vicino all’amministrazione (CISL dell’Ente regione) avrà, purtroppo, maggior voce in capitolo.
NON DELEGHIAMO A NESSUNO la gestione del nostro futuro e la difesa dei nostri interessi. Le condizioni oggettive sempre più difficili ci devono impegnare in uno sforzo intelligente di riorganizzazione, in grado di ribaltare gli attuali rapporti di forza per costruire un forte sindacato indipendente e contrastare tutti i tentativi di ridurre i lavoratori a pura massa di manovra, chiamata a votare ogni tre anni per delegare a rappresentarci chi fa l’interesse della controparte e del padrone.
L’unico antidoto a questa situazione è la pratica indipendente ed autonoma a livello di massa e un impegno costante per realizzare una maggiore unità tra i sindacati extra-confederali, la cui divisione in una miriade di sigle risulta incomprensibile ed è deleteria per tutti i lavoratori.
PER TUTTE QUESTE CONSIDERAZIONI, e a seguito dei risultati elettorali che hanno visto un forte ridimensionamento dei sindacati extraconfederali, NOI PROMUOVEREMO UN INCONTRO entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo per discutere ed elaborare una strategia comune che vada oltre le RSU ed oltre la difesa del proprio “orticello” organizzativo ed abbia come obiettivo il ritorno dei lavoratori ad essere protagonisti del loro destino ed un ribaltamento dei rapporti di forza che possa favorire l’apertura di un nuovo periodo in cui forme di rappresentanza sganciate dal condizionamento dei confederali e dell’amministrazione possano esercitare un ruolo decisivo nella dialettica della contrattazione.
A questo incontro sono invitati tutti quelli che hanno accolto il nostro appello ad astenersi, tutti i lavoratori che non si riconoscono in nessuna sigla sindacale, oltre che i Cobas della Regione Lombardia (SDL e Slai), gli scontenti di CGIL-CISL-UIL e del sindacato autonomo (CSA), che si è visto pesantemente penalizzato nonostante alcune ultime sue scelte fuori dal coro.
NOI NON SIAMO AFFATTO RASSEGNATI ! L’unità fra lavoratori è la nostra forza principale. Se si è uniti ed organizzati si può contare di più. Non è più tempo di stare impotenti ed in posizione subordinata in organismi come esecutivi, direttivi ecc. che ormai non sono più né momenti decisionali né tantomeno di elaborazione, nelle RSU come nei sindacati confederali.
La nuova stagione delle RSU, iniziata circa 15 anni fa e che aveva suscitato giuste aspettative e speranze, si è conclusa, almeno in Regione Lombardia. E’ indispensabile passare ad una nuova fase che metta al centro la mobilitazione e la lotta per spazzar via tutto ciò che contribuisce a peggiorare le condizioni di vita della maggioranza dei lavoratori.

A.L. Cobas – CUB Regione Lombardia

mercoledì 21 novembre 2007

BOICOTTARE LE ELEZIONI DELLE RSU

Comunicato n. 15
Milano, 14 novembre 2007

ELEZIONI RSU 19-22 NOVEMBRE 2007: NELL’ENTE REGIONE LOMBARDIA NON ANDATE A VOTARE!

ASTENIAMOCI NELL'ENTE REGIONE LOMBARDIA DAL DELEGARE ALLE SOLITE
ORGANIZZAZIONI SINDACALI LA RAPPRESENTANZA DEI NOSTRI INTERESSI!

LE RSU NELL'ENTE REGIONE SONO ORMAI UN INVOLUCRO VUOTO MANOVRATO DA
CGIL-CISL-UIL E HANNO PERSO QUELLA CHE AVREBBE DOVUTO ESSERE LA LORO
FUNZIONE ORIGINARIA DI STRUMENTO DEMOCRATICO DI RAPPRESENTANZA.

IN QUESTI ULTIMI ANNI LE RSU DELLA REGIONE LOMBARDIA NON HANNO MAI AVUTO UN
RUOLO AUTONOMO. IL LORO BILANCIO E’ FALLIMENTARE!ASTENERSI E COMUNQUE NON
VOTARE PER LE LORO LISTE SIGNIFICA LANCIARE UN SEGNALE CHIARO PER
RIDIMENSIONARE IL RUOLO DI CGIL-CISL-UIL CHE SVOLGONO SEMPRE PIU'
UN'ATTIVITA' SUBORDINATA E DI COLLABORAZIONISMO CON LA CONTROPARTE.

Tutti i componenti l’esecutivo RSU uscente (nessuno escluso) hanno la
responsabilità di aver firmato la pre-intesa A PERDERE del luglio 2006 imposta dall’Amministrazione e dai confederali.

Questo accordo, una volta applicato e contrastato solo da qualche esponente
delle RSU che troppo in ritardo si era reso conto dell’errore nell’aver
sottoscritto la pre-intesa, ha prodotto ulteriori divisioni e danni:1) una
fetta consistente di lavoratori è stata esclusa dai passaggi di livello (D5
e altri); 2) non vi è stato nessun svuotamento della categoria A; 3) non vi
è stato alcun aumento strutturale del Fondo incentivante (anzi, vi è stata
una sostanziale diminuzione, non essendo state ridistribuite le quote "in
rimanenza" che normalmente venivano erogate nel mese di luglio); 4) non
sono state rimesse in discussione dalla maggioranza dell’esecutivo le
famigerate "pagelline" che costituiscono un vero e proprio strumento di
controllo, di dominio e di divisione dei lavoratori; 5) sono state
istituite nuove indennità (specialistica, disagio orario ecc.) erogate
dall’amministrazione in modo arbitrario, clientelare e paternalistico con
l’avallo dei soliti sindacati confederali, che in tal modo hanno cercato di
accontentare qualche loro "fedelissimo"(basta scorrere gli elenchi dei
"quadri" e dei "percettori delle indennità" per vedere che una parte
significativa di questi soggetti risulta essere "attiva" nei sindacati
confederali, pur possedendo titoli e requisiti inferiori ad altri.
L’attribuzione di queste indennità a poche decine di soggetti contribuisce
ad accrescere ulteriormente la differenziazione e la parcellizzazione
salariale a parità di mansioni e di funzione. I SALARI REALI DELLA
MAGGIORANZA DEI LAVORATORI SONO SEMPRE PIU’ INSUFFICIENTI
, perché erosi dal
caro-vita e non consentono di arrivare a fine mese. Ricordiamo che il
rinnovo contrattuale è in ritardo di due anni! (questo è un altro capitolo
vergognoso che dovrebbe far riflettere) e CGIL-CISL-UIL ed il loro governo
"amico" ne sono i responsabili.Inoltre, il consiglio RSU si è riunito
pochissime volte in tre anni. Lo stesso esecutivo a maggioranza
CGIL-CISL-UIL ha funzionato poco e male, a causa del boicottaggio degli
stessi sindacati confederali e all’inadeguatezza della maggioranza dei
componenti e soprattutto di chi avrebbe dovuto coordinarne il funzionamento.

A tutto questo si deve aggiungere il fatto che la maggioranza confederale
della RSU, accodandosi a CGIL-CISL-UIL, non ha preso nessuna efficace
iniziativa di contrasto e di lotta contro le decisioni unilaterali ed
arroganti dell’amministrazione in materia di malattia e ferie (a proposito,
è necessario ricordare che non esiste alcuna normativa che imponga
l’utilizzo delle ferie entro il 31 dicembre di ogni anno e la loro
fruibilità è regolata dal contratto nazionale). Da tempo le RSU in Regione
Lombardia sono svuotate di contenuto e non svolgono più alcun ruolo
efficace. Ai sindacati extra-confederali è sostanzialmente negata ogni
agibilità sindacale, il regolamento elettorale nazionale li penalizza e
impedisce loro di presentarsi in un’unità federativa alle scadenze delle
RSU.

Le Rappresentanze Sindacali Unitarie sono ormai solo il paravento dietro
cui CGIL-CISL-UIL continuano a fare il bello e il cattivo tempo all’ombra
dell’amministrazione. Costituiscono, di fatto, il loro terminale
organizzativo negli enti pubblici.

LE SCELTE CHE CONTANO vengono fatte dalle segreterie regionali di
CGIL-CISL-UIL al di fuori delle RSU ( basta analizzare i verbali delle
trattative per verificare chi gestisce realmente il confronto fasullo con
l’amministrazione).

In questi anni la giunta di Formigoni ha dettato l’agenda della
contrattazione, senza che mai la maggioranza delle RSU si sognasse di
alzare la testa per opporsi, o per contrapporre una propria piattaforma
rivendicativa come avveniva nel passato.

Le assemblee generali sono sempre più rare e i documenti e le piattaforme
approvate sono ignorate o manipolate dai sindacati confederali.

Risulta evidente la crisi di rappresentanza politico-sindacale.

E’ l’amministrazione che detta le regole con il silenzio-assenso di
CGIL-CISL-UIL.

E’ l’amministrazione regionale che, con un meccanismo di comunicazione
subdolo e totalitario, cerca di convincere i lavoratori che i suoi
interessi coincidono con i loro e cerca di trasformare le strutture
regionali in dipendenze politiche della giunta Formigoni-Sanese. Basta
vedere le attività svolte da alcuni uffici per rendersi conto che si
muovono come se fossero delle dipendenze elettoralistiche di "comunione e
liberazione", o di "forza italia" o di qualche "assessorucolo"(il tutto
scritto minuscolo per scelta e per sottolineare il nostro profondo
disprezzo), senza che i lavoratori abbiano più il coraggio e la forza di
ribellarsi per il timore di vedersi penalizzati nell’erogazione delle varie
indennità. Siamo tornati al paternalismo più becero che era stato
cancellato dalle grandi lotte unitarie del passato. Il tutto senza che
CGIL-CISL-UIL diano neppure labili segnali di opposizione, anzi ne sono
complici coscienti e consapevoli.Dobbiamo tornare ad essere protagonisti
per contrastare tutto ciò ed invertire questa tendenza involutiva!

Combattiamo la rassegnazione, la paura, i timori e i meccanismi ricattatori!

Lavoriamo per costruire nuovi modelli di rappresentanza, basati sul rifiuto
di qualsiasi delega e sul superamento dei meccanismi legislativi che
tendono a limitare il diritto di sciopero! (cominciamo a pensare di fare
come in Francia, con forme di lotta nuove, più radicali e prolungate nel
tempo per difendere i diritti acquisiti ed acquistarne di nuovi).

L’unità nell’azione, la volontà di raggiungere alcune finalità (ATM di
Milano, SEA di Malpensa e Linate, Fiat di Melfi ci indicano metodi di lotta
efficaci e vincenti) e il protagonismo diretto dei lavoratori costituiscono
l’unico strumento per realizzare i nostri obiettivi e la difesa dei nostri
diritti.

NON DELEGHIAMO A NESSUNO la gestione del nostro futuro e la difesa dei
nostri interessi. Le condizioni oggettive sempre più difficili ci devono
impegnare in uno sforzo intelligente di riorganizzazione, in grado di
ribaltare gli attuali rapporti di forza per costruire un forte sindacato
indipendente e contrastare tutti i tentativi di ridurre i lavoratori a pura
massa di manovra, chiamata a votare ogni tre anni per delegare a
rappresentarci chi fa l’interesse della controparte e del padrone. Questa è
la così detta democrazia rappresentativa, ovvero la "democrazia dei
capitalisti e della borghesia" che ci fotte ogni 3 anni con le elezioni
sindacali o referendum fasulli e ogni 5 anni con le elezioni politiche!
Tutti fanno promesse e programmi elettorali, poi nessuno li rispetta senza
che sia richiesto a questi individui di rendere conto del loro operato.
L’unico antidoto a questa situazione è la pratica indipendente ed autonoma
a livello di massa e un impegno costante per realizzare una maggiore unità
tra i sindacati extra-confederali, la cui divisione in una miriade di sigle
risulta incomprensibile ed è deleteria per tutti i lavoratori. Noi ci
impegniamo a contribuire nella faticosa realizzazione di un sindacato
unitario, indipendente e di massa.NOI NON SIAMO AFFATTO RASSEGNATI ! Il
nostro futuro è nelle nostre mani, incominciamo quotidianamente a
respingere i soprusi, gli arbitrii e le varie angherie che tentano di farci
subire. La difesa della nostra dignità non può essere delegata a nessuno e
sta soprattutto nella nostra capacità di non farci opprimere e subordinare!
L’unità fra lavoratori è la nostra forza principale. PER TUTTE QUESTE
CONSIDERAZIONI CI ASSUMIAMO LA RESPONSABILITA’ POLITICA E MORALE DI
BOICOTTARE QUESTE ELEZIONI DELLE RSU, CHIEDENDO AI LAVORATORI DI NON ANDARE A VOTARE.

RAFFORZIAMO L’AL COBAS-CUB SINDACATO INDIPENDENTE ED AUTORGANIZZATO!

Riprendiamoci il diritto e la voglia di cambiare la situazione grigia e
mortifera in regione Lombardia !

Spazzare via i sindacati collaborazionisti e subordinati alle logiche
dell’amministrazione e del capitalismo liberista!

L’opportunismo, la subordinazione e la rassegnazione sono anche loro nostri
nemici, combattiamoli!

A.L. Cobas-CUB Regione Lombardia

mercoledì 7 novembre 2007

9 novembre 2007 sciopero generale

Comunicato n. 14
Milano, 7 novembre
90° anniversario della rivoluzione di ottobre

venerdì 9 novembre 2007: SCIOPERO GENERALE
di tutta la giornata indetto da tutto il sindacalismo di base
(A.L. Cobas-CUB , CUB, SdL, USI, Confederazione Cobas, Slai)

Manifestazione regionale a Milano
partenza largo Cairoli ore 9.30

CONTRO

·
LA LEGGE FINANZIARIA E L’ACCORDO DEL 23 LUGLIO SULLE PENSIONI E LA PRECARIETA’

· LO SCIPPO DEL TFR E DEL TFS E PER IL DIRITTO AL RECESSO IN QUALSIASI MOMENTO

· L’AUMENTO E IL FINANZIAMENTO DELLE SPESE MILITARI

PER

·
L’AUMENTO GENERALIZZATO DI TUTTI I SALARI, GLI STIPENDI E LE PENSIONI per adeguarli al reale costo della vita. Negli ultimi 15 anni tutti i salari reali sono diminuiti, favorendo la crescita dei profitti e delle rendite.

· IL TAGLIO DELLE TASSE su salari e pensioni portando la prima aliquota IRPEF dal 23% al 18% .

· L’ABOLIZIONE DELLA LEGGE 30 E DELLA LEGGE TREU che hanno stabilizzato il precariato nel nostro paese.

· IL DIRITTO ALLA PENSIONE CON 35 ANNI DI ANZIANITÀ O 60 ANNI DI ETÀ, calcolo al 2% sugli ultimi anni di lavoro.

· IL RINNOVO CONTRATTUALE DEI DIPENDENTI PUBBLICI ORMAI SCADUTO DA DUE ANNI, rivendicando un aumento uguale per tutti di almeno 300 euro mensili.

Lo sciopero del 9 novembre diventa una scadenza fondamentale per tutti i lavoratori che intendono ribellarsi e rifiutare le scelte che il governo Prodi oggi e quello di Berlusconi ieri vogliono e hanno voluto imporre.
Il mantenimento e l’estensione della precarietà nei rapporti di lavoro e l’aumento dell’età pensionabile, con progressiva diminuzione della pensione stessa, costituiscono la struttura portante del protocollo d’intesa sul welfare e della finanziaria.
Il protocollo è stato oggetto di un referendum truffaldino. E’ stato un imbroglio fin dall’inizio, e manipolato anche nel suo svolgimento (non esisteva una platea di votanti certa, non vi è stato nessun controllo imparziale durante lo spoglio dei voti, i seggi volanti non hanno garantito la segretezza, hanno fatto votare anche settori che non erano interessati al contenuto del referendum stesso, insomma un imbroglio degno delle dittature reazionarie più retrive).

La precarietà nei rapporti di lavoro ormai pervade tutta la società e crea un’insicurezza sociale mostruosa oltre che un aumento di infortuni e morti sul lavoro (questo è il vero terrorismo dell’organizzazione capitalistica della società).

Le pensioni perdono progressivamente il loro valore. L’aumento dell’età pensionabile è un vero e proprio crimine sociale, perché impedisce di liberare nuovi posti di lavoro per le nuove generazioni e consente di prolungare nel tempo lo sfruttamento fisico e psicologico in settori dove il lavoro è più usurante che in altri.

Dobbiamo organizzarci per fare riuscire lo sciopero e per iniziare a creare le condizioni per ribaltare tutte queste logiche basate sullo sfruttamento del moderno proletariato, sulla manipolazione e la menzogna diffuse dai potentati economici, dal governo e avallate coscientemente e colpevolmente da CGIL-CISL-UIL.

Lo sciopero generale del 9 novembre è solo un inizio di una lotta che dovrà servire non solo a contrastare le scelte politiche, economiche e sociali del capitalismo e dei suoi governi amici, ma anche l’inizio di un nuovo protagonismo dei lavoratori fuori dai sindacati confederali CGIL-CISL-UIL.

Per questi motivi lo sciopero dovrà essere il più incisivo possibile e generalizzato agli studenti e ai settori sociali maggiormente colpiti dalle scelte governative.

Venerdì 9 novembre 2007 sciopero generale con manifestazione regionale a Milano, partenza largo Cairoli ore 9.30

A.L. COBAS – CUB REGIONE LOMBARDIA