lunedì 26 novembre 2007

RSU: i risultati e la lezione da trarre dalle elezioni

Comunicato n. 16
Milano, 25 novembre 2007

LA LEZIONE DA TRARRE DALLE ELEZIONI DELLE RSU IN REGIONE LOMBARDIA:
COSTRUIRE UN SINDACATO INDIPENDENTE, UNITARIO E DI MASSA
Prima di entrare nel merito delle valutazioni è corretto precisare quanto segue.
Questa volta i componenti delle RSU da eleggere erano 33, mentre la volta precedente erano 42; l’attuale platea degli aventi diritto al voto era di circa 3000 unità, mentre la volta precedente era di 3106. Questa premessa tecnica per dire che per avere un quadro di come sono andate le elezioni occorre confrontare esclusivamente le percentuali e non il numero dei voti, né quello dei seggi, altrimenti si avrebbe un dato del tutto falsato. Dobbiamo inoltre rilevare, per correttezza, che la composizione sociale e la struttura gerarchica in Regione Lombardia è profondamente cambiata.

Gli elementi che emergono dalle elezioni delle RSU nell’ente Regione Lombardia sono i seguenti:
1)Vi è stata una forte crescita delle ASTENSIONI e di chi comunque non ha espresso il voto (schede nulle e bianche). Ha votato poco più del 60% degli aventi diritto, contro il 70% del 2004. Questo dato dimostra ciò che noi andiamo dicendo da tempo e che abbiamo ribadito nel promuovere l’astensione dal voto: esiste una profonda sfiducia rispetto a TUTTE le organizzazioni sindacali presenti in regione, che ormai non rappresentano più, nella loro maggioranza, gli interessi reali dei lavoratori. Questo dato è preoccupante e deve far riflettere e sollecitare una profonda riflessione soprattutto nell’area del sindacalismo extra confederale. E’ emersa con chiarezza una profonda crisi di rappresentanza politica e sindacale. Se il sindacato non fa bene il sindacato le regole e i contenuti rivendicativi li dettano le controparti, nel nostro caso l’amministrazione regionale.
Questo i lavoratori l’hanno capito e hanno punito quelli che storicamente avrebbero dovuto essere più vicini ai loro interessi (CGIL e i COBAS presenti nella competizione).
2)La CGIL (sindacato confederale) perde circa il 3% dei consensi, mentre CISL E UIL (gli altri due sindacati confederali) recuperano in percentuale rispettivamente il 3,1% e l’1,5% circa, confermando il loro ruolo di sindacati clientelari e corporativi, sempre più fedeli interpreti delle politiche paternalistiche, moderate, ricattatorie ed autoritarie dell’amministrazione regionale oltre che “fucine” di futuri quadri.
Hanno raccolto voti facendo promesse e stilando programmi demagogici che resteranno regolarmente inapplicati. I sindacati confederali, soprattutto quelli più clientelari e filo-amministrazione, cercheranno di accontentare di nuovo qualche loro “fedelissimo” e, a sostegno di ciò che noi affermiamo da tempo, basterà scorrere gli elenchi dei nuovi “quadri” e dei “percettori delle varie indennità” per verificare che una parte molto alta di questi soggetti risulterà essere “attiva” nei sindacati confederali. Ma si sa: la fedeltà premia e fa aggio sull’oro!
A proposito, avete notato come l’amministrazione regionale si sia attivata per spingere i lavoratori a votare? Questo è accaduto perché la giunta, per poter portare avanti impunemente le sue politiche di contenimento salariale e di strisciante controllo e autoritarismo, ha la necessità di avere come soli e solidi interlocutori CGIL-CISL E UIL e ora anche il sindacato corporativo di destra degli autisti (UGL). Preoccupante è l’affermazione di questo sindacato corporativo di destra e sul quale torneremo successivamente per dimostrare il suo legame con esponenti della giunta regionale e con taluni consiglieri regionali di destra. Dobbiamo aggiungere che, se si analizza la composizione delle due liste confederali che hanno recuperato in percentuale, si vedrà che un numero significativo di individui o è politicamente “vicino” all’attuale giunta, o è stata sponsorizzato da qualche dirigente che ha ruoli di stretta collaborazione con la medesima.
3)I due Cobas presenti nella competizione hanno perso rispettivamente circa il 4,5% (SDL) e lo 0,5% (SLAI), pagando scelte di politica sindacale che i lavoratori hanno considerato analoghe a quelle di CGIL, CISL, UIL per la loro inutilità, insussistenza ed inefficacia, come ad esempio l’inutile sottoscrizione della pre-intesa del 2006 che ha scontentato tutti. Queste organizzazioni sono state penalizzate anche perché hanno sempre giocato di rimessa e sono sempre state al tavolo delle trattative in posizione subordinata a quella dei confederali, e non hanno mai chiamato alla lotta i lavoratori per raggiungere degli obiettivi generali ed unitari che potessero ribaltare i rapporti di forza.
Non basta chiamare periodicamente i lavoratori a partecipare agli scioperi generali, e questa osservazione riguarda anche il nostro sindacato; al contrario è necessario lavorare con metodo e rigore per costruire rapporti di forza favorevoli ai lavoratori, in modo da poter far partecipare direttamente gli stessi nelle scelte rivendicative, forzando i vincoli che ci ostacolano nell’esercitare il pieno diritto di sciopero e di mobilitazione. Occorre creare le condizioni per vanificare o abrogare la legge 146 (che impone limitazioni e condizionamenti nel diritto di sciopero); oppure costruire dei rapporti di forza a noi favorevoli per scardinarla nei fatti, in sostanza operare al di fuori dalle regole del gioco imposte dall’avversario, come è avvenuto in questi giorni in Francia.
Dopo queste elezioni le RSU (vista la maggior debolezza del SDL) saranno ancora di più un paravento dietro cui CGIL-CISL-UIL continueranno a fare il bello e il cattivo tempo all’ombra asfissiante dell’amministrazione, con l’aggravante che il sindacato più vicino all’amministrazione (CISL dell’Ente regione) avrà, purtroppo, maggior voce in capitolo.
NON DELEGHIAMO A NESSUNO la gestione del nostro futuro e la difesa dei nostri interessi. Le condizioni oggettive sempre più difficili ci devono impegnare in uno sforzo intelligente di riorganizzazione, in grado di ribaltare gli attuali rapporti di forza per costruire un forte sindacato indipendente e contrastare tutti i tentativi di ridurre i lavoratori a pura massa di manovra, chiamata a votare ogni tre anni per delegare a rappresentarci chi fa l’interesse della controparte e del padrone.
L’unico antidoto a questa situazione è la pratica indipendente ed autonoma a livello di massa e un impegno costante per realizzare una maggiore unità tra i sindacati extra-confederali, la cui divisione in una miriade di sigle risulta incomprensibile ed è deleteria per tutti i lavoratori.
PER TUTTE QUESTE CONSIDERAZIONI, e a seguito dei risultati elettorali che hanno visto un forte ridimensionamento dei sindacati extraconfederali, NOI PROMUOVEREMO UN INCONTRO entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo per discutere ed elaborare una strategia comune che vada oltre le RSU ed oltre la difesa del proprio “orticello” organizzativo ed abbia come obiettivo il ritorno dei lavoratori ad essere protagonisti del loro destino ed un ribaltamento dei rapporti di forza che possa favorire l’apertura di un nuovo periodo in cui forme di rappresentanza sganciate dal condizionamento dei confederali e dell’amministrazione possano esercitare un ruolo decisivo nella dialettica della contrattazione.
A questo incontro sono invitati tutti quelli che hanno accolto il nostro appello ad astenersi, tutti i lavoratori che non si riconoscono in nessuna sigla sindacale, oltre che i Cobas della Regione Lombardia (SDL e Slai), gli scontenti di CGIL-CISL-UIL e del sindacato autonomo (CSA), che si è visto pesantemente penalizzato nonostante alcune ultime sue scelte fuori dal coro.
NOI NON SIAMO AFFATTO RASSEGNATI ! L’unità fra lavoratori è la nostra forza principale. Se si è uniti ed organizzati si può contare di più. Non è più tempo di stare impotenti ed in posizione subordinata in organismi come esecutivi, direttivi ecc. che ormai non sono più né momenti decisionali né tantomeno di elaborazione, nelle RSU come nei sindacati confederali.
La nuova stagione delle RSU, iniziata circa 15 anni fa e che aveva suscitato giuste aspettative e speranze, si è conclusa, almeno in Regione Lombardia. E’ indispensabile passare ad una nuova fase che metta al centro la mobilitazione e la lotta per spazzar via tutto ciò che contribuisce a peggiorare le condizioni di vita della maggioranza dei lavoratori.

A.L. Cobas – CUB Regione Lombardia

mercoledì 21 novembre 2007

BOICOTTARE LE ELEZIONI DELLE RSU

Comunicato n. 15
Milano, 14 novembre 2007

ELEZIONI RSU 19-22 NOVEMBRE 2007: NELL’ENTE REGIONE LOMBARDIA NON ANDATE A VOTARE!

ASTENIAMOCI NELL'ENTE REGIONE LOMBARDIA DAL DELEGARE ALLE SOLITE
ORGANIZZAZIONI SINDACALI LA RAPPRESENTANZA DEI NOSTRI INTERESSI!

LE RSU NELL'ENTE REGIONE SONO ORMAI UN INVOLUCRO VUOTO MANOVRATO DA
CGIL-CISL-UIL E HANNO PERSO QUELLA CHE AVREBBE DOVUTO ESSERE LA LORO
FUNZIONE ORIGINARIA DI STRUMENTO DEMOCRATICO DI RAPPRESENTANZA.

IN QUESTI ULTIMI ANNI LE RSU DELLA REGIONE LOMBARDIA NON HANNO MAI AVUTO UN
RUOLO AUTONOMO. IL LORO BILANCIO E’ FALLIMENTARE!ASTENERSI E COMUNQUE NON
VOTARE PER LE LORO LISTE SIGNIFICA LANCIARE UN SEGNALE CHIARO PER
RIDIMENSIONARE IL RUOLO DI CGIL-CISL-UIL CHE SVOLGONO SEMPRE PIU'
UN'ATTIVITA' SUBORDINATA E DI COLLABORAZIONISMO CON LA CONTROPARTE.

Tutti i componenti l’esecutivo RSU uscente (nessuno escluso) hanno la
responsabilità di aver firmato la pre-intesa A PERDERE del luglio 2006 imposta dall’Amministrazione e dai confederali.

Questo accordo, una volta applicato e contrastato solo da qualche esponente
delle RSU che troppo in ritardo si era reso conto dell’errore nell’aver
sottoscritto la pre-intesa, ha prodotto ulteriori divisioni e danni:1) una
fetta consistente di lavoratori è stata esclusa dai passaggi di livello (D5
e altri); 2) non vi è stato nessun svuotamento della categoria A; 3) non vi
è stato alcun aumento strutturale del Fondo incentivante (anzi, vi è stata
una sostanziale diminuzione, non essendo state ridistribuite le quote "in
rimanenza" che normalmente venivano erogate nel mese di luglio); 4) non
sono state rimesse in discussione dalla maggioranza dell’esecutivo le
famigerate "pagelline" che costituiscono un vero e proprio strumento di
controllo, di dominio e di divisione dei lavoratori; 5) sono state
istituite nuove indennità (specialistica, disagio orario ecc.) erogate
dall’amministrazione in modo arbitrario, clientelare e paternalistico con
l’avallo dei soliti sindacati confederali, che in tal modo hanno cercato di
accontentare qualche loro "fedelissimo"(basta scorrere gli elenchi dei
"quadri" e dei "percettori delle indennità" per vedere che una parte
significativa di questi soggetti risulta essere "attiva" nei sindacati
confederali, pur possedendo titoli e requisiti inferiori ad altri.
L’attribuzione di queste indennità a poche decine di soggetti contribuisce
ad accrescere ulteriormente la differenziazione e la parcellizzazione
salariale a parità di mansioni e di funzione. I SALARI REALI DELLA
MAGGIORANZA DEI LAVORATORI SONO SEMPRE PIU’ INSUFFICIENTI
, perché erosi dal
caro-vita e non consentono di arrivare a fine mese. Ricordiamo che il
rinnovo contrattuale è in ritardo di due anni! (questo è un altro capitolo
vergognoso che dovrebbe far riflettere) e CGIL-CISL-UIL ed il loro governo
"amico" ne sono i responsabili.Inoltre, il consiglio RSU si è riunito
pochissime volte in tre anni. Lo stesso esecutivo a maggioranza
CGIL-CISL-UIL ha funzionato poco e male, a causa del boicottaggio degli
stessi sindacati confederali e all’inadeguatezza della maggioranza dei
componenti e soprattutto di chi avrebbe dovuto coordinarne il funzionamento.

A tutto questo si deve aggiungere il fatto che la maggioranza confederale
della RSU, accodandosi a CGIL-CISL-UIL, non ha preso nessuna efficace
iniziativa di contrasto e di lotta contro le decisioni unilaterali ed
arroganti dell’amministrazione in materia di malattia e ferie (a proposito,
è necessario ricordare che non esiste alcuna normativa che imponga
l’utilizzo delle ferie entro il 31 dicembre di ogni anno e la loro
fruibilità è regolata dal contratto nazionale). Da tempo le RSU in Regione
Lombardia sono svuotate di contenuto e non svolgono più alcun ruolo
efficace. Ai sindacati extra-confederali è sostanzialmente negata ogni
agibilità sindacale, il regolamento elettorale nazionale li penalizza e
impedisce loro di presentarsi in un’unità federativa alle scadenze delle
RSU.

Le Rappresentanze Sindacali Unitarie sono ormai solo il paravento dietro
cui CGIL-CISL-UIL continuano a fare il bello e il cattivo tempo all’ombra
dell’amministrazione. Costituiscono, di fatto, il loro terminale
organizzativo negli enti pubblici.

LE SCELTE CHE CONTANO vengono fatte dalle segreterie regionali di
CGIL-CISL-UIL al di fuori delle RSU ( basta analizzare i verbali delle
trattative per verificare chi gestisce realmente il confronto fasullo con
l’amministrazione).

In questi anni la giunta di Formigoni ha dettato l’agenda della
contrattazione, senza che mai la maggioranza delle RSU si sognasse di
alzare la testa per opporsi, o per contrapporre una propria piattaforma
rivendicativa come avveniva nel passato.

Le assemblee generali sono sempre più rare e i documenti e le piattaforme
approvate sono ignorate o manipolate dai sindacati confederali.

Risulta evidente la crisi di rappresentanza politico-sindacale.

E’ l’amministrazione che detta le regole con il silenzio-assenso di
CGIL-CISL-UIL.

E’ l’amministrazione regionale che, con un meccanismo di comunicazione
subdolo e totalitario, cerca di convincere i lavoratori che i suoi
interessi coincidono con i loro e cerca di trasformare le strutture
regionali in dipendenze politiche della giunta Formigoni-Sanese. Basta
vedere le attività svolte da alcuni uffici per rendersi conto che si
muovono come se fossero delle dipendenze elettoralistiche di "comunione e
liberazione", o di "forza italia" o di qualche "assessorucolo"(il tutto
scritto minuscolo per scelta e per sottolineare il nostro profondo
disprezzo), senza che i lavoratori abbiano più il coraggio e la forza di
ribellarsi per il timore di vedersi penalizzati nell’erogazione delle varie
indennità. Siamo tornati al paternalismo più becero che era stato
cancellato dalle grandi lotte unitarie del passato. Il tutto senza che
CGIL-CISL-UIL diano neppure labili segnali di opposizione, anzi ne sono
complici coscienti e consapevoli.Dobbiamo tornare ad essere protagonisti
per contrastare tutto ciò ed invertire questa tendenza involutiva!

Combattiamo la rassegnazione, la paura, i timori e i meccanismi ricattatori!

Lavoriamo per costruire nuovi modelli di rappresentanza, basati sul rifiuto
di qualsiasi delega e sul superamento dei meccanismi legislativi che
tendono a limitare il diritto di sciopero! (cominciamo a pensare di fare
come in Francia, con forme di lotta nuove, più radicali e prolungate nel
tempo per difendere i diritti acquisiti ed acquistarne di nuovi).

L’unità nell’azione, la volontà di raggiungere alcune finalità (ATM di
Milano, SEA di Malpensa e Linate, Fiat di Melfi ci indicano metodi di lotta
efficaci e vincenti) e il protagonismo diretto dei lavoratori costituiscono
l’unico strumento per realizzare i nostri obiettivi e la difesa dei nostri
diritti.

NON DELEGHIAMO A NESSUNO la gestione del nostro futuro e la difesa dei
nostri interessi. Le condizioni oggettive sempre più difficili ci devono
impegnare in uno sforzo intelligente di riorganizzazione, in grado di
ribaltare gli attuali rapporti di forza per costruire un forte sindacato
indipendente e contrastare tutti i tentativi di ridurre i lavoratori a pura
massa di manovra, chiamata a votare ogni tre anni per delegare a
rappresentarci chi fa l’interesse della controparte e del padrone. Questa è
la così detta democrazia rappresentativa, ovvero la "democrazia dei
capitalisti e della borghesia" che ci fotte ogni 3 anni con le elezioni
sindacali o referendum fasulli e ogni 5 anni con le elezioni politiche!
Tutti fanno promesse e programmi elettorali, poi nessuno li rispetta senza
che sia richiesto a questi individui di rendere conto del loro operato.
L’unico antidoto a questa situazione è la pratica indipendente ed autonoma
a livello di massa e un impegno costante per realizzare una maggiore unità
tra i sindacati extra-confederali, la cui divisione in una miriade di sigle
risulta incomprensibile ed è deleteria per tutti i lavoratori. Noi ci
impegniamo a contribuire nella faticosa realizzazione di un sindacato
unitario, indipendente e di massa.NOI NON SIAMO AFFATTO RASSEGNATI ! Il
nostro futuro è nelle nostre mani, incominciamo quotidianamente a
respingere i soprusi, gli arbitrii e le varie angherie che tentano di farci
subire. La difesa della nostra dignità non può essere delegata a nessuno e
sta soprattutto nella nostra capacità di non farci opprimere e subordinare!
L’unità fra lavoratori è la nostra forza principale. PER TUTTE QUESTE
CONSIDERAZIONI CI ASSUMIAMO LA RESPONSABILITA’ POLITICA E MORALE DI
BOICOTTARE QUESTE ELEZIONI DELLE RSU, CHIEDENDO AI LAVORATORI DI NON ANDARE A VOTARE.

RAFFORZIAMO L’AL COBAS-CUB SINDACATO INDIPENDENTE ED AUTORGANIZZATO!

Riprendiamoci il diritto e la voglia di cambiare la situazione grigia e
mortifera in regione Lombardia !

Spazzare via i sindacati collaborazionisti e subordinati alle logiche
dell’amministrazione e del capitalismo liberista!

L’opportunismo, la subordinazione e la rassegnazione sono anche loro nostri
nemici, combattiamoli!

A.L. Cobas-CUB Regione Lombardia

mercoledì 7 novembre 2007

9 novembre 2007 sciopero generale

Comunicato n. 14
Milano, 7 novembre
90° anniversario della rivoluzione di ottobre

venerdì 9 novembre 2007: SCIOPERO GENERALE
di tutta la giornata indetto da tutto il sindacalismo di base
(A.L. Cobas-CUB , CUB, SdL, USI, Confederazione Cobas, Slai)

Manifestazione regionale a Milano
partenza largo Cairoli ore 9.30

CONTRO

·
LA LEGGE FINANZIARIA E L’ACCORDO DEL 23 LUGLIO SULLE PENSIONI E LA PRECARIETA’

· LO SCIPPO DEL TFR E DEL TFS E PER IL DIRITTO AL RECESSO IN QUALSIASI MOMENTO

· L’AUMENTO E IL FINANZIAMENTO DELLE SPESE MILITARI

PER

·
L’AUMENTO GENERALIZZATO DI TUTTI I SALARI, GLI STIPENDI E LE PENSIONI per adeguarli al reale costo della vita. Negli ultimi 15 anni tutti i salari reali sono diminuiti, favorendo la crescita dei profitti e delle rendite.

· IL TAGLIO DELLE TASSE su salari e pensioni portando la prima aliquota IRPEF dal 23% al 18% .

· L’ABOLIZIONE DELLA LEGGE 30 E DELLA LEGGE TREU che hanno stabilizzato il precariato nel nostro paese.

· IL DIRITTO ALLA PENSIONE CON 35 ANNI DI ANZIANITÀ O 60 ANNI DI ETÀ, calcolo al 2% sugli ultimi anni di lavoro.

· IL RINNOVO CONTRATTUALE DEI DIPENDENTI PUBBLICI ORMAI SCADUTO DA DUE ANNI, rivendicando un aumento uguale per tutti di almeno 300 euro mensili.

Lo sciopero del 9 novembre diventa una scadenza fondamentale per tutti i lavoratori che intendono ribellarsi e rifiutare le scelte che il governo Prodi oggi e quello di Berlusconi ieri vogliono e hanno voluto imporre.
Il mantenimento e l’estensione della precarietà nei rapporti di lavoro e l’aumento dell’età pensionabile, con progressiva diminuzione della pensione stessa, costituiscono la struttura portante del protocollo d’intesa sul welfare e della finanziaria.
Il protocollo è stato oggetto di un referendum truffaldino. E’ stato un imbroglio fin dall’inizio, e manipolato anche nel suo svolgimento (non esisteva una platea di votanti certa, non vi è stato nessun controllo imparziale durante lo spoglio dei voti, i seggi volanti non hanno garantito la segretezza, hanno fatto votare anche settori che non erano interessati al contenuto del referendum stesso, insomma un imbroglio degno delle dittature reazionarie più retrive).

La precarietà nei rapporti di lavoro ormai pervade tutta la società e crea un’insicurezza sociale mostruosa oltre che un aumento di infortuni e morti sul lavoro (questo è il vero terrorismo dell’organizzazione capitalistica della società).

Le pensioni perdono progressivamente il loro valore. L’aumento dell’età pensionabile è un vero e proprio crimine sociale, perché impedisce di liberare nuovi posti di lavoro per le nuove generazioni e consente di prolungare nel tempo lo sfruttamento fisico e psicologico in settori dove il lavoro è più usurante che in altri.

Dobbiamo organizzarci per fare riuscire lo sciopero e per iniziare a creare le condizioni per ribaltare tutte queste logiche basate sullo sfruttamento del moderno proletariato, sulla manipolazione e la menzogna diffuse dai potentati economici, dal governo e avallate coscientemente e colpevolmente da CGIL-CISL-UIL.

Lo sciopero generale del 9 novembre è solo un inizio di una lotta che dovrà servire non solo a contrastare le scelte politiche, economiche e sociali del capitalismo e dei suoi governi amici, ma anche l’inizio di un nuovo protagonismo dei lavoratori fuori dai sindacati confederali CGIL-CISL-UIL.

Per questi motivi lo sciopero dovrà essere il più incisivo possibile e generalizzato agli studenti e ai settori sociali maggiormente colpiti dalle scelte governative.

Venerdì 9 novembre 2007 sciopero generale con manifestazione regionale a Milano, partenza largo Cairoli ore 9.30

A.L. COBAS – CUB REGIONE LOMBARDIA

venerdì 28 settembre 2007

BOICOTTIAMO IL REFERENDUM TRUFFA SUL WELFARE DELL'8-10 OTTOBRE INDETTO DA CGIL-CISL-UIL

Comunicato n. 13
Milano, 28 settembre 2007

Boicottiamo il referendum truffa dell’ 8/10 ottobre indetto per legittimare la firma di CGIL-CISL-UIL all’accordo del 23 luglio. Non partecipiamo alle assemblee.
Non partecipiamo al voto.

Dopo aver firmato con governo e padronato il protocollo del 23 luglio CGIL-CISL-UIL vogliono ora con una consultazione che non ha alcun valore vincolante, il cui risultato è già deciso, legittimare con una falsa democrazia una intesa in cui hanno vinto banchieri, confindustria e governo e perso lavoratori, precari e pensionati.

Assistiamo all’ennesima consultazione-truffa perché hanno già firmato e non cambierà niente. Viene proposta una consultazione senza regole e nessuna garanzia di regolarità.

Gli aventi diritto al voto tra lavoratori e pensionati sono oltre 35.000.000 e non è previsto nessun quorum per la validità della votazione. I seggi saranno gestiti da CGIL-CISL-UIL e si voterà anche nelle loro sedi.

Hanno già dichiarato che la partecipazione al voto sarà ritenuta un successo se risulterà dai loro verbali una affluenza intorno al 13% degli aventi diritto.

Partecipare al referendum significa solo legittimare una farsa di democrazia e nella sostanza legittimare la firma dell’accordo.

La democrazia sindacale è calpestata, ai lavoratori non è stata data la possibilità di decidere sulle proposte da presentare al governo, né è stato chiesto alla delegazione della CUB, presente alle trattative con il governo, di esprimersi prima di firmare.

La Cub, che ha partecipato agli incontri a Palazzo Chigi, non ha sottoscritto il protocollo su previdenza, lavoro e competitività perché:
1. viene aumentata l’età pensionabile arrivando a peggiorare la legge Maroni.
2. per i lavoratori che svolgono attività gravose o usuranti è previsto un intervento che riguarda solo 5.000 lavoratori, UNA PRESA IN GIRO!
3. vengono ridotti i coefficienti per il calcolo della pensione penalizzando i futuri pensionati a partire da chi inizia oggi il lavoro.
4. viene data l’elemosina alle pensioni basse (il 15% degli attuali pensionati) e che sarà rimangiata in breve tempo dall’aumento dei prezzi.
5. mancata indicizzazione delle pensioni in essere che continuano a perdere potere di acquisto
6. La parte del protocollo che riguarda gli ammortizzatori sociali è totalmente ininfluente rispetto alla esigenza di contrastare il lavoro precario e all’esigenza di interventi a sostegno del reddito.
In compenso il protocollo prevede ulteriori regali a Confindustria riducendo il compenso per gli straordinari che costeranno meno del lavoro normale e aumentando il salario aziendale su cui non saranno versati i contributi previdenziali con un impatto negativo sui conti dell’Inps.

L’A.L. Cobas e la Cub propongono di boicottare il referendum di CGIL-CISL-UIL non partecipando né alle assemblee né al voto. Partecipare al referendum legittima la continuazione di una politica che penalizza lavoratori, pensionati e precari.


Basta con la falsa democrazia e gli accordi-truffa.

Riprendiamo le mobilitazioni per il:
· rilancio della previdenza pubblica; contro l'aumento dell'età pensionabile; diritto alla pensione con 35 anni di contributi, calcolo per tutti al 2% annuo sulle ultime retribuzioni, rivalutazione automatica legata al costo della vita e alla dinamica salariale, recupero della perdita di potere d'acquisto.
· lavoro stabile e reddito per tutti con la completa cancellazione delle tipologie contrattuali previste dal pacchetto Treu e dalla legge 30 stabilendo la centralità del lavoro a tempo indeterminato come forma tipica del lavoro subordinato.
· sostegno al reddito per quanti si trovano privi di attività lavorativa o con un reddito inferiore a 8.000 euro e maggiori tutele per le lavoratrici.

Partecipiamo alla Sciopero Generale indetto dai sindacati di base per il 9 novembre per respingere i contenuti del protocollo e rivendicare la redistribuzione del reddito.

A.L. COBAS – CUB Ente Regione Lombardia

ANCORA ACCORDI DISCRIMINATORI IN REGIONE LOMBARDIA

Comunicato n. 12
Milano, 31 agosto 2007

ANCORA ACCORDI DISCRIMINATORI IN REGIONE LOMBARDIA

PROGRESSIONE ECONOMICA D5- D6 E ATTRIBUZIONE INDENNITA’ "FUNZIONE SPECIALISTICA": ancora accordi truffaldini e discriminatori. Il tutto come risultato della famigerata pre-intesa del luglio 2006 sottoscritta da tutti (proprio tutti) i sindacati presenti nelle RSU.

NO ALLO SCIPPO DEL NOSTRO TFS(TFR)! Ai primi di agosto e’ stato raggiunto l’accordo fra CGIL-CISL-UIL e controparti pubbliche per l’introduzione della previdenza complementare anche nel pubblico impiego. Dopo aver cercato di scippare il salario differito dei lavoratori privati ora tentano di rapinare il nostro con il consenso attivo di CGIL-CISL-UIL, i cui rappresentanti siederanno nei consigli di amministrazione dei fondi di nuova costituzione.
ORGANIZZIAMOCI PER BOICOTTARE L’OPERAZIONE CHE FRA QUALCHE MESE CI COINVOLGERA’! ***

STANNO SOTTOSCRIVENDO L’ENNESIMO RINNOVO CONTRATTUALE NAZIONALE SU UNA BASE RIDICOLA E PROVOCATORIA (ci scipperanno un anno di pur risibili aumenti, l’adeguamento salariale sarà inferiore a 100 euro lordi in media, saranno aumentate le diversificazioni salariali e il contratto avrà durata triennale e non più biennale…) ****

L’accordo sottoscritto a fine luglio 2007 che prevede il passaggio da D5 a D6 per circa il 50% dei lavoratori interessati, ESCLUDENDO IL RIMANENTE, costituisce una discriminazione INACCETTABILE, INGIUSTIFICABILE, nonché una disinvolta e forzata interpretazione della normativa vigente e in contrasto con accordi sindacali sottoscritti in altri enti. ECCO PERCHE’SOLLECITIAMO I COLLEGHI AD EFFETTUARE IL MAGGIOR NUMERO POSSIBILE DI RICORSI.
Vediamo ora quali sono gli elementi che rendono più evidente la volontà discriminatoria dell’amministrazione, avallata da CGIL, CISL E UIL:
1) ESPERIENZA ACQUISITA: vengono esclusi dal passaggio tutti coloro che, attraverso le progressioni economiche, sono pervenuti in D5 partendo dalla categoria giuridica D1 senza essere inquadrati nella categoria giuridica D3 ( non viene rispettato il principio che a parità di mansioni deve essere garantito il medesimo percorso di carriera).
2) CREDITO PROFESSIONALE e INCARICHI FORMALMENTE ATTRIBUITI: in sostanza chi gode attualmente dell’indennità “quadri” si vede privilegiato nell’attribuzione del punteggio di almeno 10 punti rispetto agli altri (e tutti sanno come l’indennità quadri venga attribuita con metodi unilaterali, clientelari e paternalistici,utilizzando come requisiti fondamentali l’obbedienza, la subordinazione, la rinuncia alla propria autonomia di pensiero e la fedeltà “all’azienda”, almeno nell’80% dei casi). segue
L’applicazione di queste metodologie contrasta in modo evidente con le modalità applicate per la progressione economica degli altri livelli retributivi.
E’ disdicevole che non tutti i lavoratori in D5 abbiano la certezza di poter accedere al livello retributivo D6, ma e ancora più scandaloso e immorale che in tutta questa trattativa-farsa non si sia posto come condizione preliminare a qualsiasi altro accordo il reperimento delle risorse economiche finalizzate allo svuotamento definitivo della cat. A, i cui salari sono da fame.
A questo punto c’è da chiedersi che fine abbia fatto la piattaforma rivendicativa votata quasi unanimemente nel settembre-ottobre 2006. Sarebbe bene che tutti i lavoratori della Regione lo chiedessero ai rappresentanti di CGIL-CISL-UIL che tanto hanno magnificato questi accordi, gettando fumo negli occhi e manipolando in modo subdolo la realtà dei fatti con l’intento di tenersi buoni i propri iscritti e di contenere il dilagare della giusta sfiducia nei loro confronti!
In sostanza, con l’accordo per il passaggio da D5 a D6 che coinvolge una minoranza di lavoratori e con l’attribuzione dell’indennità’ di funzione specialistica solo a coloro che svolgono un’attività’ ispettiva, l’amministrazione regionale, con la colpevole e attiva complicità di CGIL-CISL-UIL, introduce ulteriori frammentazioni e divisioni fra i lavoratori stessi e crea le condizioni per preparare il terreno ad un’élite di funzionari destinati alla carriera dirigenziale.
In definitiva, il progetto del presidente della regione Lombardia e dei suoi soci di cordata si sta compiendo senza alcun CONTRASTO SIGNIFICATIVO neppure da parte della ridicola opposizione consigliare.
Vediamo in cosa consiste questo progetto:
- drastica riduzione di personale( in meno di 5 anni si è passati da 5000 soggetti in organico a meno di tremila);
- ribaltamento dei rapporti di forza tra sindacati e amministrazione, a favore di quest’ultima ( le RSU di fatto sono state annientate e non contano più nulla e sono ridotte a puro e anche un po’ fastidioso( per loro) terminale organizzativo dei sindacati confederali);
- creazione di “una casta privilegiata di funzionari (non tutti) e di dirigenti (non tutti) che costituiscono la “base di consenso” e lo strumento operativo per la realizzazione degli obiettivi politici di questa giunta quali sfrenato liberismo, privatizzazioni, esternalizzazioni di alcune funzioni e mansioni, controllo asfissiante e totalitario del personale (quello ancora non sfiduciato o inglobato nella logica di potere (degli altri)), il tutto ammantato dalla magica parola “sussidiarietà”, con cui questa giunta di comunione e “liberazione” si riempie la bocca e cerca di costruire le sue fortune politiche.

NON DOBBIAMO RASSEGNARCI: occorre autorganizzarsi per contrastare questi progetti, per rimettere in discussione tutti gli accordi a perdere sottoscritti in questi anni!
Bisogna restare uniti ed avere il coraggio di ritornare protagonisti e di difendere la nostra dignità.
Un passaggio fondamentale consiste nell’abbandonare i sindacati confederali che svolgono ormai un ruolo del tutto estraneo agli interessi dei lavoratori.
ISCRIVITI E RAFFORZA L’AL-COBAS DELLA REGIONE LOMBARDIA
RIVOLGITI AI NOSTRI REFERENTI PER I RICORSI ALLA MAGISTRATURA DEL LAVORO.

Milano 31 agosto 2007
AL-COBAS CUB REGIONE LOMBARDIA

martedì 3 luglio 2007

VENERDI’ 13 LUGLIO 2007 SCIOPERO GENERALE

Comunicato n. 11
Milano, 2 luglio 2007

VENERDI’ 13 LUGLIO 2007 SCIOPERO GENERALE di tutte le categorie pubbliche e private per l'intera giornata

PER DIFENDERE LA PREVIDENZA PUBBLICA, IL NOSTRO TFR/TFS E IL NOSTRO SALARIO!

CONTRO LA PRECARIETA'(LEGGE 30) E LA PRIVATIZZAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE!

PER L'ABOLIZIONE INTEGRALE DELLO "SCALONE" E PER IL MANTENIMENTO dei 35 ANNI DI ANZIANITA' e di 57 DI ETA' PER POTER ANDARE IN PENSIONE

Le proposte del governo su pensioni e precarietà sono lontanissime dalle esigenze reali dei lavoratori.
Lo sciopero generale del 13 luglio si rende necessario per fermare l'ulteriore attacco al sistema pensionistico pubblico e per bloccare il processo di privatizzazione delle pensioni.
Il così detto "SCALONE" va abolito integralmente e il compromesso che in questi giorni sarà raggiunto dal governo Prodi-D'Alema -Bertinotti con CGIL-CISL-UIL va RESPINTO, in quanto prelude all'innalzamento dell'età pensionistica ad oltre 60 anni e al "taglio" dei "coefficienti di rendimento" , vale a dire un ennesimo abbassamento delle pensioni pubbliche che colpirà soprattutto i giovani e coloro che attualmente hanno fra i 40 e 50 anni.
Per questo le Organizzazioni Sindacali extra-confederali AL-COBAS, CUB, SDL-intercategoriale, CIB-UNICOBAS e USI hanno proclamato uno sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private per l'intera giornata del 13 luglio 2007 per i seguenti obiettivi:

  • DIFESA e RILANCIO del sistema previdenziale pubblico, aggancio delle pensioni all'aumento del costo della vita, contro lo scippo del TFR e del TFS,mantenimento dei 35 anni di contributi e dei 57 anni di età per la pensione, ritorno al sistema retributivo a ripartizione, separazione tra ASSISTENZA e PREVIDENZA , abolizione del truffaldino silenzio-assenso nel passaggio del TFR-TFS ai fondi pensione e possibilità di revoca dell'adesione ai Fondi
  • ABOLIZIONE dello "SCALONE" e no all'introduzione degli "scalini".Aumenti generalizzati dei livelli retributivi delle pensioni
  • DIFESA dello STATO SOCIALE ( Scuola, Casa, Sanità ecc.)
  • Contro LA PRECARIETA' e per l'abolizione della legge 30 e della legge TREU che ha introdotto il precariato
  • PER I RINNOVI CONTRATTUALI nel pubblico e nel privato che siano all'altezza dei salari europei. Contro il MEMORANDUM della Pubblica Amministrazione
  • PER IL TAGLIO DELLE SPESE MILITARI che servono a finanziare le guerre(Afghanistan, Somalia, Iraq, Libano,ecc....). I soldi stanziati per le spese militari devono essere utilizzati per aumentare salari e pensioni.

Basta chiedere sacrifici ai lavoratori dipendenti e pensionati con la scusa di risanare il deficit che non hanno prodotto loro.

I LAVORATORI E I PENSIONATI HANNO GIA' DATO, come ci ricorda anche il"RAPPORTO SULLO STATO SOCIALE 2007"(a cura del Dipartimento di Economia Pubblica dell'Università di Roma La Sapienza e del CRISS (Centro di Ricerca Universitario sullo Stato Sociale) presentato il 27 giugno 2007, nel quale si afferma, fra l'altro, che" sono i pensionati che finanziano il bilancio pubblico e non viceversa". Questo rapporto è ovviamente ignorato sia dal governo che da CGIL-CISL-UIL.

PARTECIPIAMO COMPATTI ALLO SCIOPERO GENERALE
INDETTO DA CUB-AL COBAS-USI-SDL intercategoriale e CIB UNICOBAS.

MANIFESTAZIONE NAZIONALE A MILANO partenza Largo Cairoli ore 9.30

AL COBAS-CUB Regione Lombardia

mercoledì 30 maggio 2007

ORGANIZZIAMO LO SCIOPERO GENERALE CONTRO L’ACCORDO TRUFFA SUI RINNOVI CONTRATTUALI DEL PUBBLICO IMPIEGO

Comunicato n. 10

Milano, 31 maggio 2007

ORGANIZZIAMO LO SCIOPERO GENERALE CONTRO L’ACCORDO TRUFFA SUI RINNOVI CONTRATTUALI DEL PUBBLICO IMPIEGO
SI APRE PER TUTTI I LAVORATORI UNA NUOVA STAGIONE DI LOTTA E DI NUOVI IMPEGNI
SI RESTITUISCANO LE TESSERE DI CGIL-CISL-UIL E DI FALSI SINDACATI AUTONOMI.

Il 29 maggio 2007 CGIL-CISL e UIL hanno definitivamente svenduto la partita contrattuale del Pubblico Impiego. L'accordo peggiora ancora di più quello già siglato il 6 aprile 2007.
In queste settimane si è sviluppata tra sindacati confederali e governo una squallida e provocatoria sceneggiata che è servita a gettare fumo negli occhi ai lavoratori e a peggiorare ancora di più i contenuti dell'accordo quadro firmato. Il tutto è stato accompagnato dalla patetica farsa della minaccia dello sciopero generale proclamato 3 volte e mai realizzato.

VEDIAMO QUALI SONO I PUNTI ESSENZIALI DI QUESTA PRE-INTESA QUADRO:

1) AUMENTO MEDIO PREVISTO DI 101 euro a partire dal febbraio 2007. Però GLI AUMENTI NON VERRANNO EROGATI PRIMA DEL 2008 perché nell’accordo si legge “…il governo si impegna a stanziare i fondi nella prossima legge finanziaria…”. Al netto diventa 65 euro medi per i ministeriali, per gli altri comparti sarà ancora meno viste le esperienze delle precedenti tornate contrattuali. Questo aumento è misero, insufficiente e non copre neppure il 48% dell'inflazione reale. CIO' SIGNIFICA CHE IL NOSTRO SALARIO REALE E' DIMINUITO, NON AVENDO NEPPURE RECUPERATO l'inflazione reale sul biennio 2006-2007.

2) NON E' PREVISTO NESSUN AUMENTO REALE PER IL 2006. Infatti si ipotizza l'erogazione in busta paga di un "adeguamento" di 7,53 euro lordi mensili per tutte le categorie. UNA VERA PROVOCAZIONE! Si tratta dell'applicazione di un " meccanismo" contenuto nell'accordo quadro del 1993, mai applicato fino ad ora, che prevede l'erogazione di una cifra riparatoria in caso di ritardato rinnovo contrattuale. Ma CGIL-CISL-UIL si dimenticano di dire che tale adeguamento non deve essere necessariamente sostitutivo dell'eventuale aumento contrattuale.
DI FATTO SI PERDONO 13 MESI DI AUMENTI CONTRATTUALI,COMUNQUE INSUFFICIENTI!

3) SALTA IL RINNOVO CONTRATTUALE BIENNALE. Infatti dal 2008 la durata dei contratti sarà di 3 anni, seppur in via" sperimentale". Ma si può prevedere con quasi certezza che la modifica strutturale dei contratti che parte dal pubblico impiego, non solo sarà resa definitiva, ma sarà estesa anche alle altre categorie di lavoratori. ANCHE QUI CI TROVIAMO DI FRONTE AD UNA GRAVE PROVOCAZIONE. DI FATTO SI RISCHIA DI SOTTRARRE UN ANNO DI INCREMENTO SALARIALE ALLE RETRIBUZIONI!

RESPINGIAMO NEI FATTI QUESTA ENNESIMA TRUFFA-ACCORDO

RESTITUIAMO LE TESSERE DI CGIL-CISL-UIL

ORGANIZZIAMOCI PER COSTRUIRE UNA MOBILITAZIONE PERMANENTE CHE SFOCI
IN UNO SCIOPERO GENERALE ENTRO UN BREVE PERIODO PER NON PERMETTERE QUESTO ENNESIMO SCEMPIO E PER BLOCCARE LA CONTRORIFOMA DELLE PENSIONI

ADERITE AL NOSTRO SINDACATO AL-COBAS CUB

A.L. Cobas-CUB Regione Lombardia

giovedì 12 aprile 2007

RINNOVO CONTRATTO DEL PUBBLICO IMPIEGO: INADEGUATO ED INSUFFICIENTE SUL PIANO ECONOMICO. GRAVEMENTE PROVOCATORIA LA SOTTOSCRIZIONE DEL ‘MEMORANDUM

COMUNICATO n. 9
Milano, 12 aprile 2007

RINNOVO CONTRATTO DEL PUBBLICO IMPIEGO: INADEGUATO ED INSUFFICIENTE SUL PIANO ECONOMICO.

ANNO 2006 NESSUN AUMENTO, MA SOLO INDENNITA’ DI VACANZA CONTRATTUALE PARI A CIRCA 7 EURO MENSILI NETTI!

GRAVEMENTE PROVOCATORIA LA SOTTOSCRIZIONE DEL ‘MEMORANDUM’ FRA GOVERNO E CGIL-CISL-UIL-SINDACATI AUTONOMI.

ISTITUITA UNA “SEZIONE CONTRATTUALE SPECIFICA PER LE REGIONI” (art. 7 bis, ultimo comma, del ‘Memorandum’ sottoscritto il 6 aprile 2007 da CGIL-CISL-UIL-Sindacati Autonomi).

Il giorno 6 aprile 2007 si è conclusa con una pre-intesa generale la prima fase del percorso relativo ai rinnovi contrattuali del pubblico impiego per il periodo 2006-2009 (rinnovo quadriennale per la parte normativa e rinnovo biennale per la parte economica 2006-2007). I contratti specifici di comparto verranno stipulati nei prossimi mesi.
E’ stato inoltre definitivamente sottoscritto da CGIL-CISL-UIL-Sindacati Autonomi il ‘Memorandum’ del pubblico impiego che condizionerà in modo gravemente peggiorativo tutti i rinnovi contrattuali dei singoli comparti.

RINNOVO CONTRATTO- PARTE ECONOMICA 2006-2007
Gli aumenti decorreranno dal 1° gennaio 2007 (101 euro lordi) e saranno mediamente di 65-70 euro mensili netti a seconda della categoria di appartenenza.

Per il 2006 anziché prevedere un aumento salariale viene riscoperta ed applicata l’indennità di vacanza contrattuale. Tale indennità era stata introdotta nel 1993 ( e mai integralmente applicata) per supplire ai ritardi dei rinnovi contrattuali e non per escludere gli adeguamenti salariali contrattuali.
L’applicazione di questo istituto produrrà un aumento medio sul tabellare di circa lo 0,76%! (circa il 2% in meno dell’inflazione reale).

L’ulteriore beffa consiste nel fatto che questi aumenti saranno finanziati con la manovra economica del 2008 (legge finanziaria), poiché i fondi stanziati dalla legge finanziaria per il 2007 sono risultati insufficienti.
Di conseguenza, nelle migliori delle ipotesi, questi ridicoli adeguamenti contrattuali saranno in busta paga non prima della fine di questo anno, molto più probabilmente all’inizio del 2008 con ben due anni di ritardo dalla loro formale scadenza.

Tutto questo accade a fronte di ingenti aumenti di entrate pubbliche negli ultimi 6 mesi che verranno prevalentemente destinati al risanamento delle imprese e alla riduzione del cuneo fiscale a favore delle stesse, anziché utilizzarle in gran parte per ridurre le disuguaglianze sociali.

MEMORANDUM
Il 6 aprile 2007 è stato anche definitivamente firmato il ‘Memorandum’.
E’ di fatto una CONTRORIFORMA sostenuta e sottoscritta da CGIL-CISL-UIL-Sindacati Autonomi e costituisce lo strumento attraverso cui devastare e privatizzare la pubblica amministrazione e colpire i lavoratori sia sul piano salariale che sul piano delle libertà sindacali e personali.
Vediamo di sintetizzare gli elementi principali e più gravi contenuti in questo testo:

a) Viene destrutturato l’impianto contrattuale, prevedendo un radicale ridimensionamento del peso e dell’autonomia della contrattazione integrativa ( art. 6, ultimo comma), la quale “dovrà essere svolta sulle materie e sulle modalità definite dai contratti nazionali…”. Inoltre “le risorse finanziarie saranno individuate dai contratti collettivi…” vale a dire che i singoli enti saranno vincolati da scelte che prescinderanno dalla loro reale “capacità
segue
economica”. Ad esempio, un ente che abbia un bilancio virtuoso non potrà destinare attraverso la contrattazione risorse aggiuntive rispetto ai parametri stabiliti a livello della contrattazione nazionale (questo vale per le regioni a statuto ordinario).

b) Vengono dati ancora più poteri alla dirigenza, la quale di fatto diverrà il soggetto che realizzerà la controriforma della pubblica amministrazione, basata su criteri aziendalisti e privatistici e tutta rivolta a realizzare “ …l’obiettivo di accrescere la produttività del sistema paese…” (art. 2) e a subordinare la condizione salariale e normativa del personale alla misurazione dei risultati con criteri prevalentemente arbitrari e soggettivi. In sostanza ci si ispira ad una concezione di produttività di fabbrica analoga al vecchio cottimo.

c) Formazione e percorsi professionali (art. 7, c. 6 e 7). Con il ‘Memorandum’ la formazione diviene ufficialmente strumento di “indottrinamento” per tutto il personale e sarà funzionale al progetto di destrutturazione e privatizzazione della pubblica amministrazione. Non sarà più utile alla progressione di carriera (art. 7, c. 7) perché questa dipenderà sempre più dal “rapporto fiduciario e subordinato” e al “placet” della dirigenza superiore.
L’art. 7 bis del ‘Memorandum’ recita: “Il percorso professionale dovrà dipendere in modo più significativo dai risultati conseguiti ed opportunamente valutati…”, ovviamente dal dirigente e senza alcun controllo.

d) Esodi (art. 7bis, c. 9): con un preziosismo linguistico vengono così definiti i futuri licenziamenti. Quando “…verrà accertato esubero di personale non ricollocabile con processi di mobilità…” sono previste forme incentivate di uscita non meglio specificate; in alternativa saranno previste vere e proprie forme di trasferimento forzato in altre amministrazioni o regioni del paese.

e) La contrattazione integrativa non sarà più dinamica, ma sostanzialmente applicativa dei contratti nazionali, i quali, a loro volta, sono generalmente la fotocopia delle politiche economiche restrittive dei governi, che rappresentano sempre gli interessi dei poteri economici forti (confindustria e banche) i quali, a loro volta, sono anche i veri ispiratori delle politiche salariali e normative nella pubblica amministrazione.
In sintesi, in passato si cercava di recuperare l’insufficienza salariale attraverso la contrattazione decentrata ed integrativa; con l’applicazione del ‘Memorandum’ tutto ciò sarà vanificato.

In sostanza il ‘Memorandum’ si occupa e preoccupa genericamente di tutto all’infuori della grave e drammatica situazione salariale e normativa del personale; questi viene ignorato come ‘soggetto protagonista’ e implicitamente colpevolizzato in quanto unico responsabile dell’inadeguatezza della pubblica amministrazione. Si ignorano scientemente e colpevolmente le responsabilità dei partiti, dei politici e dei sindacati confederali nell’aver creato una situazione di sfascio nella pubblica amministrazione e tra i lavoratori del pubblico impiego. Si dà ascolto e si introducono teorie suggerite da ignobili personaggi quali i signori Ichino, Treu, Boati ecc… che non conoscendo minimamente l’organizzazione del lavoro nella pubblica amministrazione fanno a gara nello sparare idiozie provocatorie per colpire tutti gli operatori del pubblico impiego nel nostro paese che hanno i salari più bassi di Europa.

A QUESTI SIGNORI RISPONDIAMO:

GIU’ LE MANI DAI DIRITTI DEI LAVORATORI

NO ALLO SCIPPO DEL TFS (liquidazione)

NO ALLA PREVIDENZA INTEGRATIVA PRIVATA!

‘A SALARI DI MERDA, LAVORO DI MERDA’!
come ebbe a dire Palmiro Togliatti che certamente non era un estremista.

CONTRO IL CONTENIMENTO E L’INSUFFICIENZA SALARIALE E PER IL BOICOTTAGGIO DEL MEMORANDUM occorre uno scatto di dignità ed un rifiuto organizzato e generalizzato di questa “controriforma” del pubblico impiego.

ORGANIZZIAMOCI FUORI DAI SINDACATI CONFEDERALI PER GARANTIRE LA DIFESA DEI NOSTRI DIRITTI!

A.L. Cobas-CUB Ente Regione Lombardia

martedì 10 aprile 2007

CONTRATTO PUBBLICO IMPIEGO 2006-2009 (biennio economico 2006-2007) - PREINTESA GOVERNO E SINDACATI

Nella sezione "documentazione" alleghiamo i seguenti documenti relativi alla pre-intesa:
1. ACCORDO RISORSE ECONOMICHE
2. INTESA MEMORANDUM sottoscritto definitivamente in data 6 aprile 2007 solo dai sindacati confederali
3. IMPEGNO INVIO ATTO INDIRIZZO

Rileviamo che é la prima volta, da quando é stato istituita, che é prevista per il 2006 l'applicazione dell'INDENNITA' DI VACANZA CONTRATTUALE.
In sostanza gli aumenti per il 2006 saranno mediamente dello 0,76%.
L'erogazione degli insufficienti benefici contrattuali sarà effettuata non prima della fine dell'anno, poiché le risorse dovranno essere inserite nella prossima finanziaria.

A.L. COBAS-CUB ENTE REGIONE LOMBARDIA

venerdì 30 marzo 2007

30 marzo 2007 SCIOPERO NAZIONALE DEL PUBBLICO IMPIEGO

COMUNICATO n. 8
30 marzo 2007

SCIOPERO NAZIONALE DEL PUBBLICO IMPIEGO
Giù le mani dalla pubblica amministrazione!
Giù le mani dal TFSFermiamo questo scempio!

Apriamo nel paese una stagione di lotte e mobilitazioni capace di rilanciare nuove politiche in materia di stato sociale, garanzie costituzionali, pubblica amministrazioneRiappropriamoci della dignità di lavoratori pubblici

Per quanto riguarda la Regione Lombardia scioperiamo per:
riaprire la trattativa sui passaggi orizzontali affinché tutti ne usufruiscano
far ritirare in toto la circolare per malattia e ferie
aprire la trattativa per il nuovo contratto decentrato
· contro la manomissione del contratto di lavoro
· contro la manipolazione dell’amministrazione regionale in materia di orario di lavoro

Manifestazione nazionale a Romapiazza della repubblica ore 9,30
PERCHE' LO SCIOPERO?
Il lavoratore pubblico è bersaglio di una campagna denigratoria che ha come obiettivo lo smantellamento della Pubblica amministrazione.

Ha un salario inadeguato, con contratti senza limiti di tempo e senza garanzie di rinnovo vero e recupero di salario perso per effetto del caro vita.

La sua professionalità acquisita ed accresciuta con anni di lavoro non è riconosciuta.

I carichi di lavoro sono aumentati in modo indiscriminato negli ultimi 15 anni per effetto del reiterato blocco delle assunzioni.

La mobilità selvaggia contenuta nel "memorandum" spiana la strada ai processi di destrutturazione della Pubblica amministrazione.

I criteri adottati per l’erogazione degli “incentivi” sono improponibili ed inadeguati. Si considera l’ente pubblico come se fosse un’azienda privata.

Gli scippano la liquidazione trasformandola in capitale di rischio senza controllo diretto.
Per i lavoratori precari non sono state previste le minime risorse necessarie per attivare seri processi di stabilizzazione.
Gli strumenti della Politica governativa

FINANZIARIA:La manovra finanziaria già fissa gli obiettivi della riforma della P.A. che in parte si realizzano nel provvedimento stesso e in parte si rimandano ad altri atti normativi sottraendoli all’attenzione dell’opinione pubblica.SANITÀ: aumentano i costi e si riducono le prestazioni spingendo i cittadini verso i privati; si paga due volte un’assistenza che poi dovrà essere ricomprata dai privati. Ma il lavoro sporco lo fanno le regioni che attivano le manovre di rientro o contenimento della spesa sanitaria chiudendo ospedali, servizi, posti letto, producendo mobilità, disagio lavorativo legato alla continua riduzione degli organici e ricorso al precariato, sempre più sfruttato e sempre meno garantito.PREVIDENZA TFR-TFS : il TFS non dovrà essere versato al fondo pensione integrativo. Se si verserà non si avrà più diritto alla liquidazione.SPESE MILITARI: in continua ascesa, gli elevati costi del personale in missione, conteggiati nei costi del personale della P.A., contribuiscono al grido di allarme sulla spesa pubblica. Si costruiscono basi militari nel paese senza il consenso delle popolazioni utilizzando anche risorse pubbliche negate per la pubblica amministrazione. CUNEO FISCALE: si tagliano i servizi sociali e i bilanci della P.A. per dare in regalo alle imprese miliardi di euro sottoforma di minori oneri fiscali, accentuando sempre di più lo squilibrio nella redistribuzione della ricchezza prodotta. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: disimpegno dello stato dal territorio; con la riduzione e l’accorpamento di uffici ed enti, prevedendo la riduzione degli organici per effetto della soppressione di uffici periferici. Creazione di esuberi che portano a mobilità e espulsione. Soluzioni inesistenti per i precari, riduzione per il personale di supporto al 15% dell’organico, blocco delle assunzioni.
IL CONTRATTO DI LAVORO è devastato e, ormai ad oltre un anno dalla scadenza, gli aumenti previsti e finanziati sono 15 euro lordi per il 2006 ( vacanza contrattuale), 26 euro per il 2007, 50 euro per il 2008, una perdita dell’1,7% del potere di acquisto.ENTI LOCALI E REGIONI completano il lavoro con blocco dei contratti decentrati, ridimensionamento degli uffici e degli organici a fronte di un aumento delle tasse locali. L’A.L. Cobas RdB-CUB è già impegnata a contrastare i primi effetti provocati dalle politiche di smantellamento. In tutti i settori del pubblico impiego si stanno sviluppando sul terreno vertenziale momenti di lotta e conflittualità diffusa. È necessario che i lavoratori pubblici comprendano che l’unificazione delle singole vertenze è il presupposto per sconfiggere il piano di devastazione della P.A. voluto dal governo, confindustria e da CGIL, CISL E UIL.
MEMORANDUM:Un patto truffaldino con CGIL CISL UIL ai quali vengono garantiti fondi pensione con il TFS e il monopolio della rappresentanza sociale. Si sancisce lo smantellamento della P.A. introducendo criteri di valutazione come la produttività d’impresa per dimostrare l’inefficienza della macchina pubblica. Lo smantellamento delle relazioni sindacali, relegate a mero strumento di realizzazione delle politiche governative, cerca di nascondere il dissenso intorno al processo di riforma.
La riduzione degli uffici e degli organici si realizza attraverso la deregolamentazione del rapporto di lavoro e l’annullamento della trattativa locale. Attua la mobilità selvaggia senza regole con la funzione di spingere gli operatori a lasciare l’impiego. Mentre da una parte si crea una dirigenza tecnocratica come strumento acritico di gestione della nuova P.A. dall’altra si usa l’associazionismo finanziato dal governo, per creare le condizioni sociali per la realizzazione di un forte isolamento e criminalizzazione dei dipendenti pubblici.
AUTHORYTY PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: un’entità esterna alla P.A. che esautora le relazioni sindacali e introduce una gestione autoritaria e senza contraddittorio, un vero e proprio golpe istituzionale che porta il governo dell’amministrazione pubblica fuori da essa. Gli strumenti di intervento si realizzano con l’ulteriore misurazione di produttività legata all’erogazione di salario aggiuntivo che assume dimensioni spaventose comprese tra il 30% e richieste di spingerlo fino al 50%. La finta opposizione di CGIL CISL UIL a questa proposta nasce dalla necessità di salvare le apparenze mentre in realtà si propongono di svolgere le funzioni dell’authority con modelli di cogestione subordinata.
PRECARI : le risorse per la promessa stabilizzazione sono praticamente inesistenti e il rischio di essere espulsi è estremamente reale. Per il 2007 potranno essere utilizzati 120 milioni di euro del fondo 2004 e le risorse della finanziaria 2005 per precari a tempo determinato (TD) con anzianità triennale negli ultimi 5 anni; basta fare la domanda, ma se finiscono i fondi? E questo vale solo per agenzie fiscali, parastato ministeri con l’esclusione di enti locali e sanità che sono i comparti con il più alto numero di precari e contratti atipici.Per il 2008 e il 2009 è disponibile solo il 40 % delle risorse provenienti dai pensionamenti dell’anno precedente; con l’innalzamento dell’età pensionabile è facile capire cosa succede. I precari con contratto formazione lavoro potranno essere stabilizzati solo se ci saranno disponibilità di posti nelle piante organiche, che invece vogliono rivedere per ridurle.Non va certo meglio per le assunzioni dei lavoratori a tempo determinato cui sono riservate il 20 % delle risorse derivanti dai pensionamenti dell’anno precedente.

CHE PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ABBIAMO?
La P.A. e i dipendenti pubblici vivono un diffuso disagio operativo e funzionale, risultato di una strategia di progressivo abbandono della funzione sociale e devastazione della organizzazione degli uffici e del lavoro.
La sottostima dei costi reali, definiti sprechi, ha determinato il mancato finanziamento dei servizi e l’impossibilità che questi svolgano la loro funzione sociale. Il ricorso agli appalti in maniera indiscriminata ha di fatto costruito pezzi crescenti di P.A. aventi natura privata che opera ormai in maniera parallela a quella pubblica.
La conseguenza è stata il ricorso al precariato e alle nuove forme di lavoro rendendo superflui i lavoratori a tempo indeterminato e inutili i servizi pubblici ormai svuotati delle proprie funzioni. Ciò ha permesso la creazione di un nuovo sistema di finanziamento indiretto ai partiti attraverso società legate alla politica e associazioni temporanee di impresa che nascondono la prassi del subappalto. I servizi pubblici si sono riempiti di portaborse e trasformati in riserva indiana per il sottobosco politico, così che, fallita l’esperienza diretta in politica, i "trombati" si sono trasformati in dirigenza apicale inefficiente e connivente con i governi.

TUTTO QUESTO NON PUO' ESSERE ATTRIBUITO A NOI
perché la P.A. non ha mai smesso di funzionare ed ha erogato i suoi servizi
grazie al personale del PUBBLICO IMPIEGO

Ci siamo sempre sostituiti ad uno stato volutamente assente, fino a farsi parte dirigente assumendo in proprio la responsabilità di snellire procedure a scapito di mansionari e regolamenti.

Ci siamo, in alcuni casi, fatti carico di comprare in proprio, senza rimborso, gli strumenti di lavoro (carta, toner ecc.).

Abbiamo proposto e ci siamo battuti per un ordinamento professionale, rifiutato dal governo, sostituendo al mansionismo ottocentesco la professionalizzazione degli operatori, accorpando mansioni e figure professionali per formare dipendenti pubblici capaci di gestire i provvedimenti nella loro interezza annullando la frantumazione dei processi.

Ci siamo opposti alle esternalizzazioni dequalificate e dequalificanti per mantenere l’unicità della P.A. e della propria funzione.

Abbiamo combattuto una flessibilità che soddisfa unicamente le esigenze di potere gerarchico per contrapporre ad essa l’esercizio della nostra professionalità, che consente di operare in autonomia con la garanzia di qualità.

Ci siamo opposti al ricorso a forme di precariato selvaggio che ha costruito una generazione di lavoratori/cittadini senza diritti, garanzie, salari decenti e dal lavoro invisibile.

... EPPURE IL GOVERNO
A fronte di un aumento della ricchezza prodotta e delle corrispondenti maggiori entrate fiscali, non prevede alcun investimento sul piano dei servizi sociali né tanto meno nei confronti dei salari.

Utilizza campagne di diffamazione dei dipendenti pubblici e, approfittando dello scontento sociale per le volute inefficienze della P.A., si appresta ad assestare un colpo mortale alla macchina statale.

Ci propone tagli di uffici e servizi per un risparmio di 2-3 punti di P.I.L. per finanziare il taglio del cuneo fiscale e la competitività delle aziende italiane.

Procede ad esternalizzazioni selvagge e prive di qualunque garanzia di qualità.

Procede alla aziendalizzazione della P.A., già fallita in sanità, assumendo a modello l’impresa e trasformando i servizi in prodotti da vendere e da comprare.

TUTTO CIO' NON E' PIU' TOLLERABILEIL TUO FUTURO LAVORATIVO E I TUOI BISOGNI DI UTENTE DIPENDONO DALLA CAPACITA' DI RISPOSTA DEI LAVORATORI PUBBLICI
Partecipiamo in massa allo sciopero del 30 marzo 2007 e alla manifestazione nazionale a Romapiazza della repubblica ore 9,30

A.L. Cobas-CUB Ente Regione Lombardia

mercoledì 14 marzo 2007

ATTENZIONE! NO AL FURTO DEL TFS

COMUNICATO N. 7
13 marzo 2007

ATTENZIONE! NO AL FURTO DEL TFS

Un altro passo verso il furto della liquidazione dei lavoratori pubblici si è compiuto nei giorni scorsi. Il 6 marzo 2007 l'ARAN e CGIL, CISL e UIL hanno siglato un accordo che consentirà l'istituzione del Fondo di previdenza integrativa per i dipendenti degli enti locali e della sanità. Questo fondo integrativo diventerà il più grande fondo italiano. La sottoscrizione di questo fondo comporterà la trasformazione del TFS in TFR.

OCCORRE BOICOTTARLO RIFIUTANDOSI DI ISCRIVERSI

Anziché difendere il sistema previdenziale pubblico e mobilitarsi per aumentare queste indecorose pensioni, i promotori finanziari di CGIL, CISL e UIL vogliono ingannare i lavoratori di Regioni, Autonomie Locali e Sanità, presentando loro i fondi integrativi come i toccasana per la loro pensione.
Questa intesa, inoltre, farà da battistrada al completamento del furto del TFR in quanto, a breve, si avvierà la previdenza integrativa anche per i restanti comparti del pubblico impiego.
Insomma, manca ancora un piccolo tassello per portare a compimento lo scippo.

DOBBIAMO IMPEDIRE CHE CIO’ SI REALIZZI!!

Nonostante i 17 milioni di euro stanziati per la pubblicità ingannevole favorevole ai fondi privati e che non vi sia la minima possibilità di un contraddittorio con chi la pensa in modo diverso, nel privato l'operazione del furto del TFR non sta dando i frutti preventivati.
Cresce, infatti, l'opposizione sociale e i lavoratori hanno capito bene che occorre diffidare da chi promette rendimenti più alti e magnifica la necessità di un vitalizio integrativo.

Il rendimento del TFR è sicuro, quello del Fondo pensione è a rischio e non prevedibile.
Il TFR in azienda è rivalutato annualmente nella misura fissa del 1,5% più lo 0,75% per ogni punto di aumento dei prezzi. Es: a fronte di un aumento annuo del 2% dei prezzi viene rivalutato del 3%. Nei fondi pensione, invece, il TFR è un investimento a rischio. Occorre ricordare che il governo Prodi su richiesta di CGIL-CISL-UIL ha anticipato di un anno lo scippo del TFR.
I fondi pensione sono a totale rischio per i lavoratori, sono subordinati all'andamento delle Borse e dei mercati finanziari e caratterizzati dall'incertezza del rendimento. Governo, sindacati di Stato, assicurazioni, finanziarie e speculatori di tutti i tipi stanno raccontando un sacco di frottole sul rendimento dei fondi pensione. Non dicono che basta un crollo della borsa di un giorno per far sparire tutti i soldi versati nel fondo pensione privato. Un esempio? Se oggi crollassero del 50% i titoli nei quali Lorsignori hanno investito i nostri soldi, e domani i titoli stessi salissero del 50%, ingenuamente crederemo che il valore rimanga invariato, ebbene non è così: ipotizziamo € 30.000 versati nel fondo pensione, perdendo il 50% ci rimarranno € 15.000 e salendo del 50% aumenteranno di € 7.500 e il nostro capitale salirà a € 22.500. L’indice di Borsa è tornato pari, ma i nostri soldi e il nostro TFR sono diminuiti.

Ecco alcuni esempi che dimostrano l’inaffidabilità dei fondi integrativi pensionistici
Dopo il crack dei fondi pensione della Sicilcassa, di Cassa Ibi (Cariplo), della Bnl e della Comit, un altro crack si è verificato in questi ultimi giorni.
Quello del fondo pensione del Teatro Carlo Felice di Genova.Oggi gli oltre 300 tra pensionati e lavoratori attivi del Teatro Carlo Felice di Genova non sanno se riusciranno a recuperare quanto versato nel fondo di previdenza integrativa a favore del personale dell’Ente autonomo Teatro comunale dell’Opera di Genova. Il Fondo fondato nel 1971 con un accordo tra i sindacati confederali e l’Ente Teatro è andato in liquidazione nel maggio del 2004 (il primo in Italia) con un deficit, secondo il conteggio del commissario liquidatore, di quasi 9 milioni di euro.
E a dare una risposta a questi lavoratori e pensionati saranno, oramai, solo le carte bollate. Il Fondo pensione "era gestito da amministratori e revisori divisi in misura paritetica tra Ente e sindacati confederali CGIL-CISL-UIL".

IL TFR VERSATO AI FONDI PENSIONE È PER SEMPRE E NON PUÒ ESSERE REVOCATO.
SI POSSONO SOTTOSCRIVERE EVENTUALMENTE I FONDI IN QUALSIASI MOMENTO DELLA VITA LAVORATIVA.

I piazzisti di CGIL-CISL-UIL, per convincere i giovani a lasciarsi scippare il TFR, sostengono che avranno una pensione bassa, non dicono che questo avviene perché la pensione si calcola sulla base dei contributi versati in tutta la vita lavorativa (accordo CGIL-CISL-UIL del 1995 con il governo Dini) e per il dilagare del lavoro precario e sottopagato. Farsi scippare il TFR aggiungerebbe al danno la beffa.
Oggi l'INPS è in attivo e nessuno lo dice.
La soluzione reale sta nell'organizzare la lotta per il rilancio della previdenza pubblica e per l'adeguamento delle pensioni al costo effettivo della vita, separando il capitolo della previdenza da quello dell'assistenza. Infatti è il capitolo assistenza che va a pesare in modo negativo sui conti dell'INPS, mentre l'assistenza dovrebbe essere di competenza della fiscalità generale.

NO AI FONDI PENSIONERILANCIO DELLA PREVIDENZA PUBBLICA
LAVORO STABILE - SALARIO - DIRITTI

FORMIAMO ANCHE IN REGIONE LOMBARDIA IL COMITATO CONTRO LO SCIPPO DEL TFR

30 MARZO SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO
Seguirà comunicato con le motivazioni dello sciopero

AL Cobas – CUB Ente Regione Lombardia

lunedì 5 marzo 2007

VERSO LO SMANTELLAMENTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

A.L. COBAS – CUB ENTE REGIONE LOMBARDIA

COMUNICATO N. 6

A TUTTI I LAVORATORI

PRIMI EFFETTI DEL MEMORANDUM PI:LICENZIAMENTI, MOBILITA’, SANZIONI DISCIPLINARI LA RICETTA DEI CAPI DEL PERSONALE DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
ORGANIZZIAMOCI PER IL SUO BOICOTTAGGIO

Iniziano a concretizzarsi i primi effetti del memorandum sulla Pubblica Amministrazione
sottoscritto da CGIL, CISL e UIL e Governo: i capi del personale di ministeri, enti ed
agenzie, nel presentare alla Funzione Pubblica le loro proposte per riformare la Pubblica
Amministrazione, lanciano anatemi contro i lavoratori pubblici, chiedendo al Governo
strumenti che consentano lo smantellamento definitivo di quello che resta dello stato
sociale nel nostro Paese.
Ci saremmo aspettati ben altre richieste dai capi del personale. Negli uffici pubblici manca il personale, la stragrande maggioranza dei lavoratori svolge mansioni superiori non retribuite, mancano le autorizzazioni all’assunzione dei precari, non ci sono fondi neanche per mettere a norma gli ambienti secondo quanto previsto dalla legge 626/94, non si investe seriamente in formazione, non si parla mai di organizzazione del lavoro e cosa chiedono i capi del personale al Governo? Trasferimenti d’ufficio, licenziamenti, mobilità, sanzioni disciplinari, addossando, come sempre, la responsabilità di tutti i mali ai lavoratori.
Una bella ricetta davvero, funzionale soprattutto ad una vecchia dirigenza che, fiutata
l’aria, si propone per fare il lavoro sporco di smantellamento definitivo della P.A.,
smantellamento che l’A.L. Cobas aderente a RdB Pubblico Impiego contrasterà in tutti modi, non ultimo lo sciopero generale del 30 marzo di tutti i lavoratori pubblici.

MEMORANDUM SUL LAVORO PUBBLICO:
È GIÀ CONTRORIFORMA CHE PRELUDE ALLA DEVASTAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Il protocollo di intesa siglato il giorno 18/01/07 da cgil cisl uil, assume un significato sinistro per il futuro degli operatori pubblici e per la Pubblica Amministrazione.
Ad una prima lettura appaiono evidenti i seguenti punti:

LA SCELTA GOVERNATIVA DI RICONOSCERE A CGIL CISL UIL IL MONOPOLIO DELLA RAPPRESENTANZA SINDACALE DEL PUBBLICO IMPIEGO. Per questo si escludono tutte le altre organizzazioni sindacali che pure hanno superato gli sbarramenti antidemocratici dell’attuale normativa sulla rappresentanza e direttamente investite da parte dei lavoratori. Il governo sceglie unilateralmente con chi trattare, UN VERO E PROPRIO GOLPE SINDACALE.
segue
LA DEVASTAZIONE DELL’IMPIANTO CONTRATTUALE. Contrariamente alla forma privatistica tanto annunciata, i contenuti contrattuali vengono dettati dal governo ed inseriti con la compiacenza di CGIL CISL UIL.

I CONTRATTI DI LAVORO DIVENTANO GLI STRUMENTI ATTRAVERSO I QUALI IL GOVERNO REALIZZA LA DISMISSIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DEI PUBBLICI DIPENDENTI.
IL FINANZIAMENTO DEI CONTRATTI, AMPIAMENTE SOTTOSTIMATO, IN REALTA’ PREVEDE RIDUZIONE DI ORGANICI E SERVIZI E RISORSE PER L’ESPULSIONE DEI LAVORATORI. LA RIFORMA DELLA P.A. PRELUDE AD UN RISPARMIO DI 2 o 3 PUNTI DI PIL PER FINANZIARE IL CUNEO FISCALE: VALE A DIRE LO STATO SOCIALE È SOLO PER GLI IMPRENDITORI.

LA VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ DEI SERVIZI. Si tratta di un misto di criteri derivati dalla concezione della produttività di fabbrica, ormai identificabile con il cottimo, e di valutazione da parte di soggetti esterni; in realtà nasconde la volontà di mettere in moto un processo di accorpamento di funzioni e uffici con esubero di organici e la loro espulsione successiva.

LA NUOVA DIRIGENZA DIVENTA IL SOGGETTO CHE REALIZZA LA RIFORMA DELLA P.A.
DA GUARDIANO DEL BIDONE A TECNOCRATE. MA SARA’ LA STESSA DIRIGENZA ATTUALE?
Cgil, cisl, e uil, dopo aver costruito il loro controllo sulla P.A., con una dirigenza amica e costruita sul modello della contiguità politica e sindacale, ora la butta a mare. L’alternativa è, o diventare tecnocrate, o lasciare, se non si è in grado.
Il conto è pesante anche per chi ha scelto di fare il servo sciocco di amministrazioni e confederali.

LA FORMAZIONE DIVENTA LO STRUMENTO OPPRESSIVO E TOTALITARIO DI INDOTTRINAMENTO di una dirigenza rampante e funzionale al progetto di dismissione della P.A. Non sarà più utile per la progressione di carriera perché quella si farà con percorso "fiduciario" e il placet della dirigenza superiore.

LA MOBILITA’ E’ UNO STRUMENTO DI USCITA DALLA P.A. tanto è vero che si parla di esodi finanziati. Con quali risorse e quale impatto sociale lo scopriranno i lavoratori. L’alternativa sarà la deportazione forzata in altre amministrazioni o regioni del paese, oppure la fuoriuscita. Una nuova frontiera del diritto al lavoro.

LE RELAZIONI SINDACALI. Dopo aver scelto i propri interlocutori, averli fatti oggetto di regalie come il tfr e il prossimo tfs, questi non possono che limitarsi ad essere i meri esecutori del progetto governativo. Ovviamente questo non vale per noi e lo dimostreremo insieme ai dipendenti pubblici.

LA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA. Sbandierata come integrativa, e quindi dinamica, ridiventa applicativa dei contratti nazionali, a loro volta applicativi delle politiche del governo, a loro volta applicative della famosa e fumosa competitività delle aziende. In realtà è il ritorno agli anni 50 dei lavoratori pubblici e privati.

PER ENTI LOCALI E SANITA’ SI PREANNUNCIA UN BREVE RINVIO. PERCHE’ PER QUESTI COMPARTI SI DELINEA UN PROCESSO DI DEVASTAZIONE MOLTO ARTICOLATO TRA DECRETO LANZILLOTTA E REGIONI.
ALLO STESSO MODO SI PROCEDE PER ENTI PUBBLICI NON ECONOMICI. Un rinvio tecnico di non poco conto e che non può e non deve tranquillizzare.

PREPARIAMOCI AD ORGANIZZARE LO SCIOPERO GENERALE DEL 30 MARZO 2007

A.L. Cobas -CUB Regione Lombardia

lunedì 26 febbraio 2007

NON LASCIATEVI INTIMIDIRE DALLA CIRCOLARE SULLE FERIE!

A.L. COBAS-CUB ENTE REGIONE LOMBARDIA

COMUNICATO N. 5

A TUTTI I LAVORATORI

16 FEBBRAIO 2006

NON PARTECIPARE ALL'ASSEMBLEA DEI CONFEDERALI!
NON LASCIATEVI INTIMIDIRE DALLA CIRCOLARE SULLE FERIE!

Perché CGIL-CISL-UIL hanno impedito ai COBAS di fare un’assemblea sui problemi veri dei lavoratori regionali?
Perché sono sempre più collusi con l’Amministrazione!
NON PARTECIPATE ALL’ASSEMBLEA DEI CONFEDERALI DI LUNEDI’ 19 FEBBRAIO 2007: E’ UNA FARSA PROVOCATORIA CHE ELUDERA’ I VERI PROBLEMI DEI LAVORATORI PER SPOSTARE L’ATTENZIONE SUL "MEMORANDUM" DEL PUBBLICO IMPIEGO (altro strumento di controllo repressivo).
NON FACCIAMOCI PRENDERE PER I FONDELLI

LA COMUNICAZIONE DEI DIRIGENTI CHE IMPONE A TUTTI I LAVORATORI DI PROGRAMMARE ALMENO L’80% DELLE FERIE FINO ALLA FINE DELL’ANNO è in palese contrasto con la normativa nazionale e siccome, fino a prova contraria, una circolare della Regione non può cassare la normativa nazionale invitiamo tutti lavoratori a non subire ricatti sulla programmazione delle ferie.
A dimostrazione di come l'amministrazione abbia operato una scelta arbitraria, unilaterale, forzata ed al limite della legalità con l'emanazione della circolare del luglio scorso su ferie, malattia e part-time, vi inviamo in allegato l'articolo pubblicato su Il Sole 24 ore di giovedì 19 ottobre 2006.
Questo articolo riporta una nota del Ministero del lavoro del 18 ottobre 2006 che esplicita e chiarisce le modalità di utilizzo delle ferie.
I prinicipi da cui non si può prescindere sono i seguenti: il lavoratore, su sua richiesta, può usufruire di almeno 2 settimane consecutive di ferie nell'arco dell'anno, e può rinviare le ferie non godute fino ai 18 mesi successivi.
ORGANIZZIAMOCI PER LOTTARE
ADERITE ALL'A.L. COBAS-CUB

A.L. Cobas-CUB Ente Regione Lombardia

lunedì 22 gennaio 2007

ORGANIZZIAMOCI PER BOICOTTARE L'APPLICAZIONE DEL MEMORANDUM: strumento di controllo e repressione statuale

A.L. COBAS – CUB ENTE REGIONE LOMBARDIA

COMUNICATO N. 4

A TUTTI I LAVORATORI

Milano, 21 gennaio 2007

ORGANIZZIAMOCI PER BOICOTTARE L'APPLICAZIONE DEL MEMORANDUM: strumento di controllo e repressione statuale

Il "Memorandum" é un documento sottoscritto dal Ministro della Funzione Pubblica Nicolais (DS) , dal Ministro dell'Economia Padoa Schioppa e da CGIL-CISL-UIL.
Il suo contenuto dovrà essere inserito nei prossimi contratti del Pubblico Impiego (in ritardo già da un anno e due mesi) e se applicato aggraverà l'attacco alle condizioni di lavoro nel Pubblico impiego già in atto da anni; accelererà il processo di privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi; accentuerà i meccanismi di diversificazione salariale a parità di mansioni e sancirà definitivamente il potere incontrollato dei dirigenti sia sul piano della gestione economica, sia sul piano gerarchico, e trasformerà gli esodi volontari, che peraltro sarebbero necessari, in licenziamenti velati.
Inoltre criminalizza tutto il settore della Pubblica Amministrazione, come se questo fosse l'unico responsabile della crisi economica del paese.
Dobbiamo impedire, organizzandoci e lottando, che il prossimo contratto si trasformi in uno strumento punitivo contro tutti i lavoratori.

Leggi i precedenti comunicati di AL Cobas - CUB Ente Regione Lombardia sul sito http://alcobasregione.blogspot.com

Leggi o richiedici il comunicato n. 3 contenente una valutazione sull'accordo sulle progressioni orizzontali e le modalità dei ricorsi.

Iscriviti al nuovo sindacato dell'Ente Regione Lombardia!

AL Cobas - CUB Ente Regione Lombardia

venerdì 12 gennaio 2007

ACCORDO TRUFFA! RICORSI DI MASSA

A.L. COBAS – CUB ENTE REGIONE LOMBARDIA

COMUNICATO N. 3

A TUTTI I LAVORATORI
DIFFONDERE CAPILLARMENTE

L’accordo truffaldino sulle progressioni orizzontali definitivamente sottoscritto dai sindacati confederali e dal sindacato autonomo e’ illegittimo dal punto di vista giuridico
Introdotti pericolosi ed ingiusti vincoli che limitano e condizionano le progressioni di carriera ( valutazioni individuali arbitrarie e provvedimenti disciplinari)
Esclusi centinaia di lavoratori dal diritto al miglioramento economico a fronte di stipendi insufficienti ed inadeguati al costo della vita
Vergognose, manipolatorie e false le giustificazioni di chi ha firmato
Imporre la riapertura della trattativa con la mobilitazione e senza escludere la dichiarazione di uno sciopero di tutti i lavoratori!
Non lasciamo soli ed isolati i lavoratori esclusi dai miglioramenti economici!

IL NOSTRO SINDACATO METTE A DISPOSIZIONE LA PROPRIA STRUTTURA
LEGALE PER TUTTI COLORO CHE SARANNO ESCLUSI DAI BENEFICI ECONOMICI

Nel luglio 2006 denunciammo da soli il carattere pessimo, truffaldino, inadeguato ed insufficiente della PRE-INTESA che TUTTI i sindacati allora presenti in regione sottoscrissero.
OGGI, con la firma definitiva, possiamo dire che la realtà si presenta peggiore di qualsiasi pessimistica previsione.
Ora ci troviamo di fronte al fatto che centinaia e centinaia di lavoratori risultano penalizzati e, fatto altrettanto grave, con questo accordo ILLEGITTIMO si avalla una politica dell’amministrazione basata sull’arbitrio valutativo, sull’arroganza e sul controllo autoritario e totalitario dei lavoratori (vedi criteri sui passaggi orizzontali e modifica del sistema che regolava le assenze per malattia e altro).

CI VOGLIONO LIMITARE SEMPRE PIU’ LA NOSTRA AUTONOMIA E LA NOSTRA LIBERTA’. OCCORRE IMPEDIRLO!

Ci rendiamo conto che la più parte dei lavoratori davano per scontato l’aumento di stipendio mensile a seguito della fallace propaganda confederale che aveva preannunciato il passaggio automatico per tutti.
Così non è stato e ciò che si è ottenuto non è assolutamente soddisfacente, perché introduce ulteriori differenziazioni e disparità di trattamento. Non solo, i sindacati confederali hanno ceduto sul piano dei principi, sacrificando alcuni diritti acquisiti (malattia, ferie, ecc…) ai passaggi orizzontali neppure garantiti a tutti.
Ogni concessione all’amministrazione la rafforza e rende le rappresentanze dei lavoratori sempre più deboli e subordinate alla controparte regionale. Questo accordo introduce e prefigura dei parametri per le mobilità orizzontali che in futuro saranno difficilmente ignorabili. Questo costituisce uno dei peggiori aspetti del nuovo contratto decentrato, al di là delle rassicurazioni di maniera di CGIL-CISL-UIL E CISAL.
Ancora una volta si è persa un’occasione: anziché chiamare alla lotta i lavoratori su obiettivi chiari di miglioramento economico e normativo, si è preferito condurre una trattativa defatigante ed inutile che ha escluso i lavoratori e che comunque avrebbe meritato dei protagonisti più capaci e meno mediocri.

Esistono sentenze, come quella del Tribunale di Ragusa del 3.02.2005, che “ dichiarano illegittime…la limitazione della platea dei partecipanti alla progressione economica orizzontale…ponendosi in contrasto con gli artt. 5 e 13 del CCNL 31.03.1999…e LA CONTRATTAZIONE DECENTRATA…..non può introdurre surrettiziamente requisiti di ammissione alle valutazioni dei dirigenti ai fini della progressione economica, per di più non in via generale,ma ex-post, in sede di attuazione di istituti contrattuali.”
Traducendo dal linguaggio burocratico: l’esclusione di tutti i D5 dal passaggio orizzontale non ha giustificazione; l’utilizzo delle valutazioni individuali e dei provvedimenti disciplinari quali parametri per escludere o ammettere alle posizioni economiche immediatamente superiori è illegittima!


Questo accordo anticipa e fa da apripista a quanto contenuto nel MEMORANDUM sul pubblico impiego che sarà sottoscritto il 18 gennaio dal governo e da CGIL CISL E UIL e che prevede mobilità selvaggia, salari e stipendi legati alla “meritocrazia”( leggi arbitrio valutativo e repressione), licenziamenti facili e ATTACCO ALLE NOSTRE PENSIONI E ALLA LIQUIDAZIONE, oltre ad altre questioni molto gravi e pericolose per tutto il Pubblico Impiego e su cui prenderemo posizione più avanti ed in modo articolato.

IL NOSTRO SINDACATO METTE A DISPOSIZIONE LA PROPRIA STRUTTURA
LEGALE PER TUTTI COLORO CHE SARANNO ESCLUSI DAI BENEFICI ECONOMICI.

RIAPRIRE LA TRATTATIVA E ORGANIZZARE LA LOTTA SIA SUL PIANO SINDACALE CHE SU QUELLO LEGALE CONTRO LE INGIUSTIZIE CONTENUTE NELL’ACCORDO!

LA CIRCOLARE SU MALATTIA E FERIE VA FATTA RITIRARE E NON DEVE ESSERE CONTRATTATA!

ADERITE AL NUOVO SINDACATO AL COBAS-CUB! NON BASTA CONDIVIDERE A PAROLE E NEL CUORE LE NOSTRE POSIZIONI, OCCORRE ASSUMERE IN PRIMA PERSONA IL RUOLO DI PROTAGONISTI, CONTRIBUENDO ALLE SCELTE DELLE NOSTRE POLITICHE SINDACALI

Milano, 12.01.2007

A.L. COBAS - CUB REGIONE LOMBARDIA

Associazione Lavoratori Comitati di Base Ente Regione Lombardia
Giorgio Riboldi - tel 0372 485327 cell 3391956669
Carlo Colli - tel 0332 338447
alcobasregione@libero.it
http://alcobasregione.blogspot.com