giovedì 13 marzo 2008

IL NUOVO CONTRATTO: INSUFFICIENTE, INADEGUATO E BEFFARDO

Il nuovo contratto: insufficiente, inadeguato e beffardo.
Un disastro per i lavoratori.
Una resa senza condizioni di CGIL CISL UIL

Bisogna aprire una campagna per l’aumento
generalizzato dei salari di almeno 3000 euro l’anno,
a partire dal rinnovo del biennio contrattuale 2008- 2009

Il contratto del Pubblico impiego è stato firmato con 27 mesi di ritardo .E’ un contratto irricevibile. Un anno (il 2006) è stato coperto con un “ aumento” medio provocatorio di meno di 10 euro lordi al mese, corrispondente alla così detta “Indennità di vacanza contrattuale”. In sostanza, gli adeguamenti salariali medi su due anni sono ridicoli, miseri e abbondantemente al di sotto dell’inflazione reale e anche di quella programmata, ma sono lo specchio degli attuali rapporti di forza e del ruolo nefasto che i gruppi dirigenti di CGIL-CISL-UIL giocano nel rendere “passivi” “rassegnati” ed “estranei” i lavoratori .
La responsabilità di questi risultati fallimentari va addebitata ai sindacati confederali che, con la loro politica di concertazione che dura ormai da 15 anni, hanno contribuito al progressivo impoverimento dei lavoratori pubblici e privati, accettando parametri salariali e normativi che si basano sulle richieste del ceto politico-burocratico–statale e della Confindustria, piuttosto che sulle esigenze reali dei lavoratori. I lavoratori non sono mai stati consultati preventivamente sulla elaborazione delle piattaforme rivendicative e conseguentemente a questa scelta si è preferito privilegiare estenuanti, rituali ed inutili trattative, piuttosto che organizzare mobilitazioni su obiettivi precisi e generalizzanti come è avvenuto in Francia e come sta avvenendo in Germania.

I dati dell’OCSE( Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico) sui salari, che pongono l’Italia come fanalino di coda tra i paesi europei( al 23° posto dopo Spagna e Grecia), confermano l’esigenza di avviare da SUBITO una campagna per un sostanziale aumento salariale, a partire dal rinnovo contrattuale del biennio 2008-2009, senza tollerare la pratica subìta da CGIL-CISL-UIL di firmare i contratti con ritardi ingiustificati, senza neppure chiedere gli interessi legali per il mancato rispetto dei vincoli temporali.

Occorre recuperare il potere d’acquisto, reintroducendo nei contratti dei meccanismi (come la vecchia scala mobile) che adeguino periodicamente e automaticamente i salari all’aumento del costo della vita, e questo sia nel settore pubblico che privato. Senza una nuova scala mobile non si può continuare!

E’ necessario rivendicare la trasformazione del salario accessorio(incentivo ecc.) in una 14° mensilità da erogare a giugno di ogni anno. In tal modo si contribuirebbe a sottrarre all’arbitrio del dirigente o del politico le valutazioni individuali che condizionano la quantità di salario da erogare
(le così dette “valutazioni individuali” sono effettuate con criteri risibili e privi di qualsiasi “oggettività”, al di là del linguaggio altisonante e pseudo-scientifico con cui vengono accompagnate e “ritualizzate” annualmente. La valutazione individuale è di fatto uno strumento totalitario di controllo e di divisione fra i singoli lavoratori e costituisce un’arma formidabile per perpetuare timori, paure e soggezioni, che servono a garantire la “passivizzazione” e la “malleabilità” dei lavoratori. E’ un mezzo assai caro a qualche dirigente dell’alta burocrazia regionale e non solo, che confondono il loro ruolo con quello di severi e ridicoli pater familiae).

L’unico modo per recuperare salario e potere contrattuale passa per la nostra capacità di organizzarci e di mobilitarci al di fuori di CGIL-CISL-UIL, abbandonando queste organizzazioni sindacali e individuando nuovi metodi di lotta che non danneggino solo i lavoratori.
E’ urgente uscire dal nostro isolamento, iniziando un lavoro paziente di organizzazione, di informazione e contro-informazione rivolto ai lavoratori degli altri settori e a tutti i cittadini. I lavoratori pubblici costituiscono un punto fondamentale nell’organizzazione complessiva della complicata macchina della nostra società. Senza la loro attività il paese non funzionerebbe, così come non funzionerebbe senza l’apporto degli operai e di altre categorie sociali.
PRENDIAMO COSCIENZA DI QUESTO!

Le inadeguatezze che vengono denunciate nel funzionamento del settore pubblico non sono da addebitarsi ai lavoratori, ma al modo con cui in questi decenni e stata organizzata la “macchina Pubblica”. Il clientelismo politico e sindacale, accompagnato da incompetenze nella scelta del ceto burocratico dirigenziale e dei quadri intermedi sono le vere cause delle disfunzioni nella Pubblica Amministrazione.
I lavoratori pubblici non sono i responsabili del cattivo funzionamento della complessa macchina statale a tutti i suoi livelli. Vanno contrastate, respinte, denunciate e ribaltate a nostro favore le volgarità provocatorie e insultanti di individui senz’anima come il sig. Ichino e altri come Giavazzi o Boeri( tutti del PD di Veltroni), che in ogni occasione, denigrano l’attività dei lavoratori, ignorando bellamente che il salario medio di ciascuno di loro è poco più di 1000 euro al mese e che si ha a che fare, il più delle volte, con strutture fatiscenti e con dirigenti non all’altezza del loro ruolo. Il fatto stesso che ognuno di noi dà 8 ore al giorno della propria vita quotidiana ad un lavoro il più delle volte ripetitivo ed alienante, meriterebbe da un lato il rispetto di tutti e dall’altro il silenzio degli idioti . Gli attacchi volgari ed ingiustificati contro i lavoratori pubblici coprono in realtà la volontà di accelerare quel progetto politico già in corso da anni tendente alla privatizzazione dei servizi, al ridimensionamento definitivo del potere contrattuale dei lavoratori, alle esternalizzazioni delle funzioni, alla precarizzazione del rapporto di lavoro e alla conseguente riduzione del personale attualmente in organico.

Per contrastare questi progetti e la continua erosione dello stipendio occorre convincersi che è necessario praticare nuove forme di lotta che coinvolgano tutti(utenti, non clienti, compresi) e che ci permettano di gestire le mobilitazioni organizzate autonomamente in un arco lungo di tempo. Oltre a ciò è utile individuare forme di solidarietà mutualistiche, che diano ai lavoratori la possibilità di resistere sul piano economico in caso di lunghe vertenze organizzate a prescindere e al di fuori dei vincoli repressivi e limitativi della legge 146 che attualmente regola le modalità e la tempistica degli scioperi.

Tutto questo sarà realizzabile solo se riusciremo ad acquisire coscienza delle nostre capacità e possibilità, abbandonando la passivizzazione e la rassegnazione, indotte anche dal ruolo concertativo e moderato di CGIL-CISL-UIL.
Bisogna fare come stanno facendo in questi giorni in Germania tutti i lavoratori pubblici uniti, che rivendicano forti aumenti salariali, praticando lo sciopero generale prolungato fino al raggiungimento degli obiettivi, costringendo su questo terreno anche i sindacati istituzionali. Certo qui da noi il contesto politico-sindacale è diverso: CGIL-CISL-UIL sono ormai definitivamente indisponibili ad organizzare una conflittualità di tale dimensione e i sindacati extra-confederali non sono ancora sufficientemente forti e radicati per promuovere, organizzare e dirigere una lotta di tale portata, ma nonostante ciò, le condizioni materiali ormai insopportabili della maggioranza dei lavoratori creeranno, entro un periodo di medio termine, una situazione di oggettivo conflitto verso la controparte statuale
(lavoratori pubblici) e padronale(lavoratori del privato), mutando di fatto i rapporti di forza e sconvolgendo le burocrazie dirigenti di CGIL-CISL e UIL e le attuali modalità di rappresentanza sindacale.

Attualmente gran parte delle RSU del settore pubblico sono svuotate di contenuto e come accade nella Regione Lombardia finiscono per essere il terminale organizzativo dei sindacati confederali oltre che dell’UGL. Come abbiamo sostenuto alcuni mesi fa, lanciando, con un notevole successo, il boicottaggio e l’astensione per il rinnovo delle RSU, queste ultime, ormai, servono solo a perpetuare una mistificazione sul loro ruolo falsamente democratico. Partecipare a questo tipo di elezione costituisce sempre più un rito vuoto ed inutile che serve solo a legittimare in modo beffardo il ruolo antidemocratico e repressivo di CGIL-CISL-UIL (basta vedere i vari regolamenti delle RSU, quello della regione Lombardia è emblematico, che limitano illegalmente i diritti sindacali ed escludono dalle delegazioni trattanti i sindacati extra-confederali e autonomi come sta accadendo in regione Lombardia).

LA SITUAZIONE IN REGIONE LOMBARDIA

Non c’è molto da dire in più sulla realtà regionale: siamo tra la staticità asfissiante e il progressivo deterioramento. Dopo il contentino elettorale del contratto integrativo, la cui inadeguatezza e contraddizioni avevamo denunciato a suo tempo, abbiamo assistito alla firma di un paio di accordi voluti in realtà dall’amministrazione e dai confederali di CGIL-CISL-UIL.
Uno è l’accordo che di fatto trasferisce un certo numero di lavoratori regionali del fito-sanitario all’Ersaf ed è una decisione che si inserisce nel progetto di ridimensionamento dell’organico regionale perseguito da Formigoni & C.
L’altro accordo riguarda una leggera modifica sui processi occupazionali: nessuna novità sostanziale se non un piccolissimo ed inadeguato incremento dei passaggi dalla cat.B alla C e un ridicolo aumento dei passaggi dalla A alla B. E’ stata ancora una volta ignorata la logica ed elementare esigenza di svuotamento della categoria A.
Per ora nessuna novità su malattia e ferie. A questo proposito vogliamo ricordare che la normativa attualmente in vigore NON OBBLIGA all’utilizzo dell’80% delle ferie entro il 31 dicembre di ogni anno. Per cui invitiamo tutti i colleghi ad adeguarsi alla normativa e non alle bizze ossessive e totalitarie dell’amministrazione, organizzino le ferie secondo le loro esigenze. In caso di violazioni della normativa c’è il ricorso legale. Ricordiamo che l’indicazione dell’utilizzo dell’80 % delle ferie è semplicemente uno degli obiettivi che vengono posti al dirigente per il raggiungimento dei suoi obiettivi ai fini del suo lauto premio economico.

DIAMOCI UN’AUTOORGANIZZAZIONE DETERMINATA ED EFFICIENTE IN GRADO DI GESTIRE LO SCONTRO CON LA CONTROPARTE!
ADERITE ALL’AL COBAS CUB

PER DISCUTERE DI TUTTO QUESTO PARTECIPATE ALLA RIUNIONE CHE SI TERRA’ A MILANO IL 18 APRILE 2008 ALLE ORE 14.30 IN UN LUOGO CHE SARA’ SUCCESSIVAMENTE COMUNICATO. Chi intende partecipare per dare un suo contributo ci invii un e-mail.

Siamo a disposizione per la compilazione del modello 730.

Milano,12 marzo 2008

AL COBAS-CUB REGIONE LOMBARDIA